L’opera e il pensiero di Gianni Rodari nell’archivio della Rai
«Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra, anziché dalla porta. È più divertente: dunque è più utile.»
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino, 1973.
Questo approfondimento è strutturato in due Sezioni:
– Rodari autore di testi e di programmi
– Rodari in voce e in presenza
La ricerca d’Archivio proseguirà e nel tempo nuovi e interessanti contenuti verranno aggiunti, così da poter offrire una panoramica il più completa possibile di ciò che la Rai conserva del pensiero e del lavoro di Gianni Rodari.
L’Archivio Rai è ricco di contenuti con e su Gianni Rodari. Interventi in cui egli arricchisce il pensiero sviluppato nella sua opera e le idee che lo veicolano, ad esempio l’opinione favorevole sui cartoni animati come mezzo di espressione della fiaba, «mi pare che Disney abbia colto la chiave con cui poter parlare contemporaneamente ai piccoli e ai grandi» (“Il mondo di Walt Disney”, 05/01/1965, Rai 2) o quella secondo cui «bisogna ancora fare fiabe ma si possono inventare cose nuove», che rispecchino le trasformazioni dei tempi moderni, perché «sono cambiati i bambini, i bambini di una volta vivevano in un mondo chiuso, nella famiglia, in un villaggio, oggi vivono tutti in città, anche chi vive in campagna, per mezzo della televisione e del cinema» (“Immagini dal mondo. Notiziario internazionale dei ragazzi”, 20/04/1070, Rai 1).
La convinzione che attraversa l’opera di Gianni Rodari e i contenuti di questa pagina è che la fantasia e l’invenzione siano chiavi di accesso al mondo del reale, «Io non userei mai la parola fantasia in opposizione alla parola realtà. La fantasia è uno strumento per conoscere la realtà, come lo spirito critico, come qualsiasi altro strumento intellettuale» (“Il terzo orecchio”, 18/03/1978, Radio 3). Rodari non fu, infatti, solo lo scrittore italiano per l’infanzia maggiormente noto, ma anche un intellettuale fortemente attivo nella vita politica e sociale degli anni in cui visse, attento alle trasformazioni della Scuola (pur avendo insegnato soltanto pochi anni, prima della guerra) e del suo tempo, come la maggiore alfabetizzazione dei bambini rispetto al passato o i nuovi mezzi per la narrazione delle storie, dalla voce del nonno o del genitore a quella della tv o della radio. Evidenziò la necessità, quindi, che il modo di narrare la fiaba si adattasse a tali cambiamenti. È forse riduttivo pensare a Rodari come scrittore per l’infanzia, perché sarebbe come circoscrivere la sua opera, porle dei limiti: infatti, molti dei temi trattati in qualità di giornalista ispirarono sue Filastrocche e nei suoi testi le stesse parole scelte sono uno stimolo per il bambino all’apprendimento e alla crescita e, perciò, adatte anche all’adulto.
Le storie di Rodari «mai evasive, legate ai problemi che i giovani affrontano tutti i giorni» (Sergio Zavoli, “TV7”, 27/03/1970, Rai 1), riflettono il mondo reale e sono lo specchio dell’idea che Rodari aveva della Scuola, non come elemento isolato della vita del ragazzo, “rigido”, che vive e si esaurisce in un’aula e tra i banchi, ma come parte integrante della esistenza del fanciullo, connessa alla sua quotidianità e a supporto di questa: «Vorrei suggerire di abolire del tutto i temi, non c’è alcun motivo per cui tutti i bambini, tutti i ragazzi, a ora fissa parlino della Primavera, lo fanno quando hanno voglia, quando hanno esperienza della Primavera: forse al posto del tema si possono portare i bambini a fare una passeggiata, a trovare gli indizi della Primavera» (“Tutti i libri”, 1973, Rai 2); «Se la scuola ha una funzione selettiva, allora chiaramente ha anche una funzione giudicante, e gli strumenti di questa funzione (voti, esami e così via) diventano essenziali. Ora invece se questa scuola dell’obbligo deve assumere tutta insieme una funzione di promozione culturale, di elevamento del livello culturale del paese, si deve spogliare di questa funzione giudicante. […] Non mancano esempi di una scuola che si fa animatrice di cultura e non tribunale di bambini e di ragazzi» (“Il convegno dei cinque”, 19/02/1975, Radio 2). Attraverso la fantasia, dice Rodari, la mente è aperta in tutte le direzioni, non solo all’inventare storie: «io non vedo opposizione tra immaginazione e spirito scientifico, non ci sarebbe spirito scientifico se non ci fosse immaginazione: cade una mela sul naso di uno qualunque, quello dice quattro accidenti e lì finisce, cade sul naso di uno che ha immaginazione e questo si domanda perché è cascata all’ingiù e non all’insù, e questo è Newton, che lavora e scopre la Legge di gravitazione universale» (“C’era una volta. Necessità della Fiaba”, 09/02/1971, Rai 1).
Alla sua realtà Rodari fu fortemente connesso, partecipò alla Resistenza e fu militante del Partito Comunista. Collaborò, finita la Guerra, con i giornali comunisti della provincia di Varese e s’impegnò per il voto alla Repubblica, nelle prime elezioni libere del 2 giugno 1946. Scrisse per giornali come “L’Unità” e “Paese Sera” e sulle riviste del Partito Comunista “Rinascita” e “Vie Nuove” . Fu proprio grazie a questa sua attenzione e dedizione al reale che egli iniziò a scrivere Filastrocche per bambini: la prima, infatti, fu quella scritta per la rubrica domenicale per bambini e dedicata a Susanna, la figlia del collega giornalista e dirigente comunista Aldo Tortorella. È in questo modo che Rodari divenne lo scrittore per l’infanzia del giornale “L’Unità”, fino ad arrivare a dirigere “Il Pioniere”, la prima rivista comunista interamente dedicata all’infanzia; Le sue idee rivoluzionarie (Resistenza, Vita in Fabbrica, Lotte dei lavoratori, uguaglianza fra le razze), furono osteggiate e viste con sospetto negli ambienti sociali dell’epoca. È del 1951 la notizia, apparsa su “L’Unità”, dell’uscita del “Libro di Filastrocche”, edizioni il Pioniere; in quello stesso anno venne pubblicato anche “Il Romanzo di Cipollino”. Tra il 1950 e il 1963 Rodari collaborò con il periodico dei giovani comunisti “Pattuglia” e dedicò il primo articolo allo scrittore Cesare Pavese. Tra il 1954 e il 1958 uscirono “Il viaggio della Freccia azzurra”, “La gondola fantasma” e “Gelsomino nel paese dei bugiardi”. Collaborò, dal 1961, con il “Corriere dei piccoli”, nel quale, fra l’aprile e il giugno del 1964, prima di essere raccolto in un unico volume, apparve a puntate il romanzo “La Torta in cielo”. Sono degli anni ’60 alcuni dei suoi testi più significativi; “Filastrocche in cielo e in terra” (1960), “Le favole al telefono” e “Gip nel televisore” (1962), “Il Libro degli errori” (1964). Nel ’73 venne pubblicata la “Grammatica della fantasia, introduzione all’arte di inventare storie”, nata da una serie di incontri con le maestre e i maestri della scuola dell’infanzia, avvenuti nel 1972, che riporta, fra le altre cose, la definizione di “binomio fantastico”, concetto cardine del pensiero rodariano: «due parole qualunque, ad esempio semaforo e bottiglia, abbastanza lontane fra loro, al punto tale che la fantasia si deve muovere per imparentarle, per scoprire dei fili che le legano» (“Tutti Libri”).
Nel 1978 uscì “C’era due volte il Barone Lamberto. I misteri dell’isola di San Giulio” e infine, pubblicato postumo nel 1984, il libro “I giochi dell’Urss”, frutto di un viaggio compiuto in Unione Sovietica nel 1979 con l’intenzione di scrivere un libro sui giochi dei bambini russi. Di vitale importanza fu per lui il Teatro come mezzo per stimolare la fantasia e affrontare il reale: si ricordano: l’opera teatrale, messa in scena a Genova, “Stanotte non dorme il cortile” e l’esperienza collettiva, voluta dal comune di La Spezia che ha coinvolto più di mille scolari, “La storia di tutte le storie”. Rodari aveva una personalità aperta alle novità, tanto da appoggiare anche le nuove forme di espressione come il fumetto e il cartone animato che molti vedevano con scetticismo. È stato il primo e l’unico scrittore italiano a vincere, nel 1970, il prestigioso Premio Hans Christian Andersen, il maggior riconoscimento internazionale per chi scrive libri per l’infanzia.
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Fonti:
La Grande Storia Anniversari, La Grammatica della Fantasia. Storia di Gianni Rodari, 22 ottobre 2020, Rai Tre.
Vanessa Roghi, Lezioni di Fantastica. Storia di Gianni Rodari, Editori Laterza, Bari, 2020.