La guerra del Vietnam fu combattuta prevalentemente nel Vietnam del Sud fra il 1º novembre 1955 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista) e il 30 aprile 1975 (con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi). Il conflitto armato vide contrapposte le forze insurrezionali filocomuniste – sorte in opposizione al governo autoritario filostatunitense costituitosi nel Vietnam del Sud – e le forze governative della cosiddetta Repubblica del Vietnam – creata dopo la conferenza di Ginevra del 1954, successiva alla guerra d’Indocina contro l’occupazione francese. Come disse Marshall McLuhan:
“La televisione porta la brutalità della guerra nel comfort del salotto. Il Vietnam è stato perduto nei salotti d’America, non sui campi di battaglia del Vietnam”.
La televisione in particolare dopo il 1968, documenta la breccia aperta nel consenso americano, portando con immagini non edulcorate, la crudeltà della guerra dentro le case delle famiglie americane, causando la disillusione nei confronti delle istituzioni e favorendo in parte della popolazione l’antimilitarismo.
Il conflitto nel Sud-est asiatico è stato forse il banco di prova più significativo per i mass media nella seconda metà del ‘900. Questo è stato vero anche in Italia, in misura non trascurabile grazie al lavoro degli inviati della nostra televisione pubblica: inchieste e reportage straordinari come “I bambini di Bien Hoa” di Colombo, autore anche di un’intervista esclusiva a due piloti americani prigionieri dei vietcong, o “Vietnam: aspettando la pace” di Angela, senza dimenticare gli approfondimenti dalle trasmissioni “Prima pagina”, “Spazio” e “Stasera” e gli altri servizi realizzati da nomi quali Sandro Paternostro, Aldo Rizzo e Roberto Morrione.
Le Teche Rai propongono su RaiPlay l’antologia di reportage e servizi d’archivio.
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