Avanti
Ubaldo Lay
Giallo Club - Invito al poliziesco
regia di Guglielmo Morandi, 1961
Elena Zareschi, Giorgio Albertazzi e il regista
Claudio Fino, Un fatto di cronaca, 1954
Arnoldo Foà
Cabina telefonica
regia di Giacomo Vaccari, 1956

BIANCO, NERO, GIALLO

La Rai diede avvio alle trasmissioni televisive regolari nel gennaio 1954. I primi gialli comparvero alla fine di quell’anno, con Il processo di Mary Dugan, tratto da un dramma americano. Inizialmente si trattava soprattutto di spettacoli a carattere fortemente teatrale, ma pochi anni dopo lo stile cominciò a cambiare: nacquero le prime serie. Nel 1958 ne venne inaugurata una tutta “italiana”, Aprite: Polizia! e nel 1959, comparve con il volto di Ubaldo Lay, il tenente Sheridan il detective dall’impermeabile bianco. Nel 1964 con il commissario Maigret, interpretato da Gino Cervi, nacque una nuova serie destinata a durare quasi un decennio.

Rai Teche è il più grande archivio audiovisivo italiano. Un patrimonio che attraversa letteratura, cinema, teatro, musica, danza, arte e sport. Una collezione di volti storici di artisti, scrittori, musicisti, attori, protagonisti della politica e della società, compresi i mille volti e le molte voci della gente comune. "Il più grande deposito culturale del Paese" secondo la definizione di Angelo Guglielmi.
Circa 3 milioni di ore audiovisive che dalla nascita della Radio nel 1924, e poi nel 1954 con la nascita della televisione, hanno accompagnato la crescita culturale e linguistica del nostro Paese.
Sono disponibili online 75 milioni di documenti indicizzati sul Catalogo Multimediale e oltre 400.000 foto digitalizzate, anche grazie alla recente acquisizione dell'enorme archivio fotografico della Omega Fotocronache di Vito Liverani.
Rai Teche è uno strumento prezioso per conoscere il nostro passato, capire il presente e costruire il futuro. Per questo la Direzione è impegnata in un costante lavoro di preservazione e innovazione dell’archivio. Innovazione che si sostanzia anche in grandi progetti "fuori le Teche" come questa mostra fotografica e audiovisiva.

Sulle tracce del Crimine

Viaggio nel giallo e nero Rai. La mostra

Dal 7 Ottobre 2020 al 6 Gennaio 2021

ROMA CAPITALE

Virginia Raggi, Sindaca; Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita culturale

SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI

Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali

Servizio di Staff – Comunicazione e Relazioni Esterne

Isabella Toffoletti, Responsabile; Teresa Franco, Filomena La Manna con Luca D’Orazio, Comunicazione e Relazioni Esterne

Servizio Mostre e Attività Espositive e Culturali

Federica Pirani, Responsabile; Mirella Di Dino, Coordinamento Tecnico-Scientifico; Monica Casini, Francesco Salatino, Coordinamento Amministrativo; Monica Zelinotti con Maria Cucchi e Simonetta De Cubellis, Collaborazione all’allestimento

MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE

Direzione Ville, Parchi Storici e Musei Scientifici

Giancarlo Babusci, Direttore

Servizio Musei di Arte Moderna e Contemporanea

Sergio Guarino, Responsabile; Silvana Bonfili con Alfonsa Riverso, Museo e mostre temporanee; Roberta Perfetti, Comunicazione Promozione Eventi; Silvia Telmon, Conservazione e Didattica; Donatella Occhiuzzi, Collezioni D.E.A. e Iconografico

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E PER IL TURISMO

Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo

RAI TECHE

Maria Pia Ammirati, Direttore; Gianluca Picciotti, Vicedirettore

ZÈTEMA

Remo Tagliacozzo, Amministratore Unico; Roberta Biglino, Direttore Generale; Claudio Di Biagio con Claudia Di Lorenzo e Sara Zappalà, Coordinamento;  Luisa Fontana, Comunicazione integrata; Natalia Lancia, Promozione; Patrizia Morici, Ufficio stampa; Patrizia Bracci con Marta Barberio Corsetti, Rapporti e comunicazioni istituzionali

LA MOSTRA: PRODUZIONE E CURA

Da un’idea di Stefano Nespolesi

A cura di Maria Pia Ammirati e Peppino Ortoleva

Progetto grafico a cura di Rai Direzione Creativa; Progetto scenografico, Carlo Canè; Supervisione organizzativa, Barbara Francesconi; Coordinamento editoriale, Susanna Gianandrea; Organizzazione Rai Teche, Susanna Tatarella, Andrea Di Consoli, Laura Massacra;  Fotografie, Stefano Nespolesi; Elaborazione digitale delle immagini, Sergio Gigliati; Testi, Peppino Ortoleva; Ricerche e documentazione, Carla Consalvi, Susanna Gianandrea, Emanuele Gagliardi, Manuela Zulian, Maria Paola Calcaprina, Pamela Casadei, Elena Rossi, Ombretta Novelli, Silvia Bruni, Giovanna Lipari; Consulenza archivio audiovisivo, Sebastiano Di Paola; Gestione Diritti Audiovisivi, Gianfranco Bono; Diritti d’Autore, Silvia D’Angelantonio, Maria Cristina Alfonsi; Digitalizzazione audiovisivi, Giorgio Balocco, Davide Mazzucco, Daniele Liotto, Gabriele Di Matteo, Diego Trigilia, Davide Adornato; Ambientazioni sonore a cura di Susanna Gianandrea, Regia di Maria Baratta, Edizione sonora,  Claudio Colazzo, Rai Centro Produzione Torino; Allestimento scenografico, Carlo Canè, Vittorio Corvi, Valentina Pezzini; Allestimenti, Rai Centro Produzione Roma, Vicedirettore, Marco Cunsolo, Coordinamento organizzativo, Antonin Joseph Di Santantonio; Luci, Giovanni Tosti; Impianto audio e video, Silvio Rossi e Gianni Piccioni; Traduzioni testi, Star7 Global Content Torino

In collaborazione con: Rai Direzione Comunicazione, Rai Direzione Creativa, Rai Fiction, Rai Centro Produzione Roma, Rai Centro Produzione Torino, Rai Centro Ricerche Torino, Rai Com, Rai Libri

Si ringraziano

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori

INA

Si ringrazia per la concessione delle foto e degli estratti video:

Casanova Multimedia; Cattleya; Clemart srl; Compagnia Leone Cinematografica; Cross Productions; Dauphine Film Company; Endemol Shine Italy; Fremantle; Garbo Produzioni; Italian International Film; ITV Movie; LDM Comunicazione; Lux Vide; Ocean Productions; Palomar; Rodeo Drive; Solaris Media; Tangram Film.

Si ringrazia per la concessione di materiale documentale:

Archivio La Stampa; Archivio storico Fondazione Corriere della Sera; Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (Ufficio catalogazione e valorizzazione raccolte del XIX e XX secolo); Centre Dürrenmatt Neuchâtel; Centro studi e documentazione del Teatro di Roma - Teatro Nazionale; Clementoni; Corriere della Sera; Diabolik - Astorina Srl; Eredi di Dino Buzzati; L’Europeo RCS MediaGroup; Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori; Gruppo Arnoldo Mondadori Editore; The Italian Literary Agency; Max Bunker e 1000VolteMeglio Publishing; Museo della Radio e della Televisione Rai; Museo Nazionale del Cinema - Bibliomediateca Mario Gromo; Oblomov Edizioni; La Repubblica; Salani Editore; Enrico Salvatori; TMS Entertainment Co., Ltd; Lorenzo Viganò.

Un particolare ringraziamento a:  

Daniele Airola Gnota; Gino Alberico; Alberto Allegranza; Antonella Angelini; Francesco Angelone; Azzurra Ariè; Guglielmo Ariè; Riccardo Barbagallo; Valentina Balzarotti Barbieri; Cristina Bariani; Ariella Beddini; Luca Bernabei; Rossella Bonadonna; Laura Bortolozzi; Claudia Bozzone; Zelda Buffoni; Benedetta Buonomini; Raffaela Busia; Silvia Cabasino; Marco Camilli; Andrea Canino; Paolo Carella; Annalisa Caporicci; Piero Cartello; Carlo Casoli; Patrizio Celli; Massimo Corcelli; Alessandro Corsetti; Domenico De Gaetano; Guido De Laurentiis; Tarquinio Deli; Saverio D’Ercole; Simonetta Di Camillo; Annarita Di Carlo; Francesca Di Donna; Giovanni Di Giuseppe; Francesca Romana Di Grazia; Daniele Di Lorenzo; Marco Di Pasqua; Dante Errico; Susanna Fancelli; Sonia Farnesi; Cristina Ferrua; Chiara Friggi; Andrea Gabrieli; Benedetta Galbiati; Simone Gattoni; Mario Gerosa; Giada Giannecchini; Claudio Girivetto; Emanuele Giussani; Sergio Giussani; Mario Gomboli; Paolo Granata; Barbara Griffini; Walter Ingrassia; Zoé Laboue; Sebastian Lanzara; Matteo Levi; Roberto Levi; Paola Lucisano; Duc-Hanh Luong; Marco Magagnin; Pierluigi Magliocca; Isabella Manzollino; Cinzia Mariani; Marco Marini; Massimo Martino; Gianpiero Mattachini; Micaela Mazza; Marco Medea; Anastasia Michelagnoli; Rita Morelli; Alberto Morello; Monica Moro; Maria Adua Nacchia; Barbara Negrini; Roberto Orlandini; Nicoletta Pacini; Chiara Pagotto; Sonia Paitoni; Barbara Pellegrino; Donata Pesenti Campagnoni; Fabio Pezzetti Tonion; Alessandra Pezzotti; Germana Pierucci; Andrea Plebe; Stefano Pogelli; Riccardo Polignieri; Anna Pomara; Filippo Porcelli; Lisa Praticò; Chiara Quaglia; Silvia Re; Roberta Ricciardelli; Elisabetta Rigotti; Maddalena Rinaldo; Roberto Rossetto; Guido Rossi; Giulia Sabbatini; Fabiola Sanesi; Antonella Sarti; Federico Scardamaglia; Priscilla Raffaella Secchi; Elisabetta Sgarbi; Roberta Solari; Paola Stramazzi; Roberto Stringa; Mileva Stupar; Chiara Supplizi; Liana Suppressa; Maurizio Tini; Francesca Tramma; Luca Traverso; Antonio Valenti; Claudia Vicini; Lorenzo Viganò; Gianluca Visalli; Massimo Visca; Davide Volpe; Delphine Wibaux.

Rai Teche rimane disponibile a riconoscere i compensi per eventuali diritti già non acquisiti.

Supporto organizzativo ZÈTEMA

In collaborazione con FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI e INA

SULLE TRACCE DEL CRIMINE. VIAGGIO NEL GIALLO E NERO RAI

In Italia lo chiamiamo poliziesco, o “giallo”: è il genere più popolare da quasi due secoli, sotto forma di libro, di film, di storia a fumetti. E anche di sceneggiato o di serie televisiva. La televisione italiana ha prodotto storie poliziesche fin dal suo primo anno di vita nel 1954; ha dato voci e volti ai personaggi di alcuni dei maggiori autori di libri gialli, da Simenon a Dürrenmatt, da Gadda a Camilleri. Al giallo classico ha poi affiancato altri modelli, come il gotico, carico di elementi soprannaturali, il fantastico, e il “nero”, denso di cupe atmosfere.
Sulle tracce del crimine ricostruisce quasi settant’anni di gialli Rai. E insieme ci propone un’indagine nella storia e nella memoria del Paese, dai delitti e processi celebri della cronaca nera, alle vicende di terrorismo e di mafia, agli ambienti urbani del nuovo millennio.

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Elsa Merlini e Dario Fo
Villini a sorpresa
regia di Stefano De Stefani, 1958
Alfred Hitchcock, Carlo Romano e
Anton Giulio Majano negli studi Rai, 1960
Enrico Maria Salerno, Franco Graziosi
e Silvano Tranquilli
Teatro - inchiesta n. 3
Ipotesi per un delitto: Il caso Evans
regia di Marco Leto, 1967
Rossano Brazzi e Emy Eco
Melissa
regia di Daniele D’Anza, 1966
Warner Bentivegna e Valentina Cortese
Processi a porte aperte - Io difendo Elvira Sharney
regia di Silverio Blasi, 1968
E NESSUNO NE RESTÒ 1954 – 1968
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E NESSUNO NE RESTÒ 1954 – 1968  

  • Più rosa che giallo - Delitto alla televisione, regia di Alberto Bonucci, 1962 
  • Dieci poveri negretti, regia di Alessandro Brissoni, 1955
  • Sette piccole croci, regia di Vittorio Cottafavi, 1957
  • Le inchieste del commissario Maigret, regia di Mario Landi, 1964 - 1972
  • Aprite: Polizia! - Jazz freddo, regia di Daniele D’Anza, 1958
  • Giallo Club - Invito al poliziesco, Rapina al grattacielo, regia di Stefano De Stefani, 1960
  • Le avventure di Laura Storm, regia di Camillo Mastrocinque, 1965-1966
  • La donna rossa, regia di Vito Molinari, 1957
  • Melissa, regia di Daniele D’Anza, 1966
  • Sherlock Holmes - L’ultimo dei Baskerville, regia di Guglielmo Morandi, 1968
  • Le sorelle omicidi, regia di Claudio Fino, 1958
  • La sciarpa, regia di Guglielmo Morandi, 1963
  • I figli di Medea, regia di Anton Giulio Majano, 1959
A cura di Peppino Ortoleva e Susanna Gianandrea  
 
Regia Maria Baratta - montaggio Fabio De Giovanni - edizione sonora Claudio Colazzo
Rai Centro Produzione Torino

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Gino Cervi
Le inchieste del commissario Maigret
regia di Mario Landi, 1964 - 1972
Georges Simenon
Orazio Orlando e Gino Cervi
Le inchieste del commissario Maigret
Un’ombra su Maigret
regia di Mario Landi, 1964 - 1965
Andreina Pagnani e Gino Cervi
Le inchieste del commissario Maigret
Un Natale di Maigret
regia di Mario Landi, 1965

GEORGES SIMENON E IL COMMISSARIO MAIGRET

Georges Simenon (1903 – 1989) è stato uno degli scrittori più produttivi del Novecento: tra i romanzi e racconti firmati con il suo nome e altri firmati con pseudonimo si parla di varie centinaia di opere. Tra queste, i settantasei romanzi che raccontano del commissario Maigret, i primi diciannove dei quali furono pubblicati in tre anni, tra il 1931 e il 1934, gli ultimi cinque tra il 1970 e il 1972. Per molti anni, i critici non hanno attribuito grande valore a questo scrittore. Ora è riconosciuto come uno dei grandi del Novecento. Anche per i suoi polizieschi, duri e umani insieme, con le loro atmosfere complesse e gli enigmi sempre ben congegnati. La Rai ha prodotto le storie di Maigret tra i 1964 e il 1972, a opera di un gruppo di sceneggiatori tra cui spiccava il drammaturgo Diego Fabbri. Al centro, a interpretare Maigret, l’attore Gino Cervi, che gli italiani identificarono totalmente con il personaggio.

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Tino Buazzelli e Paolo Ferrari
Nero Wolfe - Veleno in sartoria
regia di Giuliana Berlinguer, 1969
Il regista Daniele D’Anza
Il regista Anton Giulio Majano
Qui Squadra Mobile, 1972
Il fiuto di Sherlock Holmes
Hayao Miyazaki, 1984
NERO, FANTASTICO, BUFFO, ROMANTICO 1969 - 1983
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TRA POLIZIESCO E NOIR

Con le serie di Nero Wolfe, il corpulento detective interpretato da Tino Buazzelli, e di padre Brown, l’investigatore più paradossale che spirituale inventato da Gilbert K. Chesterton e impersonato da Renato Rascel, la Rai dei tardi anni Sessanta e dei primi anni Settanta introdusse nuove popolari figure di investigatori, che diversificavano le figure del giallo classico. Ma un segnale innovativo e inatteso arrivò dal grande successo di una storia molto diversa, Il segno del comando, tra il nero, il soprannaturale e gli enigmi di un giallo. Cominciava l’epoca del fantastico. Negli stessi anni, nei quali il Paese era attraversato da nuove tensioni, la televisione si apriva a un genere che cominciava a godere di grande influenza, il noir: tra la messa in scena di classici americani, gli esperimenti di Dario Argento, un regista che anche al cinema stava modificando i canoni del film di suspense, e uno sceneggiato molto innovativo, Dov’è Anna? .

IL FIUTO DI SHERLOCK HOLMES DI HAYAO MIYAZAKI

L’animatore giapponese Hayao Miyazaki, nato nel 1941, e premio Oscar nel 2003 per La città incantata, è internazionalmente riconosciuto come uno dei maggiori innovatori del genere. Nei primi anni Ottanta Rai propose alla casa giapponese Tokyo Movie Shinsha una coproduzione, sotto la direzione appunto di Miyazaki, un’interpretazione insieme fedele e inventiva della figura del grande Sherlock Holmes, affiancato dal dottor Watson e in perenne conflitto con il suo nemico Moriarty. Le 26 puntate della serie andarono in onda in Italia e in Giappone nel 1984.

NERO, FANTASTICO, BUFFO, ROMANTICO 1969 - 1983

  • La porta sul buio - Il tram, regia di Sirio Bernadotte (Dario Argento), 1973
  • Nero Wolfe - Circuito chiuso, regia di Giuliana Berlinguer, 1969
  • Bebawi - Il delitto di via Lazio, regia di Michele Massa, 1983
  • Il sospetto, regia di Daniele D'Anza, 1972
  • Joe Petrosino, regia di Daniele D’Anza, 1972
  • La porta sul buio, un programma in quattro episodi di Dario Argento, 1973
  • A come Andromeda, regia di Vittorio Cottafavi, 1972
  • Il segno del comando, regia di Daniele D’Anza, 1971
  • L’amaro caso della baronessa di Carini, regia di Daniele D’Anza, 1975
  • I racconti di padre Brown - Le colpe del principe Saradine, regia di Vittorio Cottafavi, 1971
  • Il giudice e il suo boia, regia di Daniele D’Anza, 1972
  • Un certo Harry Brent, regia di Leonardo Cortese, 1970
  • Dov’è Anna?, regia di Piero Schivazappa, 1976
  • Le inchieste del commissario Maigret, regia di Mario Landi, 1964 - 1972
  • I giovedì della signora Giulia, regia di Paolo Nuzzi e Massimo Scaglione, 1970
  • F.B.I. - Francesco Bertolazzi Investigatore, regia di Ugo Tognazzi, 1970
A cura di Peppino Ortoleva e Susanna Gianandrea 
 
Regia Maria Baratta - montaggio Fabio De Giovanni - edizione sonora Claudio Colazzo
Rai Centro Produzione Torino

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Alberto Lupo e Corrado Pani
Come un uragano
regia di Silverio Blasi, 1971
Orazio Orlando e Giancarlo Sbragia
Qui Squadra Mobile
regia di Anton Giulio Majano, 1973
Virna Lisi e Giorgio Albertazzi
Philo Vance - La canarina assassinata
regia di Marco Leto, 1974
Carla Gravina
Il segno del comando
regia di Daniele D’Anza, 1971
Ennio Balbo, Marzia Ubaldi e Roberto Herlitzka
Un certo Harry Brent
regia di Leonardo Cortese, 1970

ESPLOSIONE DEL GENERE

Negli anni Cinquanta il genere poliziesco era ormai con ogni evidenza il più popolare dell’editoria italiana. Altri editori oltre a Mondadori cominciarono a pubblicare loro collane. Uno fu Garzanti, che dapprima si specializzò in gialli americani “duri” a cominciare dalla serie di Mickey Spillane, poi diede spazio anche a raffinati autori francesi come Boileau e Narcejac, e ad autori italiani, come Giorgio Scerbanenco. La casa editrice Longanesi con i Gialli Proibiti raggiunse grandi tirature soprattutto pubblicando i romanzi di spionaggio di Ian Fleming: la serie con protagonista James Bond. Altre case editrici pubblicarono serie di poliziesco a basso prezzo, ma a volte con titoli interessanti, sotto etichette come I Narratori Americani del Brivido e I Gialli dello Schedario. Negli anni Cinquanta e Sessanta anche un mezzo di comunicazione tipicamente italiano, il fotoromanzo, diede ampio spazio a gialli e thriller. Inoltre, nel 1962 apparve il primo numero del fumetto Diabolik, delle sorelle Angela e Luciana Giussani, che affiancava storie illustrate a carattere più tradizionale, dall’avventuroso al western.

 

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Lauretta Masiero
Le avventure di Laura Storm
Diamanti a gogò
regia di Camillo Mastrocinque, 1965
Claudia Koll, Linda e il brigadiere
regia di Gianfrancesco Lazotti e Alberto Simone
1997 - 1998
Lucrezia Lante della Rovere
Donna Detective
regia di Cinzia TH Torrini e Fabrizio Costa
2007 e 2010
foto di Bruno Rukauer
Vanessa Scalera
Imma Tataranni - Sostituto procuratore
regia di Francesco Amato, 2019
foto di Adriano Giordanella
Cristiana Capotondi
Cristiana Capotondi
Bella da morire
regia di Andrea Molaioli, 2020
foto di Maria Marin
DONNE IN GIALLO
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Vanessa Incontrada
Il capitano Maria
regia di Andrea Porporati, 2018
foto di Fabrizio Di Giulio

LAURA STORM E LE ALTRE

Laura Storm, la prima investigatrice della televisione italiana non è straniera, come potrebbe far pensare quello “storm”, tempesta, che in realtà è uno pseudonimo.  Non è una detective di professione, ma una giornalista con il fiuto per il crimine, e ha con la polizia un complicato rapporto di competizione e occasionalmente di collaborazione. Il primo poliziesco Rai a protagonista femminile (1965-66) aveva i toni di quello che all’epoca era chiamato un giallo-rosa: storie di delitti certo, ma abbastanza lievi da non prendersi troppo sul serio. Le figure di donne investigatrici in ruoli più drammatici sarebbero venute dopo, a partire dagli anni Novanta.  Personaggi come il commissario di Linda e il brigadiere (1997-2000), o l’ispettore capo Lisa Milani di Donna Detective (2007 e 2010), o ancora le poliziotte che appaiono nei police procedural, ad esempio La squadra, sono rappresentative di questo cambiamento. E sono protagoniste di storie a volte ironiche a volte anche molto dure, che spesso hanno tra i loro temi la subordinazione femminile e la violenza contro le donne, come accade in Bella da morire.

DONNE IN GIALLO

  • Le avventure di Laura Storm, regia di Camillo Mastrocinque, 1965 - 1966
  • La vedova e il piedipiatti, regia di Mario Landi, 1979
  • Linda e il brigadiere, regia di Gianfrancesco Lazotti e Alberto Simone, 1997 - 2000
  • Lui e lei, regia di Luciano Manuzzi e Francesca Lodoli, 1998 - 1999
  • La squadra, 2000 - 2007
  • Provaci ancora Prof!, 2005 - 2017
  • Donna Detective, regia di Cinzia TH Torrini e Fabrizio Costa, 2007 e 2010
  • Non uccidere, regia di Giuseppe Gagliardi, 2015
  • L'allieva, regia di Fabrizio Costa e Luca Ribuoli, 2016 e 2018
  • I Bastardi di Pizzofalcone, regia di Carlo Carlei e Alessandro D’Alatri, 2017 - 2018
  • Il capitano Maria, regia di Andrea Porporati, 2018
  • Imma Tataranni – Sostituto procuratore, regia di Francesco Amato, 2019
  • Bella da morire, regia di Andrea Molaioli, 2020
Di Silvana Palumbieri
Montaggio Benny Virno Lamberti
Rai Centro Produzione Roma

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Glauco Mauri e Paolo Stoppa
Glauco Mauri e Paolo Stoppa
Il giudice e il suo boia
regia di Daniele D’Anza, 1972
Friedrich Dürrenmatt, 1979
foto di Peter Friedli, Berna
Archivio svizzero di letteratura
Ugo Pagliai e Gabriella Farinon
Il giudice e il suo boia
regia di Daniele D’Anza, 1972
Paolo Stoppa e Ferruccio De Ceresa
Il sospetto
regia di Daniele D’Anza, 1972
Ugo Pagliai e Janet Agren
L’amaro caso della baronessa di Carini
regia di Daniele D’Anza, 1975

FRIEDRICH DÜRRENMATT E IL COMMISSARIO BÄRLACH

Lo scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921-1990) è considerato uno dei maggiori drammaturghi e narratori di lingua tedesca del Novecento, per i suoi testi teatrali come per gli ironici racconti. E per le sue storie poliziesche. La Rai ha ripreso diversi dei gialli di Dürrenmatt. Il giudice e il suo boia e Il sospetto, trasformati nel 1972 in due miniserie entrambe per la regia di Daniele D’Anza, hanno per protagonista il commissario Hans Bärlach. Interpretato magistralmente da Paolo Stoppa, Bärlach è un uomo anziano, ammalato, che si fa guidare più dalla sua coscienza critica che del tradizionale “fiuto” attribuito ai detective. E affronta risolvendo misteri appassionanti alcuni dei grandi dilemmi morali del nostro tempo. La promessa, che è divenuto un film per la televisione nel 1979 per la regia di Alberto Negrin, sfida poi le regole stesse del genere. Lo ricorda il sottotitolo: Un requiem per il romanzo giallo.

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Giorgio Albertazzi
Jekyll
regia di Giorgio Albertazzi, 1969
Paola Pitagora
A come Andromeda
regia di Vittorio Cottafavi, 1972
Paolo Stoppa
ESP
regia di Daniele D’Anza, 1973
Carlo Emilio Gadda
al microfono negli studi Rai
Flavio Bucci e Scilla Gabel
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
regia di Piero Schivazappa, 1983
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
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IL GOTICO

Il genere detto “gotico” è nato in letteratura anche precedentemente ai primi esempi di storia poliziesca. Da un immaginario diario di Byron del 1817 che prende le mosse la riscoperta del gotico nello sceneggiato italiano: Il segno del comando, una miniserie diretta da Daniele D’Anza con Carla Gravina e Ugo Pagliai, ambientata nei luoghi più suggestivi di una Roma tra oggi, il Rinascimento e l’Ottocento, carico di (possibili) fantasmi e di elementi soprannaturali. Ebbe un successo imprevisto, segnale della curiosità del pubblico per forme e narrazioni cariche di mistero ma diverse dal giallo classico. Sulla sua scia, nacquero altri thriller tra storia e leggenda come L’amaro caso della baronessa di Carini (1975), collocato in una Sicilia arcaica. Parallelamente l’intreccio tra mistero, fantascienza e apertura al soprannaturale generava la breve, ma molto seguita, stagione di quelli che vennero chiamati “fantasceneggiati”: A come Andromeda (1972), Gamma (1975) e, nel 1973, ESP: l’acronimo sta per “percezione extra-sensoriale”.

CARLO EMILIO GADDA E IL COMMISSARIO INGRAVALLO

Riconosciuto come uno dei massimi scrittori italiani del Novecento, Carlo Emilio Gadda (1893-1973) fu autore di un solo giallo, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. È stato tradotto in film, Un maledetto imbroglio di e con Pietro Germi, 1959; in una trascrizione teatrale diretta da Luca Ronconi, 1996; e in una miniserie televisiva diretta da Piero Schivazappa, 1983. Il Pasticciaccio, pubblicato per la prima volta nel 1946 a puntate sulla rivista “Letteratura”, apparve poi in forma di libro nel 1957. Ambientato negli appartamenti di una Roma borghese, risuona degli accenti del contado e di molte diverse zone d’Italia, tra cui la ruvida parlata molisana del commissario Ingravallo, interpretato nella serie televisiva da Flavio Bucci, che scioglie i “gomitoli” dei delitti con un intuito fatto di ironia e di comprensione umana.

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Juliette Gréco
Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre
regia di Claude Barma, 1966

LA ROMA DEL SEGNO DEL COMANDO

Le vicende, tra il thriller e il fantastico, dello sceneggiato Il segno del comando sono ambientate in alcuni dei luoghi più suggestivi del centro di Roma, carichi di storia e di atmosfera. In questa mappa è possibile riconoscere alcuni degli edifici, delle strade, delle piazze attraversate dai protagonisti della serie.

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Piano superiore

Terence Hill
Don Matteo, 2000 - 2020
foto di Luisa Cosentino
Miriam Leone
Non uccidere
regia di Giuseppe Gagliardi, 2015
foto di Agnese Mazzenzana
Renato Rascel
I racconti di padre Brown
regia di Vittorio Cottafavi, 1970 - 1971
Andreina Pagnani e Gino Cervi
Le inchieste del commissario Maigret
Un Natale di Maigret
regia di Mario Landi, 1965
Cristiana Capotondi
Bella da morire
regia di Andrea Molaioli, 2020
foto di Maria Marin

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CHE COS’È UN GIALLO

Chi segue un poliziesco, su un libro come in televisione, si aspetta di essere sorpreso. Sia il nome del colpevole sia gli sviluppi della vicenda devono essere inattesi: è parte del piacere. Ma si aspetta anche di ritrovare alcuni elementi che ritornano, da un giallo all’altro, da un episodio all’altro di una serie. Anche questa regolarità, questa familiarità, è parte del piacere. Il poliziesco classico può essere paragonato a un gioco, con le sue regole. Per cominciare, è essenziale che ci sia un delitto: un omicidio, a cui eventualmente ne seguiranno altri. E ci vuole un detective, che ci guida alla scoperta del colpevole. Lo fa con un’inchiesta, mettendo insieme gli indizi per ricostruire che cosa è successo. Nel corso dell’indagine formulerà diverse ipotesi, mentre lo spettatore si appassionerà a immaginare le sue: la storia dell’inchiesta, e quella parallela del delitto che man mano emerge, sono il cuore del giallo. Alla fine verrà svelata la soluzione, e saremo pronti per risolvere un nuovo enigma...

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Adolfo Celi
Joe Petrosino
regia di Daniele D’Anza, 1972
Corrado Pani
Una pistola in vendita
regia di Vittorio Cottafavi, 1970

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Radioricevitore Abat-jour
Arel Lumeradio, 1938
Rai Museo della Radio
e della Televisione
Radioricevitore Ducati “Paniere”, 1941
Rai Museo della Radio e della Televisione
Radioricevitore Tesla 308U Talisma
1953 - 1958
Rai Museo della Radio e della Televisione

Con La strana morte del signor Benson, apparso nel settembre 1929, si inaugurava la collana I libri gialli, poi I gialli Mondadori, che ha stabilito nel pubblico italiano l’associazione tra i romanzi polizieschi e il colore giallo. È un testo di S.S. Van Dine, autore noto per la creazione del personaggio di Philo Vance, l’investigatore dandy che sarebbe stato impersonato in televisione da Giorgio Albertazzi, e noto anche per le “venti regole”: che sarebbero state poi seguite da gran parte degli autori di gialli classici, quelli “ad enigma” pensati per stimolare il lettore a cercare di individuare il colpevole prima dello stesso detective.

Il volume proviene dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori - Biblioteca storica Mondadori

C’è un giallo che attraversa tutte le storie poliziesche. Che siano libri, che siano serie televisive o “sceneggiati”, come si suol dire - o si soleva dire - in Italia.
Il giallo è… Perché le storie di delitti e di misteri sono così popolari? Perché sono così persistenti, nel loro successo, in tutte le diverse forme?
Il giallo ci dà un brivido molto particolare, che è il brivido della trasgressione. Non a caso i gialli parlano sempre di omicidi, non parlano di altre forme di crimine: furti, rapine, eccetera eccetera. Parlano di trasgressioni, di violazioni delle regole del vivere civile, in particolare della più terribile delle trasgressioni, che è l’omicidio.
Leggendo un libro giallo, noi stiamo dalla parte dell’ordine, stiamo dalla parte di chi persegue e perseguita l’assassino. Ma al tempo stesso, ricostruiamo le tappe del suo atto, del suo delitto o dei suoi delitti e anche la sua mente, e ci mettiamo dal suo punto di vista. In qualche modo, siamo “dentro” la mente del criminale.
E questo è un piacere, una trasgressione che non ha un costo e che, d’altra parte, esce dalle regole della vita quotidiana. Contemporaneamente, il giallo ci parla di un mistero, ci parla di un enigma irrisolto. Uno dei piaceri del giallo è sciogliere l’enigma, magari arrivare a risolverlo prima del detective. Un altro dei piaceri del giallo, più profondo, è affrontare il mistero dei misteri: la morte, come un enigma che si può, in qualche modo, risolvere. 
Il giallista ha un’arte che consiste nel metterci, in parte, sulla falsa pista, in parte sulla vera pista e fare sì che siamo “noi” a risolvere il mistero.
“Se lei tutta questa bella roba sul conto d’un individuo, la leggesse in un libro giallo, che cosa direbbe?”
“Che il colpevole del ricatto è lui!”
“Naturalmente. Perché vede, Galimberti, il compito principale degli autori è quello di imbrogliare gli affezionati lettori, circa la maggiore o minore onestà dei propri personaggi. I più misteriosi e sospettabili dei quali, generalmente, non hanno niente a che vedere con la vicenda.”
Frammento radiofonico: L’ispettore Scala è in piedi, 1951
 
Il poliziesco è nato quasi due secoli fa, nell’immaginazione di uno degli scrittori più visionari, forse, della storia: Edgar Allan Poe. Ma è nato anche nella mente di altri scrittori, nelle due città che erano le capitali del tempo, Londra e Parigi, e in quelle città americane che si preparavano a diventare le nuove capitali del mondo.
Aveva forma di libro o di storia a puntate, comunque qualcosa da leggere. Poi, all’inizio del Novecento, sarebbe nato il poliziesco cinematografico. Nel 1929 in Italia nasce la prima serie regolare di libri gialli e, un paio d’anni prima, ci sono i primi esperimenti di una nuova forma: il giallo radiofonico.
“Pronto. Pronto! Pronto polizia, parla Duffy! Pronto!”
“Scusi, ha sbagliato numero.”
Frammento radiofonico: Scusi, ha sbagliato numero, 1952
 
La radio era un mezzo con caratteristiche nuove, che poi sarebbero state ereditate dalla televisione. Era un mezzo che si poteva seguire in casa e che poteva dare “appuntamento” al proprio pubblico giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Anche la radio si prestava, come le riviste dell’Ottocento, a fare gialli a puntate: una forma che sarebbe stata poi decisiva per il giallo televisivo. Perché, che cos’ha come caratteristica? Quella di crearci una struttura nella quale ci riconosciamo, ogni volta, per affrontare ogni volta un nuovo delitto, un nuovo enigma.
“Sono venuti ad ammazzarmi… ce li ho in casa! E lei, lei deve… Ecco! Ha sentito? Ha riattaccato! E ora viene, viene su, sale le scale! Mi dia, mi dia la polizia, subito!”
“Sì, chiamo la polizia, riattacchi.”
Frammento radiofonico: Scusi, ha sbagliato numero, 1952
 
La mostra “Sulle tracce del Crimine: viaggio nel giallo e nero Rai” è dedicata al giallo televisivo e ci permette di seguire, nel corso di quasi settant’anni, dal 1954 a oggi, l’evoluzione di un genere, la presenza di una serie di personaggi, alcuni dei quali sono rimasti nella memoria del pubblico, altri sono diventati celebri successivamente e, contemporaneamente, di seguire attraverso il giallo televisivo le trasformazioni di un paese.
“Abbiamo trasmesso Sulle tracce del Crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai. Presentazione di Peppino Ortoleva.”

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Giampaolo Morelli
L’ispettore Coliandro
regia dei Manetti Bros., dal 2006
Luca Zingaretti
Paolo Borsellino - I 57 giorni
regia di Alberto Negrin, 2012
foto di Mauro Sostini
Gigi Proietti
Il maresciallo Rocca
regia di Giorgio Capitani,
Lodovico Gasparini,
José María Sánchez,
e Fabio Jephcott
1996-2005
foto di Assunta Servello
Florinda Bolkan e Michele Placido
La piovra
regia di Damiano Damiani, 1984
Massimo Dapporto
Giovanni Falcone
L'uomo che sfidò Cosa Nostra,
regia di Andrea e Antonio Frazzi, 2006
foto di Gianluca Saragò
OMBRE E MISTERI D’ITALIA 1984-2000
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I MALI D’ITALIA

Nel 1984 la prima serie di La piovra, diretta da Damiano Damiani e con Michele Placido nel ruolo del commissario Corrado Cattani, conobbe subito in Italia e in molti altri Paesi un successo che avrebbe poi accompagnato le successive serie fino al 2001. Il poliziesco televisivo si avvicinava ai temi della mafia e della criminalità organizzata, una delle piaghe più drammatiche del nostro Paese, come avrebbero dimostrato, nel 1992, gli attentati contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e le persone che li accompagnavano. Nello stesso periodo, diverse serie televisive, da Nucleo Zero (1984) a Donne armate (1991) affrontarono un altro lato oscuro della società italiana, il terrorismo. Verso la fine del millennio, il giallo Rai si aprì a nuove sperimentazioni: tra queste, le inchieste in forma di giallo su fatti di cronaca condotte da Carlo Lucarelli e con La squadra la forma italiana di police procedural dove la storia di un gruppo di poliziotti e poliziotte si intreccia con quella dei crimini da loro combattuti.

OMBRE E MISTERI D’ITALIA 1984-2000

  • La piovra, regia di Damiano Damiani, 1984
  • Parole e sangue, regia di Damiano Damiani, 1982
  • Il commissario Corso, regia di Alberto Sironi e Gianni Lepre, 1991 - 1992
  • Quel treno per Budapest, regia di Paolo Poeti, 1990
  • Nucleo Zero, regia di Carlo Lizzani, 1984
  • Quattro delitti - Winchester M2, regia di Gian Pietro Calasso, 1979
  • Western di cose nostre, regia di Pino Passalacqua, 1984
  • L’attentatuni - Il grande attentato, regia di Claudio Bonivento, 2001
  • Il cugino americano, regia di Giacomo Battiato, 1986
  • Donne armate, regia di Sergio Corbucci, 1991
  • La squadra (prima stagione), regia di Claudio Norza, 2000
  • Blu notte - La grotta della Croara, condotto da Carlo Lucarelli, 1999
  • Naso di cane, regia di Pasquale Squitieri, 1986
  • A che punto è la notte, regia di Nanni Loy, 1994
  • Linda e il brigadiere - Il fratello di Linda, regia di Gianfrancesco Lazotti, 1998
  • Don Matteo - Lo straniero, regia di Enrico Oldoini, 2000
  • Il commissario Montalbano - Il ladro di merendine, regia di Alberto Sironi, 1999
A cura di Peppino Ortoleva e Susanna Gianandrea 
 
Regia Maria Baratta - montaggio Fabio De Giovanni - edizione sonora Claudio Colazzo
Rai Centro Produzione Torino

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Non uccidere
regia di Giuseppe Gagliardi, 2015
foto di Agnese Mazzenzana
Kim Rossi Stuart
Maltese - Il romanzo del commissario
regia di Gianluca Maria Tavarelli, 2017
foto di Assunta Servello
Lino Guanciale
La porta rossa
regia di Carmine Elia, 2017 e 2019
foto di Gabriele Crozzoli
Francesco Montanari
Il cacciatore
regia di Stefano Lodovichi e Davide Marengo
2018 e 2020
PROFONDO CRIME 2001-2020
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Guido Caprino
Il commissario Manara
regia di Davide Marengo e Luca Ribuoli
2009 e 2011
foto di Alessandro Zingone, Assunta Servello
e Francesca Martino

UN NUOVO SECOLO

Il poliziesco degli anni 2000 è caratterizzato da figure di investigatori e investigatrici appartenenti ai corpi di polizia nazionali o all’ordine giudiziario. Sono personaggi non privi di lati ironici, a volte decisamente comici: non eroi tutti di un pezzo ma spesso complessi e perfino ambigui, che sciolgono enigmi ma insieme accompagnano lo spettatore in una società che conosce nuovi problemi, dai crimini finanziari allo sfruttamento violento degli immigrati.  Sono gli anni nei quali la serialità televisiva comincia a essere riconosciuta, dagli USA ai Paesi nordici a Israele, come una forma artistica di dignità ormai pari al cinema: la regia, i dialoghi, l’uso stesso del colore si fanno sempre più raffinati. Il giallo Rai partecipa in pieno a questa nuova tendenza, e insieme esplora i luoghi di un Paese il cui fascino sta anche nella grande varietà delle città e dei paesaggi: dalla Torino di Non uccidere alla Trieste della Porta rossa, dal delta padano di Nebbie e delitti alla Sicilia barocca e spesso mozzafiato del Commissario Montalbano.

PROFONDO CRIME 2001-2020

  • Imma Tataranni - Sostituto procuratore, L’estate del dito, regia di Francesco Amato, 2019
  • Nebbie e delitti - Il fiume delle nebbie, regia di Riccardo Donna, 2005
  • Il maresciallo Rocca, regia di Giorgio Capitani, Lodovico Gasparini, José María Sánchez, Fabio Jephcott 1996 - 2005
  • Rocco Chinnici - È così lieve il tuo bacio sulla fronte, regia di Michele Soavi, 2018
  • L'ultimo dei Corleonesi, regia di Alberto Negrin, 2007
  • Il cacciatore - Nel bosco, regia di Stefano Lodovichi, 2018
  • Non uccidere, regia di Giuseppe Gagliardi, 2015
  • Prima che la notte, regia di Daniele Vicari, 2018
  • I Bastardi di Pizzofalcone - I bastardi, regia di Carlo Carlei, 2017
  • L’ispettore Coliandro - Il giorno del lupo, regia dei Manetti Bros., 2006
  • Il commissario Manara - Un delitto perfetto, regia di Davide Marengo, 2009
  • Provaci ancora Prof! - Il regalo di Babbo Natale, regia di Rossella Izzo, 2005
  • Donna Detective - Quale amore, regia di Cinzia TH Torrini, 2007
  • Maltese - Il romanzo del commissario, regia di Gianluca Maria Tavarelli, 2017
  • Rocco Schiavone – Pista nera, regia di Michele Soavi, 2016
  • La porta rossa, regia di Carmine Elia, 2017
A cura di Peppino Ortoleva e Susanna Gianandrea 
 
Regia Maria Baratta - montaggio Fabio De Giovanni - edizione sonora Claudio Colazzo
Rai Centro Produzione Torino

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Luca Zingaretti
Il commissario Montalbano
regia di Alberto Sironi 1999 - 2020
foto di Duccio Giordano
Luca Zingaretti e Andrea Camilleri
Alessandro Gassmann e Carolina Crescentini
I Bastardi di Pizzofalcone
regia di Carlo Carlei e Alessandro D’Alatri
2017 - 2018
foto di Anna Camerlingo
Marco Giallini
Rocco Schiavone
regia di Michele Soavi, Giulio Manfredonia
e Simone Spada, 2016, 2018 e 2019
John Turturro e Damian Hardung
Il nome della rosa
regia di Giacomo Battiato, 2019
foto di Fabio Lovino

Ascolta - Audio armadio

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ANDREA CAMILLERI E IL COMMISSARIO MONTALBANO

Lo scrittore di Porto Empedocle, Andrea Camilleri (1925-2019), ha cominciato la sua carriera letteraria, a parte qualche primo tentativo precedente, a 67 anni, nel 1992, e da allora ha prodotto opere di straordinaria popolarità, tradotte in tutto il pianeta. Ha creato un proprio linguaggio, tra l’italiano e il siciliano, comprensibile ed esotico insieme. Ha ambientato tutte le sue storie in una personalissima geografia, fatta di città e paesi inesistenti e perfettamente credibili. Camilleri ha lavorato a lungo alla Rai come sceneggiatore, delegato alla produzione e regista a molti sceneggiati, tra cui diversi gialli. Nella sua stagione di romanziere, poi, ha alternato romanzi collocati nell’Ottocento o nel primo Novecento con i polizieschi, imperniati sulla figura del commissario Salvo Montalbano: un detective profondamente legato alla Sicilia, ma tutt’altro che provinciale. La serie televisiva del commissario Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ha esordito nel 1999 e nel 2012 la serie è stata affiancata da un prequel, Il giovane Montalbano.