Il documentario “Un giorno col personaggio: Giorgio De Chirico” fa parte di una serie dedicata a personaggi famosi realizzata per la radio nel 1960. La giornalista Pia Moretti presenta il ritratto dell’artista attraverso le testimonianze di amici e familiari che ne svelano il pensiero e il modo di concepire l’arte. Nato a Volo in Tessaglia (Grecia) nel 1888 da genitori italiani “In una torrida giornata di luglio, mentre soffiava sulla città un vento infuocato” come annota nel suo libro di memorie, immagine metaforica del suo temperamento anticonvenzionale e battagliero. La biografia assume nella sua produzione artistica un rilievo fondamentale, la Grecia e il mondo classico hanno un ruolo importante nell’immaginario dell’artista, così come la sua formazione, avvenuta nelle più importanti accademie dell’epoca di Firenze, Monaco di Baviera e Parigi. L’evoluzione artistica di De Chirico è legata a imprevedibili esperienze e rivelazioni e alla capacità di acquisire la coscienza del proprio mestiere di artista, inteso in senso assoluto. Il percorso narrativo seguito da Pia Moretti sulla figura del celebre pittore non si sofferma a indagare gli aspetti strettamente collegati alla sua produzione artistica o all’evoluzione della pittura “ Metafisica”, tanto meno alla fase dell’aspra polemica contro coloro che si interessavano alla pittura cosiddetta “Modernista”. Preferisce esplorare la sua personalità più autentica, attraverso le opinioni dei suoi cari che con affetto sincero ne svelano la profonda umanità. Il racconto radiofonico inizia con la testimonianza di Fausto Bima, amico di vecchia data di Giorgio De Chirico che svela le affinità del loro rapporto di amicizia basato sull’istintiva simpatia l’uno per l’altro. Spiega come il pittore è, per naturale temperamento, inizialmente molto schivo nel rivelare i propri sentimenti, tuttavia quando instaura un vero rapporto di amicizia è aperto e schietto e manifesta la sua umanità e i suoi sentimenti con atteggiamenti nobili. A riguardo, ricorda l’ episodio indicativo, di quando affettuosamente gli insegnò a dipingere senza alcun compenso. Poi si sofferma a parlare del talento e dell’ingegno del grande artista: sempre coerente con le sue idee, spesso contro corrente, combattendo la sua battaglia da solo con tenacia e rigore mentale, frutto del suo grande lavoro. Il viaggio nel mondo interiore di Giorgio De Chirico prosegue con le riflessioni di Ettore Russo proprietario di una galleria d’arte a Piazza di Spagna a Roma, da molti anni mercante di fiducia dell’artista. Il gallerista parla dell’ostilità del Maestro nei confronti di taluni speculatori che si autodefiniscono mercanti d’arte, ma che in realtà si occupano soltanto di interessi commerciali. Spiega la polemica di De Chirico riguardo la cosiddetta pittura “Modernista”, condotta su un piano morale “ Perché” dice “ la sua più grande preoccupazione è quello che possono dire i posteri su questo secolo, lui pensa che i valori della pittura sono quelli che si riferiscono a una continuazione della pittura del Cinquecento e del Seicento che ha dato gloria e lustro all’Italia”. Russo si sofferma a descrivere il carattere del pittore, spiegando che non è un tipo burbero e difficile, al contrario di quanto si crede è allegro e socievole, la sua casa è aperta a tutti sia per un aiuto che per una buona parola. Ha uno spiccato senso dell’umorismo e tutte le mattine quando si incontrano a Piazza di Spagna, racconta la barzelletta del giorno. La testimonianza del Dottor. Carlo Barbarossa (docente di patologia medica endocrinologia e costituzionalistica all’università di Roma) da molti anni medico personale del Maestro, tratteggia il suo profilo di personalità attraverso la lettura medico – scientifica dei suoi comportamenti. Nella seconda parte del percorso narrativo la giornalista raccoglie le testimonianze dello stesso De Chirico e di sua moglie Isabella Far nella loro bellissima casa a Piazza di Spagna. Racconta che il Maestro, all’ingresso dell’abitazione, guardandola con bonaria arguzia, le consegna una paginetta scritta a mano nella quale intesse le lodi di se stesso per la sua intelligenza speciale nella creazione artistica, così come i grandi pittori del Rinascimento, in maggior misura si ritiene un fenomeno straordinario perché dotato anche dell’intelligenza dei grandi inventori, dei filosofi e dei poeti. Quando entra la moglie, la scrittrice Isabella Far “ Ecco” dice De Chirico “ parla al microfono della radio e spiega perché io sono un genio”. La signora Isabella interviene, affermando che i grandi artisti non sono uomini comuni, quindi per fare un ritratto fedele di Giorgio De Chirico non si può dividere l’uomo dall’artista, poiché i due aspetti sono fusi in una eccezionale personalità. La scrittrice si sofferma sul metodo di lavoro del pittore, svolto con gioia e passione anche durante i giorni di festivi, affermando che l’artista non può vivere senza lavorare, “Il suo lavoro” dice “lo interessa più di qualsiasi altra cosa” e prosegue “Io l’ho sempre visto lavorare in ogni stagione e in ogni luogo, nella stessa giornata lavora a quadri diversi secondo l’ora e la luce”. La signora Far aggiunge che De Chirico possiede una vasta cultura e nella sua pittura è riuscito a rappresentare il mistero e la solitudine attraverso la rappresentazione di molti temi e soggetti: manichini, piazze d’Italia, gladiatori, cavalli antichi, bagni misteriosi, mobili all’aperto e tutta la serie di ritratti e autoritratti, vite silenti e paesaggi popolati di cavalieri e da ruderi dove si palesa il suo forte temperamento di artista plastico. L’intervista al “ Pictor Optimus “ come talvolta ama firmarsi, chiude l’’itinerario radiofonico attraverso la personalità di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento. De Chirico risponde ironicamente alle domande della giornalista su vari argomenti in particolare sui soggetti ricorrenti dei suoi quadri e sui numerosi autoritratti. Poi alla domanda della giornalista: “ Quale pensa sia stata la sua virtù maggiore?” Risponde sarcastico: ” Quella di smascherare le malefatte della pittura moderna.” E alla successiva: “Quale opinione lei ha in genere dei critici d’arte? ” Conclude perentorio: “Ho sempre pensato che i critici d’arte sono completamente inutili , quando i pittori sapevano dipingere i critici d’arte non esistevano.”
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