Nel 1994 la Rai ha realizzato un programma che ha scardinato i canoni tradizionali delle inchieste giornalistiche: Effetto video 8 – Professione reporter. Il nuovo format di Giovanni Minoli e Aldo Bruno proponeva per la prima volta in TV una serie di reportage di giornalisti freelance realizzati con una telecamera portatile, agile ed economica, sovvertendo lo standard di produzioni costose e ingombranti. Pioniera di questo nuovo “mezzo“ d’informazione, il video 8 appunto, è Milena Gabanelli che viene chiamata a condurre il programma. La trasmissione mostra la profonda rivoluzione in atto all’epoca nel mondo del video-giornalismo: un inviato che è insieme regista e autore dell’inchiesta offre, infatti, un punto di vista nuovo, non più mediato da terze persone come accade quando si lavora con una troupe completa; e soprattutto arriva dove a volte è difficile arrivare perché si muove più agilmente, crea un contatto diretto con l’intervistato, abbate i costi di produzione. In questa prima stagione vediamo ottimi reporter come Paolo Barnard, Antonello Padovano, Bernardo Iovine, Amedeo Ricucci e altri, confrontarsi con zone di guerra, carceri di massima sicurezza, persone affette da gravi malattie, ambientalisti estremi e la vita di strada nelle periferie abbandonate. Una trasmissione avveniristica che ha aperto la strada al futuro Report e a tanti programmi di video-giornalismo “d’assalto” e che ha permesso al telespettatore di leggere la realtà – italiana ed internazionale – attraverso una lente moderna e del tutto inedita.
Rai Teche pubblica la prima stagione corredata da un’intervista esclusiva a Milena Gabanelli sulla striscia Teche su RaiPlay