BIANCO, NERO, GIALLO
La Rai diede avvio alle trasmissioni televisive regolari nel gennaio 1954. I primi gialli comparvero alla fine di quell’anno, con Il processo di Mary Dugan, tratto da un dramma americano. Inizialmente si trattava soprattutto di spettacoli a carattere fortemente teatrale, ma pochi anni dopo lo stile cominciò a cambiare: nacquero le prime serie. Nel 1958 ne venne inaugurata una tutta “italiana”, Aprite: Polizia! e nel 1959, comparve con il volto di Ubaldo Lay, il tenente Sheridan il detective dall’impermeabile bianco. Nel 1964 con il commissario Maigret, interpretato da Gino Cervi, nacque una nuova serie destinata a durare quasi un decennio.
Sulle tracce del Crimine
Viaggio nel giallo e nero Rai. La mostra
Dal 7 Ottobre 2020 al 6 Gennaio 2021
ROMA CAPITALE
Virginia Raggi, Sindaca; Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita culturale
SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI
Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali
Servizio di Staff – Comunicazione e Relazioni Esterne
Isabella Toffoletti, Responsabile; Teresa Franco, Filomena La Manna con Luca D’Orazio, Comunicazione e Relazioni Esterne
Servizio Mostre e Attività Espositive e Culturali
Federica Pirani, Responsabile; Mirella Di Dino, Coordinamento Tecnico-Scientifico; Monica Casini, Francesco Salatino, Coordinamento Amministrativo; Monica Zelinotti con Maria Cucchi e Simonetta De Cubellis, Collaborazione all’allestimento
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Direzione Ville, Parchi Storici e Musei Scientifici
Giancarlo Babusci, Direttore
Servizio Musei di Arte Moderna e Contemporanea
Sergio Guarino, Responsabile; Silvana Bonfili con Alfonsa Riverso, Museo e mostre temporanee; Roberta Perfetti, Comunicazione Promozione Eventi; Silvia Telmon, Conservazione e Didattica; Donatella Occhiuzzi, Collezioni D.E.A. e Iconografico
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E PER IL TURISMO
Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo
RAI TECHE
Maria Pia Ammirati, Direttore; Gianluca Picciotti, Vicedirettore
ZÈTEMA
Remo Tagliacozzo, Amministratore Unico; Roberta Biglino, Direttore Generale; Claudio Di Biagio con Claudia Di Lorenzo e Sara Zappalà, Coordinamento; Luisa Fontana, Comunicazione integrata; Natalia Lancia, Promozione; Patrizia Morici, Ufficio stampa; Patrizia Bracci con Marta Barberio Corsetti, Rapporti e comunicazioni istituzionali
LA MOSTRA: PRODUZIONE E CURA
Da un’idea di Stefano Nespolesi
A cura di Maria Pia Ammirati e Peppino Ortoleva
Progetto grafico a cura di Rai Direzione Creativa; Progetto scenografico, Carlo Canè; Supervisione organizzativa, Barbara Francesconi; Coordinamento editoriale, Susanna Gianandrea; Organizzazione Rai Teche, Susanna Tatarella, Andrea Di Consoli, Laura Massacra; Fotografie, Stefano Nespolesi; Elaborazione digitale delle immagini, Sergio Gigliati; Testi, Peppino Ortoleva; Ricerche e documentazione, Carla Consalvi, Susanna Gianandrea, Emanuele Gagliardi, Manuela Zulian, Maria Paola Calcaprina, Pamela Casadei, Elena Rossi, Ombretta Novelli, Silvia Bruni, Giovanna Lipari; Consulenza archivio audiovisivo, Sebastiano Di Paola; Gestione Diritti Audiovisivi, Gianfranco Bono; Diritti d’Autore, Silvia D’Angelantonio, Maria Cristina Alfonsi; Digitalizzazione audiovisivi, Giorgio Balocco, Davide Mazzucco, Daniele Liotto, Gabriele Di Matteo, Diego Trigilia, Davide Adornato; Ambientazioni sonore a cura di Susanna Gianandrea, Regia di Maria Baratta, Edizione sonora, Claudio Colazzo, Rai Centro Produzione Torino; Allestimento scenografico, Carlo Canè, Vittorio Corvi, Valentina Pezzini; Allestimenti, Rai Centro Produzione Roma, Vicedirettore, Marco Cunsolo, Coordinamento organizzativo, Antonin Joseph Di Santantonio; Luci, Giovanni Tosti; Impianto audio e video, Silvio Rossi e Gianni Piccioni; Traduzioni testi, Star7 Global Content Torino
In collaborazione con: Rai Direzione Comunicazione, Rai Direzione Creativa, Rai Fiction, Rai Centro Produzione Roma, Rai Centro Produzione Torino, Rai Centro Ricerche Torino, Rai Com, Rai Libri
Si ringraziano
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
INA
Si ringrazia per la concessione delle foto e degli estratti video:
Casanova Multimedia; Cattleya; Clemart srl; Compagnia Leone Cinematografica; Cross Productions; Dauphine Film Company; Endemol Shine Italy; Fremantle; Garbo Produzioni; Italian International Film; ITV Movie; LDM Comunicazione; Lux Vide; Ocean Productions; Palomar; Rodeo Drive; Solaris Media; Tangram Film.
Si ringrazia per la concessione di materiale documentale:
Archivio La Stampa; Archivio storico Fondazione Corriere della Sera; Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (Ufficio catalogazione e valorizzazione raccolte del XIX e XX secolo); Centre Dürrenmatt Neuchâtel; Centro studi e documentazione del Teatro di Roma - Teatro Nazionale; Clementoni; Corriere della Sera; Diabolik - Astorina Srl; Eredi di Dino Buzzati; L’Europeo RCS MediaGroup; Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori; Gruppo Arnoldo Mondadori Editore; The Italian Literary Agency; Max Bunker e 1000VolteMeglio Publishing; Museo della Radio e della Televisione Rai; Museo Nazionale del Cinema - Bibliomediateca Mario Gromo; Oblomov Edizioni; La Repubblica; Salani Editore; Enrico Salvatori; TMS Entertainment Co., Ltd; Lorenzo Viganò.
Un particolare ringraziamento a:
Daniele Airola Gnota; Gino Alberico; Alberto Allegranza; Antonella Angelini; Francesco Angelone; Azzurra Ariè; Guglielmo Ariè; Riccardo Barbagallo; Valentina Balzarotti Barbieri; Cristina Bariani; Ariella Beddini; Luca Bernabei; Rossella Bonadonna; Laura Bortolozzi; Claudia Bozzone; Zelda Buffoni; Benedetta Buonomini; Raffaela Busia; Silvia Cabasino; Marco Camilli; Andrea Canino; Paolo Carella; Annalisa Caporicci; Piero Cartello; Carlo Casoli; Patrizio Celli; Massimo Corcelli; Alessandro Corsetti; Domenico De Gaetano; Guido De Laurentiis; Tarquinio Deli; Saverio D’Ercole; Simonetta Di Camillo; Annarita Di Carlo; Francesca Di Donna; Giovanni Di Giuseppe; Francesca Romana Di Grazia; Daniele Di Lorenzo; Marco Di Pasqua; Dante Errico; Susanna Fancelli; Sonia Farnesi; Cristina Ferrua; Chiara Friggi; Andrea Gabrieli; Benedetta Galbiati; Simone Gattoni; Mario Gerosa; Giada Giannecchini; Claudio Girivetto; Emanuele Giussani; Sergio Giussani; Mario Gomboli; Paolo Granata; Barbara Griffini; Walter Ingrassia; Zoé Laboue; Sebastian Lanzara; Matteo Levi; Roberto Levi; Paola Lucisano; Duc-Hanh Luong; Marco Magagnin; Pierluigi Magliocca; Isabella Manzollino; Cinzia Mariani; Marco Marini; Massimo Martino; Gianpiero Mattachini; Micaela Mazza; Marco Medea; Anastasia Michelagnoli; Rita Morelli; Alberto Morello; Monica Moro; Maria Adua Nacchia; Barbara Negrini; Roberto Orlandini; Nicoletta Pacini; Chiara Pagotto; Sonia Paitoni; Barbara Pellegrino; Donata Pesenti Campagnoni; Fabio Pezzetti Tonion; Alessandra Pezzotti; Germana Pierucci; Andrea Plebe; Stefano Pogelli; Riccardo Polignieri; Anna Pomara; Filippo Porcelli; Lisa Praticò; Chiara Quaglia; Silvia Re; Roberta Ricciardelli; Elisabetta Rigotti; Maddalena Rinaldo; Roberto Rossetto; Guido Rossi; Giulia Sabbatini; Fabiola Sanesi; Antonella Sarti; Federico Scardamaglia; Priscilla Raffaella Secchi; Elisabetta Sgarbi; Roberta Solari; Paola Stramazzi; Roberto Stringa; Mileva Stupar; Chiara Supplizi; Liana Suppressa; Maurizio Tini; Francesca Tramma; Luca Traverso; Antonio Valenti; Claudia Vicini; Lorenzo Viganò; Gianluca Visalli; Massimo Visca; Davide Volpe; Delphine Wibaux.
Rai Teche rimane disponibile a riconoscere i compensi per eventuali diritti già non acquisiti.
Supporto organizzativo ZÈTEMA
In collaborazione con FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI e INA
SULLE TRACCE DEL CRIMINE. VIAGGIO NEL GIALLO E NERO RAI
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E NESSUNO NE RESTÒ 1954 – 1968
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GEORGES SIMENON E IL COMMISSARIO MAIGRET
Georges Simenon (1903 – 1989) è stato uno degli scrittori più produttivi del Novecento: tra i romanzi e racconti firmati con il suo nome e altri firmati con pseudonimo si parla di varie centinaia di opere. Tra queste, i settantasei romanzi che raccontano del commissario Maigret, i primi diciannove dei quali furono pubblicati in tre anni, tra il 1931 e il 1934, gli ultimi cinque tra il 1970 e il 1972. Per molti anni, i critici non hanno attribuito grande valore a questo scrittore. Ora è riconosciuto come uno dei grandi del Novecento. Anche per i suoi polizieschi, duri e umani insieme, con le loro atmosfere complesse e gli enigmi sempre ben congegnati. La Rai ha prodotto le storie di Maigret tra i 1964 e il 1972, a opera di un gruppo di sceneggiatori tra cui spiccava il drammaturgo Diego Fabbri. Al centro, a interpretare Maigret, l’attore Gino Cervi, che gli italiani identificarono totalmente con il personaggio.
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TRA POLIZIESCO E NOIR
Con le serie di Nero Wolfe, il corpulento detective interpretato da Tino Buazzelli, e di padre Brown, l’investigatore più paradossale che spirituale inventato da Gilbert K. Chesterton e impersonato da Renato Rascel, la Rai dei tardi anni Sessanta e dei primi anni Settanta introdusse nuove popolari figure di investigatori, che diversificavano le figure del giallo classico. Ma un segnale innovativo e inatteso arrivò dal grande successo di una storia molto diversa, Il segno del comando, tra il nero, il soprannaturale e gli enigmi di un giallo. Cominciava l’epoca del fantastico. Negli stessi anni, nei quali il Paese era attraversato da nuove tensioni, la televisione si apriva a un genere che cominciava a godere di grande influenza, il noir: tra la messa in scena di classici americani, gli esperimenti di Dario Argento, un regista che anche al cinema stava modificando i canoni del film di suspense, e uno sceneggiato molto innovativo, Dov’è Anna? .
IL FIUTO DI SHERLOCK HOLMES DI HAYAO MIYAZAKI
L’animatore giapponese Hayao Miyazaki, nato nel 1941, e premio Oscar nel 2003 per La città incantata, è internazionalmente riconosciuto come uno dei maggiori innovatori del genere. Nei primi anni Ottanta Rai propose alla casa giapponese Tokyo Movie Shinsha una coproduzione, sotto la direzione appunto di Miyazaki, un’interpretazione insieme fedele e inventiva della figura del grande Sherlock Holmes, affiancato dal dottor Watson e in perenne conflitto con il suo nemico Moriarty. Le 26 puntate della serie andarono in onda in Italia e in Giappone nel 1984.
NERO, FANTASTICO, BUFFO, ROMANTICO 1969 - 1983
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ESPLOSIONE DEL GENERE
Negli anni Cinquanta il genere poliziesco era ormai con ogni evidenza il più popolare dell’editoria italiana. Altri editori oltre a Mondadori cominciarono a pubblicare loro collane. Uno fu Garzanti, che dapprima si specializzò in gialli americani “duri” a cominciare dalla serie di Mickey Spillane, poi diede spazio anche a raffinati autori francesi come Boileau e Narcejac, e ad autori italiani, come Giorgio Scerbanenco. La casa editrice Longanesi con i Gialli Proibiti raggiunse grandi tirature soprattutto pubblicando i romanzi di spionaggio di Ian Fleming: la serie con protagonista James Bond. Altre case editrici pubblicarono serie di poliziesco a basso prezzo, ma a volte con titoli interessanti, sotto etichette come I Narratori Americani del Brivido e I Gialli dello Schedario. Negli anni Cinquanta e Sessanta anche un mezzo di comunicazione tipicamente italiano, il fotoromanzo, diede ampio spazio a gialli e thriller. Inoltre, nel 1962 apparve il primo numero del fumetto Diabolik, delle sorelle Angela e Luciana Giussani, che affiancava storie illustrate a carattere più tradizionale, dall’avventuroso al western.
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LAURA STORM E LE ALTRE
Laura Storm, la prima investigatrice della televisione italiana non è straniera, come potrebbe far pensare quello “storm”, tempesta, che in realtà è uno pseudonimo. Non è una detective di professione, ma una giornalista con il fiuto per il crimine, e ha con la polizia un complicato rapporto di competizione e occasionalmente di collaborazione. Il primo poliziesco Rai a protagonista femminile (1965-66) aveva i toni di quello che all’epoca era chiamato un giallo-rosa: storie di delitti certo, ma abbastanza lievi da non prendersi troppo sul serio. Le figure di donne investigatrici in ruoli più drammatici sarebbero venute dopo, a partire dagli anni Novanta. Personaggi come il commissario di Linda e il brigadiere (1997-2000), o l’ispettore capo Lisa Milani di Donna Detective (2007 e 2010), o ancora le poliziotte che appaiono nei police procedural, ad esempio La squadra, sono rappresentative di questo cambiamento. E sono protagoniste di storie a volte ironiche a volte anche molto dure, che spesso hanno tra i loro temi la subordinazione femminile e la violenza contro le donne, come accade in Bella da morire.
DONNE IN GIALLO
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FRIEDRICH DÜRRENMATT E IL COMMISSARIO BÄRLACH
Lo scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921-1990) è considerato uno dei maggiori drammaturghi e narratori di lingua tedesca del Novecento, per i suoi testi teatrali come per gli ironici racconti. E per le sue storie poliziesche. La Rai ha ripreso diversi dei gialli di Dürrenmatt. Il giudice e il suo boia e Il sospetto, trasformati nel 1972 in due miniserie entrambe per la regia di Daniele D’Anza, hanno per protagonista il commissario Hans Bärlach. Interpretato magistralmente da Paolo Stoppa, Bärlach è un uomo anziano, ammalato, che si fa guidare più dalla sua coscienza critica che del tradizionale “fiuto” attribuito ai detective. E affronta risolvendo misteri appassionanti alcuni dei grandi dilemmi morali del nostro tempo. La promessa, che è divenuto un film per la televisione nel 1979 per la regia di Alberto Negrin, sfida poi le regole stesse del genere. Lo ricorda il sottotitolo: Un requiem per il romanzo giallo.
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IL GOTICO
Il genere detto “gotico” è nato in letteratura anche precedentemente ai primi esempi di storia poliziesca. Da un immaginario diario di Byron del 1817 che prende le mosse la riscoperta del gotico nello sceneggiato italiano: Il segno del comando, una miniserie diretta da Daniele D’Anza con Carla Gravina e Ugo Pagliai, ambientata nei luoghi più suggestivi di una Roma tra oggi, il Rinascimento e l’Ottocento, carico di (possibili) fantasmi e di elementi soprannaturali. Ebbe un successo imprevisto, segnale della curiosità del pubblico per forme e narrazioni cariche di mistero ma diverse dal giallo classico. Sulla sua scia, nacquero altri thriller tra storia e leggenda come L’amaro caso della baronessa di Carini (1975), collocato in una Sicilia arcaica. Parallelamente l’intreccio tra mistero, fantascienza e apertura al soprannaturale generava la breve, ma molto seguita, stagione di quelli che vennero chiamati “fantasceneggiati”: A come Andromeda (1972), Gamma (1975) e, nel 1973, ESP: l’acronimo sta per “percezione extra-sensoriale”.
CARLO EMILIO GADDA E IL COMMISSARIO INGRAVALLO
Riconosciuto come uno dei massimi scrittori italiani del Novecento, Carlo Emilio Gadda (1893-1973) fu autore di un solo giallo, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. È stato tradotto in film, Un maledetto imbroglio di e con Pietro Germi, 1959; in una trascrizione teatrale diretta da Luca Ronconi, 1996; e in una miniserie televisiva diretta da Piero Schivazappa, 1983. Il Pasticciaccio, pubblicato per la prima volta nel 1946 a puntate sulla rivista “Letteratura”, apparve poi in forma di libro nel 1957. Ambientato negli appartamenti di una Roma borghese, risuona degli accenti del contado e di molte diverse zone d’Italia, tra cui la ruvida parlata molisana del commissario Ingravallo, interpretato nella serie televisiva da Flavio Bucci, che scioglie i “gomitoli” dei delitti con un intuito fatto di ironia e di comprensione umana.
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LA ROMA DEL SEGNO DEL COMANDO
Le vicende, tra il thriller e il fantastico, dello sceneggiato Il segno del comando sono ambientate in alcuni dei luoghi più suggestivi del centro di Roma, carichi di storia e di atmosfera. In questa mappa è possibile riconoscere alcuni degli edifici, delle strade, delle piazze attraversate dai protagonisti della serie.
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CHE COS’È UN GIALLO
Chi segue un poliziesco, su un libro come in televisione, si aspetta di essere sorpreso. Sia il nome del colpevole sia gli sviluppi della vicenda devono essere inattesi: è parte del piacere. Ma si aspetta anche di ritrovare alcuni elementi che ritornano, da un giallo all’altro, da un episodio all’altro di una serie. Anche questa regolarità, questa familiarità, è parte del piacere. Il poliziesco classico può essere paragonato a un gioco, con le sue regole. Per cominciare, è essenziale che ci sia un delitto: un omicidio, a cui eventualmente ne seguiranno altri. E ci vuole un detective, che ci guida alla scoperta del colpevole. Lo fa con un’inchiesta, mettendo insieme gli indizi per ricostruire che cosa è successo. Nel corso dell’indagine formulerà diverse ipotesi, mentre lo spettatore si appassionerà a immaginare le sue: la storia dell’inchiesta, e quella parallela del delitto che man mano emerge, sono il cuore del giallo. Alla fine verrà svelata la soluzione, e saremo pronti per risolvere un nuovo enigma...
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Con La strana morte del signor Benson, apparso nel settembre 1929, si inaugurava la collana I libri gialli, poi I gialli Mondadori, che ha stabilito nel pubblico italiano l’associazione tra i romanzi polizieschi e il colore giallo. È un testo di S.S. Van Dine, autore noto per la creazione del personaggio di Philo Vance, l’investigatore dandy che sarebbe stato impersonato in televisione da Giorgio Albertazzi, e noto anche per le “venti regole”: che sarebbero state poi seguite da gran parte degli autori di gialli classici, quelli “ad enigma” pensati per stimolare il lettore a cercare di individuare il colpevole prima dello stesso detective.
Il volume proviene dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori - Biblioteca storica Mondadori
“Se lei tutta questa bella roba sul conto d’un individuo, la leggesse in un libro giallo, che cosa direbbe?”“Che il colpevole del ricatto è lui!”“Naturalmente. Perché vede, Galimberti, il compito principale degli autori è quello di imbrogliare gli affezionati lettori, circa la maggiore o minore onestà dei propri personaggi. I più misteriosi e sospettabili dei quali, generalmente, non hanno niente a che vedere con la vicenda.”
“Pronto. Pronto! Pronto polizia, parla Duffy! Pronto!”“Scusi, ha sbagliato numero.”
“Sono venuti ad ammazzarmi… ce li ho in casa! E lei, lei deve… Ecco! Ha sentito? Ha riattaccato! E ora viene, viene su, sale le scale! Mi dia, mi dia la polizia, subito!”“Sì, chiamo la polizia, riattacchi.”
“Abbiamo trasmesso Sulle tracce del Crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai. Presentazione di Peppino Ortoleva.”
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I MALI D’ITALIA
Nel 1984 la prima serie di La piovra, diretta da Damiano Damiani e con Michele Placido nel ruolo del commissario Corrado Cattani, conobbe subito in Italia e in molti altri Paesi un successo che avrebbe poi accompagnato le successive serie fino al 2001. Il poliziesco televisivo si avvicinava ai temi della mafia e della criminalità organizzata, una delle piaghe più drammatiche del nostro Paese, come avrebbero dimostrato, nel 1992, gli attentati contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e le persone che li accompagnavano. Nello stesso periodo, diverse serie televisive, da Nucleo Zero (1984) a Donne armate (1991) affrontarono un altro lato oscuro della società italiana, il terrorismo. Verso la fine del millennio, il giallo Rai si aprì a nuove sperimentazioni: tra queste, le inchieste in forma di giallo su fatti di cronaca condotte da Carlo Lucarelli e con La squadra la forma italiana di police procedural dove la storia di un gruppo di poliziotti e poliziotte si intreccia con quella dei crimini da loro combattuti.
OMBRE E MISTERI D’ITALIA 1984-2000
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UN NUOVO SECOLO
Il poliziesco degli anni 2000 è caratterizzato da figure di investigatori e investigatrici appartenenti ai corpi di polizia nazionali o all’ordine giudiziario. Sono personaggi non privi di lati ironici, a volte decisamente comici: non eroi tutti di un pezzo ma spesso complessi e perfino ambigui, che sciolgono enigmi ma insieme accompagnano lo spettatore in una società che conosce nuovi problemi, dai crimini finanziari allo sfruttamento violento degli immigrati. Sono gli anni nei quali la serialità televisiva comincia a essere riconosciuta, dagli USA ai Paesi nordici a Israele, come una forma artistica di dignità ormai pari al cinema: la regia, i dialoghi, l’uso stesso del colore si fanno sempre più raffinati. Il giallo Rai partecipa in pieno a questa nuova tendenza, e insieme esplora i luoghi di un Paese il cui fascino sta anche nella grande varietà delle città e dei paesaggi: dalla Torino di Non uccidere alla Trieste della Porta rossa, dal delta padano di Nebbie e delitti alla Sicilia barocca e spesso mozzafiato del Commissario Montalbano.
PROFONDO CRIME 2001-2020
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Ascolta - Audio armadio
ANDREA CAMILLERI E IL COMMISSARIO MONTALBANO
Lo scrittore di Porto Empedocle, Andrea Camilleri (1925-2019), ha cominciato la sua carriera letteraria, a parte qualche primo tentativo precedente, a 67 anni, nel 1992, e da allora ha prodotto opere di straordinaria popolarità, tradotte in tutto il pianeta. Ha creato un proprio linguaggio, tra l’italiano e il siciliano, comprensibile ed esotico insieme. Ha ambientato tutte le sue storie in una personalissima geografia, fatta di città e paesi inesistenti e perfettamente credibili. Camilleri ha lavorato a lungo alla Rai come sceneggiatore, delegato alla produzione e regista a molti sceneggiati, tra cui diversi gialli. Nella sua stagione di romanziere, poi, ha alternato romanzi collocati nell’Ottocento o nel primo Novecento con i polizieschi, imperniati sulla figura del commissario Salvo Montalbano: un detective profondamente legato alla Sicilia, ma tutt’altro che provinciale. La serie televisiva del commissario Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ha esordito nel 1999 e nel 2012 la serie è stata affiancata da un prequel, Il giovane Montalbano.