Gli ultimi arrivi e le novità in Biblioteca
Monografie e articoli, con recensioni e commenti a cura dei nostri bibliotecari, consultabili nelle Biblioteche Rai
Giugno 2023
Roland Barthes, Elementi di semiologia, Einaudi, Torino 2002.
Elementi di semiologia di Roland Barthes è un classico: per la semiotica, che lo annovera tra i suoi testi fondativi; per la filosofia strutturale, che vi ritrova un manifesto teorico di primo piano; per le scienze umane e sociali, verso le quali si propone come l’ultimo, utopico tentativo di unificazione metodologica; per il pensiero militante, che lo considera un modello di teoria critica della cultura e della società. Scritto nel 1964 e pubblicato per la prima volta in Italia nel 1966, concepito inizialmente come una serie di appunti per studenti, il saggio costituisce un’agile sintesi delle categorie d’analisi e dei problemi teorici della nascente semiologia e, oltre a riassumere i principi della linguistica strutturale, applica ad altri sistemi di comunicazione (il vestiario, l’arredamento, il cibo…) gli schemi usati per l’«idioma» della scuola strutturalista. Nella sua Prefazione alla presente edizione (completata da alcuni frammenti inediti), Gianfranco Marrone ricostruisce in prospettiva storica le vicende legate alla genesi del testo, sottolineandone il ruolo cruciale per le scienze umane del secondo Novecento «non foss’altro perché è ormai impossibile leggerlo, o rileggerlo, senza pensare al dibattito che ha suscitato, e che tuttora continua a suscitare, tra gli studiosi di linguaggio e di significazione».
Rolad Barthes: è stato uno dei principali esponenti dello strutturalismo francese del ‘900. La sua ricerca si colloca al confine tra diverse scienze umane, assumendo una posizione del tutto originale, a metà fra il lavoro di ricerca teorica e quello di scrittura letteraria.
Ha insegnato all’École Pratique des Hautes Études e al Collège de France.
Tra il 1976 e il 1980 per la cattedra di Semiologia letteraria al Collège de France ha tenuto quattro corsi. Gli ultimi due li ha dedicati al romanzo.
Fra le opere dell’ultimo Barthes più legate al contesto di questo ciclo e che possono illuminarne diversi passaggi, c’è “Leçon” (“Lezione”, Einaudi 1978), la lezione con la quale Barthes inaugurò la sua cattedra al Collège de France il 17 gennaio 1977, e soprattutto “Journal de deuil, 26 octobre 1977-15 septembre 1979” (“Dove lei non c’è”, Einaudi 2010), curato da Nathalie Léger, che è anche la curatrice de “La Préparation du roman” presentata in edizione italiana a cura di Emiliana Galiani e Julia Ponzio.
Ai due corsi sul romanzo si affiancano altri due seminari: “La metafora del labirinto” e “Proust e la fotografia”. Quest’ultimo è corredato da 65 fotografie scelte da Barthes dall’archivio Paul Nadar e da lui stesso commentate.
Tra i saggi di Barthes editi in Italia: Saggi critici; L’impero dei segni; Critica e verità; Sistema della moda; S/Z; Miti d’oggi; Sade, Fourier, Loyola seguito da Lezione; Frammenti di un discorso amoroso; Barthes di Roland Barthes; La camera chiara; Il grado zero della scrittura seguito da Nuovi saggi critici; L’ovvio e l’ottuso; Il brusio della lingua; La grana della voce; Incidenti; L’avventura semiologica; Variazioni sulla scrittura seguite da Il piacere del testo; Scritti. Società, testo, comunicazione; Il senso della moda; Lo sport e gli uomini; Dove lei non è. Diario di lutto (tutti editi da Eianudi). Ricordiamo anche La preparazione del romanzo (Mimesis); La Tour Eifell (Abscondita); Arcimboldo (Abscondita).
Roland Barthes, Il grado zero della scrittura, Einaudi, Torino 2003.
In questo libro Roland Barthes intende affermare l’esistenza di una realtà della forma indipendente dalla lingua e dallo stile, cercare di mostrare come questa terza dimensione formale leghi lo scrittore alla sua società e di far risaltare che non vi è letteratura senza morale del linguaggio. Completano il volume gli otto “Nuovi saggi critici”, raccolti da Roland Barthes in volume nel 1972.
Roland Barthes, La camera chiara, Einaudi, Torino 2003.
Il termine “camera chiara” è adottato riferendosi ad un apparecchio antecedente alla fotografia, chiamato in francese chambre claire e in italiano camera lucida. La camera lucida permetteva di disegnare per mezzo di un prisma, avendo un occhio sul modello e l’altro sulla carta. In questo senso la fotografia manifesta tutta la sua esteriorità, ma anche la sua interiorità misteriosa, impenetrabile, non rivelata. L’opera contiene digressioni e riflessioni sull’arte della fotografia. L’autore prende in considerazione varie fotografie, scattate da diversi artisti, tra cui Richard Avedon, Robert Mapplethorpe, Nadar e Niépce, e commentandole trae spunti di riflessione sulla fotografia. Barthes distingue tre elementi fondamentali dell’arte fotografica:
• L’operator ovvero l’operatore, colui che fa la foto.
• Lo spectator ossia il fruitore, lo spettatore.
• Lo spectrum vale a dire il soggetto immortalato.
L’Autore distingue poi due modi che ha lo spectator di fruire una fotografia:
• Lo studium è l’aspetto razionale e si manifesta quando il fruitore si pone delle domande sulle informazioni che la foto gli fornisce (costumi, usi, aspetti).
• Il punctum, è invece l’aspetto emotivo, ove lo spettatore viene irrazionalmente colpito da un dettaglio particolare della foto.
Il saggio La camera chiara è un testo fondamentale anche nell’indagine sul rapporto tra realtà e immagine, comunicazione e rappresentazione fotografica.
Tiziano Bonini, Paolo Magaudda, La musica nell’era digitale, Il Mulino, Bologna 2023.
Perché oggi nel consumo della musica YouTube e Spotify sono più importanti della radio, della TV e dei giornali? Che impatto hanno streaming, algoritmi e smartphone sulla scoperta di un nuovo artista e sulla formazione dei gusti musicali? Quale futuro attende la musica nell’era dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie digitali emergenti? Gli autori rispondono a queste e ad altre domande riflettendo sul ruolo che le nuove tecnologie hanno nelle nostre esperienze musicali quotidiane. Avvalendosi di esempi, dati quantitativi e interviste con giovani consumatori di musica e professionisti dell’industria musicale, il libro guida il lettore a capire come funzionano le piattaforme che stanno dietro la produzione, la distribuzione e l’ascolto della musica nella società digitale.
Tiziano Bonini: professore di Sociologia della comunicazione nell’Università di Siena, dove insegna Mass media, cultura digitale e società. Ha pubblicato «La Radio in Italia» (Carocci, 2013) e «Radio Audiences and Participation» (curato con B. Monclus, 2015).
Paolo Magaudda: è professore di Sociologia della comunicazione nell’Università di Padova, dove insegna Technology and Society. Con il Mulino ha pubblicato anche «Oggetti da ascoltare. HiFi, iPod e consumo delle tecnologie musicali» (2012) e «Gli studi sociali sulla scienza e tecnologia» (curato con F. Neresini, 2020.
Antonietta Buonauro, Valentina Domenici, Le nuove generazioni nel paesaggio mediale contemporaneo, Armando, Roma 2022.
A partire dall’analisi di alcuni film della produzione italiana ed internazionale
recente ma anche dalle narrazioni brevi tipiche delle piattaforme di videosharing come Tik- Tok, che raccontano in modi diversi il mondo e le prospettive delle nuove generazioni, il volume vuole proporre una riflessione su alcuni temi centrali del dibattito pubblico contemporaneo (dall’ecologia all’e-commerce, dai social media alle nuove forme di attivismo politico), soffermandosi sulla prospettiva e sugli orizzonti dei giovani nativi digitali dei paesi occidentali. Nell’era delle nuove tecnologie gli scenari socio-culturali, economici e politici che sono venuti a delinearsi sono stati spesso stimolati dalla creatività e dall’energia delle giovani generazioni. Il cinema e le piattaforme audiovisive rappresentano, in questo senso, una lente di ingrandimento privilegiata attraverso la quale questi punti di vista possono raccontarsi, fornendo anche una lettura del mondo contemporaneo, delle contraddizioni e dei cambiamenti che esso porta in grembo.
Antonietta Buonauro: dottoressa di ricerca in studi sul cinema. Principali ambiti di ricerca: rappresentazione mediatica dei traumi collettivi; gender studies; rapporto tra visione e metropoli contemporanea.
Valentina Domenici: ricercatrice presso l’Università Roma Tre dove insegna Cinema, fotografia, televisione e educazione all’immagine. Ambiti di ricerca: cinema francese, Studi Postcoloniali, cinema contemporaneo nel contesto della globalizzazione e delle attuali forme di razzismo.
Adriano D’Aloia, Marco Pedroni (a cura di), I media e la moda. Dal cinema ai social network. Carocci, Roma 2022.
Tra i media della comunicazione e la moda esiste da sempre un’affinità elettiva. La moda non si limita a “vestire” i contenuti dei flussi comunicativi; essa è un medium, per la sua capacità di dare forma ai desideri e alle aspirazioni che si agitano sotto la superficie dell’apparenza e animano l’incessante processo di rigenerazione delle pratiche espressive e il mutamento delle infrastrutture comunicative. Adottando diversi approcci teorici e metodologici e focalizzandosi su una molteplicità di oggetti, il volume offre un viaggio nelle relazioni tra la moda e i mezzi di comunicazione del XX e del XXI secolo – fotografia, cinema, televisione, videogioco, fumetto, musica, museo, stampa, internet, social network, tecnologie immersive – e riflette sugli effetti della digitalizzazione e della mediatizzazione della moda nella società contemporanea. Al contempo, propone di integrare due ambiti di studio separati nel paradigma unitario dei fashion media studies , un nuovo approccio disciplinare in grado di disvelare la natura intrinsecamente mediale della moda.
Adriano D’Aloia: professore associato di Cinema, fotografia e televisione all’Università degli Studi di Bergamo, dove insegna Cultura visuale e Storia e critica del cinema.
Marco Pedroni: professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università degli Studi di Ferrara, dove insegna Sociologia della cultura, Media e giornalismo e Sociologia dei media digitali.
Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, La Nave di Teseo, Milano 2017.
Insieme con La struttura assente (1968), dello stesso Umberto Eco, Il Trattato di semiotica generale è il libro che più̀ di ogni altro ha segnato la semiotica italiana (e non solo), definendo i limiti di un campo disciplinare e offrendo una teoria globale di tutti i sistemi di segni e dei possibili processi di comunicazione. I problemi tradizionali della linguistica, della logica, della retorica, dell’estetica, della filosofia del linguaggio e delle teorie della percezione vengono qui ripresi, discussi e ripensati nel quadro di una disciplina che nel 1975, quando comparve il Trattato, era ai suoi albori. Con questo libro Eco è diventato a tutti gli effetti il “padre” della semiotica e da allora il Trattato di semiotica generale non ha mai smesso di essere letto, discusso, citato, tradotto: punto di riferimento passato e presente (e certamente futuro) di intere generazioni.
Umberto Eco: (Alessandria 1932 − Milano 2016), filosofo, medievista, semiologo, massmediologo, ha esordito nella narrativa nel 1980 con Il nome della rosa (premio Strega 1981), seguito da Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015). Tra le sue numerose opere di saggistica (accademica e non) si ricordano: Trattato di semiotica generale (1975), I limiti dell’interpretazione (1990), Kant e l’ornitorinco (1997), Dall’albero al labirinto (2007), Pape Satàn aleppe (2016) e Il fascismo eterno (2018). Ha pubblicato i volumi illustrati Storia della Bellezza (2004), Storia della Bruttezza (2007), Vertigine della lista (2009), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013) e Sulle spalle dei giganti (2017).
Antonia La Torre, Senso ontologico, mimesis e rappresentazione. Analisi letteraria della scrittura filmica di Pier Paolo Pasolini e Cesare Zavattini, Aracne, Roma 2022.
Il volume nasce da una ricerca volta a presentare la sceneggiatura d’autore come testo letterario tout court. Lo studio condotto per la realizzazione di questa monografia ha inteso partire dal presupposto che è possibile parlare di letteratura cinematografica nella misura in cui uno sceno-testo è lo spazio che consente allo scrittore di forgiare il paradigma della realtà, declinando un perfetto connubio di referenzialità e immaginazione, tradizioni e tradimenti. L’analisi che si propone – e che prende in esame due testi filmici di Pasolini e due di Zavattini – fornisce un approccio interpretativo che si articola su più livelli di indagine. Fondamentale è stato il lavoro in archivio che ha permesso la consultazione di materiale inedito o raro e la collazione di stesure provvisorie.
Antonia La Torre: napoletana, è docente di Discipline Letterarie e Storia presso l’IIS “F.S. Nitti” di Portici e insegnante di Italiano agli stranieri. Dottore di ricerca in Letteratura Italiana Contemporanea, ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche. I suoi interessi si concentrano sulla Letteratura del Secondo Novecento, con particolare riferimento ai rapporti tra scrittura e cinema. È Counsellor Professionista a indirizzo Umanistico Relazionale e studia le applicazioni dei processi di counseling e della ricerca umanistica alla didattica della letteratura.
Amanda D. Lotz, Netflix and Streaming Video: The Business of Subscriber-Funded Video on Demand, Cambridge, Medford, Polity Press, 2022
Il libro di Amanda Lotz è il primo a fornire una base completa per comprendere il buisiness dei video in streaming e le sue implicazioni culturali. Attingendo ai dati della propria ricerca ventennale, Lotz, evidenzia le somiglianze e le differenze tra i servizi video in streaming (Netflix, Amazon) e le tecnologie di distribuzione video (broadcast, satellite, internet). Il libro è fondamentale per gli studenti di comunicazione e media ma anche per chi vuol saperne di più su Netflix e sui servizi di video in streaming.
Amanda D. Lotz: è docente al Digital Media Research Centre della Queensland University of Technology.
Federica Maria Marrella, Iconografie del consumo. La costruzione dell’immagine femminile tra moda, arte e pubblicità, Aracne, Roma 2019.
Il volume esamina la rappresentazione femminile nelle campagne pubblicitarie fotografiche degli otto brand italiani di maggior fatturato di Luxury prêt–à–porter nel quinquennio 2010–2015, sezione abbigliamento. L’opera si sviluppa in due parti. Nella prima si descrive l’immagine iconografica della Ninfa warburghiana, le rappresentazioni femminili descritte da Linda Nochlin, Roland Barthes, Erving Goffman e Marshall McLuhan, proseguendo poi con la delineazione dei “corpi di moda” raccontati da Roberto Grandi e degli archetipi nella fotografia analizzati da Federica Muzzarelli. Nella seconda parte viene sviluppato un percorso iconografico e comunicativo sulla donna, che inizia con l’archeologia dell’immagine e arriva al linguaggio fotografico, sociale e pubblicitario dei nostri giorni.
Federica Maria Marrella: Laureata in Storia dell’Arte e Archeologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha conseguito un dottorato di ricerca in Comunicazione e Nuove Tecnologie presso l’Università Iulm di Milano. Marrella concentra la propria attività scientifica sulle tematiche dell’iconografia, della sociologia e del gender. Analizza il ruolo della donna e l’immagine femminile contemporanea – nelle campagne pubblicitarie, nei video musicali, nei manifesti cinematografici – studiandone la struttura e la semiotica attraverso il metodo warburghiano.
Federica Maria Marrella, Iconografie del consumo. Miti, desideri, icone: dal manifesto al video. Gender e identità sociale negli spot di Food and Beverage Made in Italy, Aracne, Roma 2023.
L’obiettivo principale di questo studio – continuum del volume precedente – è quello di indagare la rappresentazione del gender e dell’identità sociale negli spot pubblicitari, di Food and Beverage Made in Italy, più riprodotti in televisione nel mese di aprile 2022. Nella prima parte viene analizzata la pubblicità dal manifesto al video, nelle sue diverse fasi storiche e sociali, per poi trattare i temi del desiderio e del femminile. La seconda parte del lavoro si concentra sulla pubblicità del food and beverage, e poi sull’analisi effettiva degli spot. Viene unito, quindi, il metodo iconografico e iconologico a un ulteriore oggetto di ricerca: lo spot audiovisivo. Vengono investigati nuovi possibili modi di descrivere il corpo femminile e maschile, le relazioni e le identità sociali, principalmente sulla base delle ritualizzazioni e iper-ritualizzazioni di Erving Goffman (1979). Infine, l’autrice si interroga sull’unione tra società e immagine in movimento, osservando e interpretando i risultati delle rappresentazioni ritrovate.
Carmela Mento, Francesco Pira, La violenza in un “click”. Profili sociologici, psicologici e giuridici del revenge porn, Franco Angeli, Milano 2023.
Il revenge porn è un fenomeno – purtroppo ormai sempre più frequente – relativo alla diffusione online non consensuale di immagini o video intimi.
Denominato anche pornovendetta o revenge pornography, si origina da alterate e disfunzionali relazioni affettive e trova ampio margine di diffusione in rete, dove le immagini viaggeranno senza la reale possibilità di essere eliminate. Gli autori ripercorrono i sentieri della relazione affettiva da cui traggono origine questi fenomeni, le diffuse pratiche del sexting, i risvolti della violenza psicologica e del ricatto, i fenomeni di comunicazione online, fi no agli aspetti legali e giuridico-forensi del fenomeno, attraverso il Codice Rosso.
Come intervenire in un’ottica preventiva? Il testo offre un’ampia disamina di un fenomeno osservato a partire da riflettori di diverse competenze: da quella sociologica, in cui origina un substrato di comunicazione e diffusione semplice di immagini, a quella psicologica, in cui poter rintracciare tutte le informazioni utili al riconoscimento di dinamiche relazionali disfunzionali e patologiche, fi no a quella giuridica, con le relative conseguenze in termini di legge. Il lettore potrà ritrovare una lente informativa importante che servirà a riconoscere modelli e atteggiamenti disfunzionali e a prevenire comportamenti e atti altamente lesivi dell’immagine, dell’intimità e della moralità, che talvolta possono raggiungere il culmine della sofferenza e del disagio mentale con alto rischio suicidario per le vittime.
Carmela Mento: professore associato di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Messina, docente in corsi di studio delle professioni sanitarie, psicologa e psicoanalista a indirizzo junghiano, consulente e supervisore clinico presso l’Unità di Psichiatria del Policlinico di Messina. È autrice di testi e articoli scientifici in tema di diagnosi psicologica e intervento riabilitativo in salute mentale e di genere.
Francesco Pira: professore associato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e insegna Comunicazione e Giornalismo presso l’Università degli Studi di Messina dove è delegato del Rettore alla Comunicazione e direttore del Master in Esperto in Comunicazione Digitale per la Pubblica Amministrazione e l’Impresa. È autore di saggi e articoli scientifici sul rapporto tra preadolescenti e adolescenti e nuove tecnologie.
Jenny Ponzo, Simona Stano (a cura di), Nuovi media, nuovi miti. Aracne, Roma 2023.
Il volume presenta i risultati di ricerche che attraversano diverse discipline — semiotica, sociologia dei media, estetica, filosofia del diritto — che animano il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Comunicazione (CIRCe), fornendo un ventaglio di prospettive sulle nuove forme del discorso mitico, sul loro rapporto con i media e sulle reciproche influenze. Tale riflessione è da un lato informata dal classico assunto per cui “i media fanno il messaggio”, ovvero non sono solo veicoli di trasmissione del mito, ma ne influenzano forme e contenuti, dall’altro sembra particolarmente attuale per la proliferazione di mitologie disparate che trovano il proprio habitat vitale proprio nei media. I saggi qui raccolti si possono quindi pensare come altrettante risposte alle domande: i miti contemporanei si possono definire “nuovi”? Se sì, quanto e come la loro novità è correlata all’evoluzione mediatica?
Ruzzante Ruben (a cura di), I (social) media che vorrei. Innovazione tecnologica, igiene digitale, tutela dei diritti, Franco Angeli, Milano 2023.
Leggere l’evoluzione del sistema mediatico attraverso le lenti delle aziende editoriali, delle piattaforme web e social, delle Authority, degli studiosi, dei giornalisti, dei comunicatori e delle nuove figure professionali impegnate nel settore è quanto si è cercato di fare in questo volume. Dar vita a un “coro polifonico” rappresentativo di tutte le anime e identità che popolano l’ecosistema mediale significa offrire ai decisori istituzionali un’analisi non superficiale per valutare possibili interventi legislativi e nuove linee guida finalizzate a governare al meglio gli urti dei cambiamenti indotti dalla digitalizzazione. La multidisciplinarità che anima questa pubblicazione può diventare un sistematico approccio istituzionale alla delimitazione dei confini del terreno di gioco. Scrivere le regole tutti insieme, con una visione prospettica che guarda al futuro senza cedere alla schiavitù del presentismo, vuol dire applicare alla democrazia della Rete il metodo socratico della maieutica. Agevolare, con umiltà e sensibilità al benessere collettivo, la graduale emersione di stimoli costruttivi può orientare l’evoluzione della dimensione digitale verso radiosi approdi, nel segno dell’equità, dell’inclusività e dell’ottimizzazione delle potenzialità di ciascuno.
Si segnala il numero speciale della rivista Comunicazioni sociali, Cantautore: the songwriter in culture and the media (anno 44° Nuova serie, n. 3, settembre-dicembre 2022).
Di particolare interesse gli articoli:
• Stefano La Via, Paolo Conte: The Poetic-Musical Path of a Transcultural Artist (pag. 293);
• Céline Pruvost, Becoming a Singer-Songwriter: Lucio Dalla’s Case (pag. 305);
• Lucio Spaziante, Lucio Dalla, per brevità chiamato cantautore (pag. 315);
• Giovanni Ciofalo, La televisione e il cantautorato: lo scenario italiano degli anni Ottanta tra mediazione e mediatizzazione (pag. 331);
• Jacopo Tomatis, Musical Excursions in the Heart of Club Tenco. Song Aesthetics in Italy through the Rassegna della canzone d’autore (pag. 351).
(Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Maggio 2023
Tiziano BONINI, La radio in Italia. Storia, mercati, formati, pubblici, tecnologie, Carocci, Roma 2022.
La radio nell’epoca della società in rete: l’ascolto, il pubblico, i contenuti, il ruolo dei social networks – Analisi dettagliata di 1146 ore di radio , dai formati dell’informazione a quelli dell’intrattenimento musicale pop e classico – I generi attuali, lo stato di salute del mercato pubblico e privato, la radiofonia comunitaria e quella delle università, il cambiamento del valore dell’audience, il futuro degli archivi sonori storici, i nuovi servizi di distribuzione della musica che stanno scalzando il primato della radio come medium musicale – Le prospettive future del mezzo nel guado tra l’epoca del broadcasting e quella del networking.
Tiziano Bonini: ricercatore in Linguaggi dell’arte e dello spettacolo all’Università IULM dove insegna Comunicazione radiofonica. È stato regista di alcune trasmissioni di Radio2 ed è autore radiofonico a Radio24.
Stefano BRILLI, YouTube Freak Show. Fama e derisione alle soglie dell’infuencer culture, Franco Angeli, Milano 2023.
La messa in ridicolo dell’altro è una parte integrante del comportamento sociale degli esseri umani. Nell’attuale panorama mediale l’oggetto del ridicolo acquisisce però una peculiare centralità, essendo uno dei fulcri più frequenti su cui converge l’attenzione dei pubblici.
L’evoluzione della semantica della celebrità che ha accompagnato il web 2.0 è infatti intimamente legata a processi di dileggio online. La figura dello zimbello e quella della celebrità hanno trovato nel digitale numerose occasioni di sovrapposizione. L’essere “odiati perché celebri” non è un fenomeno esclusivo della società delle reti, ma i social media, traducendo l’attenzione degli utenti in spazio di visibilità, hanno aumentato le possibilità di essere “celebri perché odiati” o “celebri perché derisi”.
Il volume indaga i legami fra derisione e fama nella cultura digitale, analizzando i significati, i piaceri e le relazioni che i pubblici connessi elaborano attorno ai soggetti che ridicolizzano. Per farlo si storicizzano questi mutamenti, in particolare nel decennio 2006-2015, periodo cardine della popolarizzazione dei social media in Italia, che precede e mette le basi dei successivi sviluppi delle creator industries e della influencer culture. Il luogo di osservazione di tali dinamiche è quello delle star del ridicolo di YouTube Italia, persone ordinarie diventate famose online perché trovatesi al centro del ludibrio e che incarnano un paradosso fra elevazione e degradazione, fra trash e trascendenza, che necessita di essere esplorato.
Stefano Brilli: ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università di Urbino Carlo Bo, dove lavora a progetti di ricerca sulle culture digitali e sul pubblico delle arti performative. I suoi interessi di ricerca sono incentrati su irriverenza e celebrità nella cultura digitale, sui pubblici dello spettacolo dal vivo e sulla sociologia delle arti. Ha di recente pubblicato Below the radar: Private groups, locked platforms, and ephemeral content (con G. Boccia Artieri, E. Zurovac, “Social Media + Society”, 2021) e Theatre without theatres: Investigating access barriers to mediatized theatre and digital liveness during the covid-19 pandemic (con L. Gemini, F. Giuliani, 2022).
Joan FONTCUBERTA, Contro Barthes. Saggio visivo sull’indice, Mimesis, Milano 2023.
Secondo Barthes, il gesto del puntare è il principio essenziale del documento visivo, e proprio da tale assunto ha origine questo corrosivo saggio sulla fotografia composto da fotografie.
Fontcuberta, tra i più grandi fotografi e critici viventi, riflette sulla condizione crepuscolare della fotografia a partire da alcune critiche al pensiero canonico di Roland Barthes. Per il filosofo francese, ogni fotografia ci indica che “questo è stato” (ça-a-été), un messaggio generico ed essenziale che però oggi non basta più: occorre infatti risolvere la fastidiosa indeterminatezza di ciò che intendiamo con “questo”. Se tutta la fotografia non è altro che il risultato di diverse operazioni di “posa”, cioè di teatralità, vale la pena chiedersi se la macchina fotografica possa in effetti confrontarsi con una realtà “reale” o se la sua missione si limiti alla sola descrizione di un set.
Joan Fontcuberta: fotografo, saggista, curatore di mostre, è stato fondatore e caporedattore della rivista Photovision. Autore di testi critici sulla fotografia, di cui esplora e manipola i confini tra reale e illusorio, verità e finzione. Interprete della fotografia contemporanea, premiato a livello internazionale, Fontcuberta ha esposto al MoMa di New York e allo Science Museum di Londra. Tra le sue ultime pubblicazioni: La furia delle immagini. Note sulla postfotografia (2018), Il bacio di Giuda. Fotografia e verità (2022).
Martin FORD, Il domino dei robot. Come l’intelligenza artificiale rivoluzionerà l’economia, la politica e la nostra vita, il Saggiatore, Milano 2022.
Sono tra noi. Forse non avranno le fisionomie umanoidi sognate da Asimov o le inquietanti capacità rigenerative dei cyborg di Terminator, e nemmeno la volontà di potenza delle macchine di Matrix, ma i robot sono oggi una realtà: l’innovazione tecnologica ci ha permesso di costruire automobili senza conducente, app che traducono segni incomprensibili in frasi di senso compiuto, abitazioni che accendono luci e riscaldamento a nostro comando. E questo è niente in confronto alle rivoluzioni che altri dispositivi, ancora più sofisticati, stanno mettendo in atto. Martin Ford ci guida all’interno delle implicazioni presenti e future dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale: dalla completa automazione di ristoranti e supermercati alla fabbricazione di armi capaci di uccidere senza intervento umano; dai robot disinfettanti in grado di eliminare ogni batterio da una camera d’ospedale agli algoritmi impiegati nella selezione del personale (che hanno imparato da noi a discriminare in base a genere ed etnia); dalle scoperte in ambito chimico, sanitario ed energetico rese possibili dal deep learning ai raffinati sistemi di riconoscimento facciale utilizzabili dai governi per identificare gli oppositori politici; fino alla chimera dell’AGI, l’«intelligenza artificiale generale» che, se realizzata, permetterebbe a una macchina di comunicare, ragionare e concepire idee al livello di un essere umano o addirittura superiore. “Il dominio dei robot” è un’affascinante narrazione scientifica che, alternando esperienze personali dell’autore, interviste a specialisti del settore e i dati delle più recenti ricerche, ci rivela il panorama delle trasformazioni economiche e sociali che affronteremo nei prossimi anni. Una riflessione illuminante, per capire se quello che abbiamo davanti è l’inizio di una nuova era o la fine della nostra.
Martin Ford: fondatore di un’azienda di software con sede nella Silicon Valley, scrive di tecnologia e automazione per diverse riviste, tra cui The New York Times, Fortune, Forbes, The Guardian, Financial Times, oltre a tenere conferenze sull’argomento in tutto il mondo.
Stefania GARASSINI, Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita. Edizioni Ares, Milano 2023.
Le serie tv occupano sempre di più il nostro immaginario (e il nostro tempo). E ciò che ci propongono non è soltanto intrattenimento. Attraverso le storie che guardiamo passa una visione del mondo, un’idea di bene e di male, una gerarchia di valori, quindi un’etica, che inevitabilmente ha un impatto sul nostro comportamento, su pensieri, giudizi e decisioni. In qualsiasi ambiente educativo, che si tratti della propria famiglia o della scuola, è sempre più urgente capire quale sia lo sguardo sulla vita, le persone e le relazioni veicolato dalle serie e conoscere la logica che le orienta. Solo così saremo attrezzati per compiere scelte adeguate alle nostre vere esigenze personali e familiari.
Stefania Garassini: fondatrice nel 1993 e direttrice (fino al 1998) della rivista Virtual, primo mensile italiano dedicato alla cultura digitale, insegna Content Management e Digital Journalism all’Università Cattolica di Milano, collabora con il mensile Domus, con il quotidiano Avvenire e con il sito Puntofamiglia. È presidente di Aiart Milano, associazione nazionale che opera nella formazione a un uso consapevole dei media.
Alfio MASTROPAOLO, Fare la guerra con altri mezzi. Sociologia storica del governo democratico, Il Mulino, Bologna 2023.
Le definizioni normative e descrittive della democrazia si sprecano. Sono anche in concorrenza tra loro e alla luce di tali definizioni da tempo si denuncia una condizione di crisi. Questo libro adotta una prospettiva diversa. Tratta i regimi cosiddetti democratici come un insieme di tecniche di dominio, di esercizio del potere e di conduzione del conflitto elaborate storicamente, seguendo un percorso tortuoso, conflittuale, fatto di avanzamenti e arretramenti, oltre che segnato da apprezzabili differenze tra un paese e l’altro. La crisi è pertanto congenita. Mettendo in connessione storia, sociologia, scienza politica, il libro ripercorre la genesi e l’assestamento del monopolio statale in occidente. Prosegue soffermandosi sull’istituzionalizzazione, grazie alla rappresentanza politica e ai partiti, di forme di conduzione pluralistica di tale monopolio. Segnala la persistente dialettica tra lo Stato, la politica ed altre tecniche, non politiche, di dominio e di conduzione dei conflitti, tra cui spicca il mercato capitalistico, che si è mostrato particolarmente aggressivo nel corso dell’ultimo mezzo secolo.
Alfio Mastropaolo: professore emerito all’Università di Torino. Ha insegnato Scienza politica e sociologia politica. Alla delicata tematica del governo democratico ha dedicato La mucca pazza della democrazia. Nuove destre, populismo, antipolitica (2005) e La democrazia è una causa persa? Paradossi di un’invenzione imperfetta (2011).
Giacomo PEZZANO, Pensare la realtà nell’era digitale. Una prospettiva filosofica, Carocci, Roma 2023.
Con l’avvento della rivoluzione dell’informazione, siamo ogni giorno alle prese con tecnologie della mente, quali PC, fitbit, tablet, smartphone, action cam, assistenti vocali e simili, che ci hanno abituato a maneggiare “non-cose” come dati e informazioni, richiedendoci di elaborare un pensiero appropriato riguardo a questa strana materia “non-cosale”. La sua consistenza, paradossale e straniante, ci costringe infatti a rinegoziare i contorni di ciò che eravamo soliti considerare reale, esortandoci a domandarci non tanto se la realtà esista o no, quanto piuttosto a che cosa davvero ci riferiamo quando la pensiamo e ne parliamo. Il libro intende articolare un realismo al passo con i tempi, capace di rispondere alle esigenze congiunte del senso comune, della ricerca scientifica e della riflessione speculativa, e lo fa coniugando il rigore analitico-concettuale e l’attenzione ai fenomeni più quotidiani. Esplora così la possibile relazione tra la questione dell’essere, il problema della revisione concettuale, il feed dei social media, la scelta di utilizzare lo schwa e gli eventi climatici estremi. Infine, discute le virtù del realismo informazionale, spiegando che cosa realmente sono i dati e in che senso “il mondo è dato”.
Giacomo Pezzano: ricercatore in Filosofia morale nel Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università degli Studi di Torino. Con i progetti Philographics: How to Do Concepts with Images e GraPhil: New Habits in Mind (programma EU H2020) studia i modi in cui i media e le tecnologie digitali possono riconfigurare gli abiti del pensiero filosofico. I suoi libri più recenti sono Filosofia delle relazioni (con Laura Candiotto; il nuovo melangolo, 2019), Ereditare (Meltemi, 2020) e 4 minuti. Filosofia per i tempi che corrono (Mimesis, 2022).
Harrison C. WHITE, Modelli e reti. Per una ricostruzione delle scienze sociali, Meltemi, Milano 2023.
Esistono davvero le “persone”? E cosa dire del “linguaggio”, del “discorso” o della “cultura”? Fino a che punto le reti sociali hanno determinato la specie umana in quelli che consideriamo come i suoi tratti costitutivi? Cosa unisce matematica e sociologia? Domande tanto ambiziose e originali trovano risposte altrettanto innovative in questo volume, in cui si propone la traduzione italiana di due saggi di uno degli ultimi maestri della sociologia americana. Muovendosi con eleganza tra ambiti concettuali e metodologici differenti, Harrison C. White analizza i fondamenti logici ed epistemologici di un approccio attualmente tanto utilizzato quanto raramente compreso in profondità: la social network analysis. I numerosi neologismi appositamente coniati – “forchette bayesiane”, “commutazioni”, “netdom”, “nodi del futuro”, “soluzioni d’angolo” – vengono inquadrati e presentati dai curatori attraverso una guida introduttiva alla lettura.
Harrison C. White: è considerato tra i massimi sociologi viventi, avendo avviato la svolta relazionale che caratterizza le scienze sociali e innovato l’analisi delle reti sociali. Ha insegnato nelle università di Harvard e di Chicago e alla Columbia University. Per aver saputo unire nei suoi lavori la dimensione teorica a quella metodologica, è stato definito come “il Copernico e il Galileo” della social network analysis, a cui ha fornito sia la prospettiva di fondo sia gli strumenti operativi.
Elisabetta ZUROVAC, Screenshot Society. Come le fotografie dello schermo raccontano il nostro stare online, Franco Angeli, Milano 2023.
Perché una celebrità così come un utente comune decidono di condividere, sui propri profili online, screenshot di conversazioni? Cosa racconta di noi e della nostra società mediatizzata fare e diffondere uno screenshot? Il volume cerca di rispondere a tali domande, indagando come le pratiche comunicative visibili negli spazi del web sociale possono restituire significati relativi alla nostra società connessa. Gli schermi intelligenti si sono sempre più moltiplicati e diffusi, negli spazi pubblici e privati. Si mostrano come display di oggetti, cartelloni informativi, personal computer, fino alla loro deriva nella forma mobile più diffusa: gli smartphone. Questi strumenti modificano il nostro modo di accedere e fare esperienza della rete, abilitando pratiche comunicative che entrano a far parte della nostra routine quotidiana. Alcune di queste si diffondono in maniera significativa, ma vengono date per scontate, relegate a uno status di marginalità. Come gli screenshot: sono veloci e comodi per poter “strappare” qualche contenuto e trasportarlo altrove. Ma cosa significa davvero farlo? Perché una celebrità così come un utente comune decidono di condividere, sui propri profili online, screenshot di conversazioni? Cosa racconta di noi e della nostra società mediatizzata fare e diffondere uno screenshot? Il libro costruisce un percorso teorico che si sviluppa toccando i temi della mobilità connessa e dell’identità online osservata come narrazione del sé, arrivando a esplorare le pratiche di condivisione di screenshot in tre spazi distinti: Tumblr, TikTok e Telegram. Questo permette di riflettere sulle modalità di racconto personale, sull’intrattenimento orientato allo sguardo dei nostri pubblici, su monitoraggio e produzione di informazione. Dalle valutazioni che vengono tratte nel testo, emerge la screenshot society, ovvero quel modo di stare in rete in cui memoria, sorveglianza e spettacolarizzazione passano attraverso i nostri schermi – e grazie a loro – tramite l’agency individuale.
Elisabetta Zurovac: ricercatrice all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali. Presso la stessa Università è docente di Etica della comunicazione digitale, marketing e pubbliche relazioni digitali e Laboratorio di social media strategy. I suoi interessi di ricerca riguardano i media digitali e le pratiche di narrazione del sé online, con un particolare riferimento a visual data e screen cultures.
Cristina PETRUCCI, Uno Spazio libero in Tv. Storia, linguaggi e protagonisti dei programmi dell’accesso nel servizio pubblico italiano.
(Tesi di laurea in Comunicazione, Tecnologie e Culture Digitali – Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione – Università di Roma La Sapienza).
Tesi di laurea sui Programmi dell’accesso Rai, spazio riservato dal 1977 al mondo del Terzo settore e alla società civile che, attraverso una domanda alla Sottocommissione di Vigilanza, può chiedere la messa in onda di servizi direttamente realizzati almeno in parte. Lo studio ricostruisce la nascita e gli sviluppi del format con particolare attenzione al contesto produttivo, culturale e sociale. Contiene un originale censimento e discussione delle puntate andate in onda tra il 2012 e il 2022.
Anna Maria CERGNUL, Aspetti dell’immagine in movimento sperimentale: il lavoro di Basmati VIdeo
(Tesi di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo – Università degli Studi Roma Tre).
Dopo un’introduzione storica e tecnica sulla videoarte dalle origini sperimentali ai nostri giorni, l’autrice analizza il lavoro di due artisti contemporanei, raccolti sotto la denominazione di Basmati Video, che si dedicano alla videoarte monocanale, alle live performance nonché agli allestimenti di concerti, sigle televisive, spot pubblicitari con uno stile basato sulla manualità e su un corredo tecnologico “artigianale” e autoprodotto.
Si segnala il numero speciale della rivista Mobile media & communication: COVID-19 Now and Then: Reflection on Mobile Communicatioj and the Pandemic (vol. 11, nr. 2, maggio 2023).
Di particolare interesse l’articolo di Jordan FIRTH, Scott CAMPBELL e Leah KOMEN, Looking back to look forward: 5G/COVID-19 conspiracies and the long history of infrastructural fears incentrato sull’analisi delle tesi complottiste che imputavano alle nuove tecnologie 5G la causa dell’esplosione e della diffusione della pandemia di Covid-19. Tesi che hanno fomentato proteste e attacchi alle infrastrutture 5G. (pag. 174-192).
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Maianne BARRETT, Chun SHAO, Harrison MANTAS, Revisiting the Impact of Structural Factors on Television Audience Behavior in the Streaming Age.
(in: Journal of Broadcasting & Electronic Media, vol. 67, n. 1, febbraio 2023, pag. 1-20)
Il presente studio – condotto dalla Walter Cronkite School of Journalism and Mass Communication dell’Arizona State University (Phoenix, Arizona) e dal Fort Worth Star-Telegram (Fort Worth, Texas) – utilizza i dati di valutazione Nielsen (leader mondiale nel rilevamento e analisi dell’audience) relativi a cinque emittenti in lingua inglese (ABC, CBS, the CW, Fox, NBC) nelle stagioni 2014, 2015 e 2016 per scoprire se i fattori tradizionalmente utilizzati dai programmi di intrattenimento in prima serata per assicurarsi il gradimento del pubblico siano ancora validi nell’attuale panorama dell’offerta televisiva che deve necessariamente fare i conti con i new media.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Adriano CANCELLIERI, Scienze sociali a fumetti. Caratteristiche e affordances di un campo emergente.
(in: Rassegna Italiana di Sociologia, anno 64°, n. 1, gennaio/marzo 2023, pag. 105-123).
A partire dagli Anni ’70 il fumetto si è affermato come strumento capace di esprimere anche messaggi complessi e impegnati. La legittimazione culturale che lo ha riscattato si deve soprattutto ai cosiddetti graphic novel, tra i quali ricordiamo i due volumi di Maus di Art Spiegeman (Premio Pulitzer 1992). Sull’onda di questa trasformazione, si stanno moltiplicando anche in campo accademico, soprattutto nelle scienze sociali, le sperimentazioni che scelgono il fumetto come linguaggio.
(Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Raffaella GALLO, Applicazioni di Social network analysis per comprendere la resilienza delle cosche mafiose.
(in: Sociologia e ricerca sociale, anno 43°, n. 129, 2022 nuova serie, pag. 88-101).
L’obbiettivo del lavoro di Raffaella Gallo, del Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Roma La Spienza, è osservare il modo in cui gli elementi della segretezza e della priorità del gruppo rispetto al singolo si traducono nell’assetto reticolare dei clan, generando reti criminali stabili, resilienti e durature nel tempo. L’indagine è condotta comparando attraverso gli strumenti della Social network analysis una rete mafiosa e la rete di un’associazione per delinquere non mafiosa finalizzata alla corruzione.
(Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Christian RUGGIERO, Luca SERAFINI, Mauro BOMBA, The «paper backlash» of Italian news. Strategies of integration and differentiation of digital and paper channels as an adaptation to the news ecosysyem.
(in: Problemi dell’informazione, anno 48°, n. 1, aprile 2023, pag. 63-84)
Questo articolo indaga la tendenza verso l’integrazione tra forme di informazione cartacea e digitale riscontrata in specifici settori della nuova industria editoriale italiana. Tendenza che può esser ricollegata ai limiti di un approccio esclusivamente digitale e che si traduce in una strategia di integrazione e differenziazione delle notizie digitali e cartacee osservata attraverso l’analisi di 4 testate giornalistiche: The Post Internazionale, Domani, Scomodo, Dinamopress.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Marcus CARTER, Ben EGLISTON, What are the risks of Virtual Reality data? Learning Analytics, Algorithmic Bias and a Fantasy of Perfect Data.
(in: New media & society, vol. 25, n. 3, marzo 2023, pag. 485-504)
La realtà virtuale (VR) è una tecnologia emergente in grado di estrarre molti più dati sugli studenti e sul processo di apprendimento. L’articolo presenta un’analisi di come le realtà educative che utilizzano la VR inquadrano, utilizzano e analizzano questi dati. Oltre a fornire prove di come la realtà virtuale rappresenti un’intensificazione della “dataficazione” dell’istruzione, vengono discusse tre questioni critiche correlate: l’idea che i dati della realtà virtuale siano perfetti, la “dataficazione” della formazione e delle competenze trasversali e la commercializzazione e mercificazione dei dati raccolti. Il termine “datafication” – o “dataficazione” – indica una tendenza tecnologica che prevede la traduzione di svariati aspetti della vita quotidiana in dati e, successivamente, in informazioni con un valore economico. Nel contesto dei problemi identificati, lo studio in guardia sull’applicazione non regolamentata e acritica dell’analisi dell’apprendimento e sull’uso dei dati raccolti tramite la VR.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Scott W. CAMPBELL, Adriana DE SOUZA E SILVA, Leopoldina FORTUNATI, Gerard GOGGIN, Features in mobile communication research: Introduction to the special issue.
(in: New media & society, vol. 25, n. 4, aprile 2023, pag. 677-684)
La diffusione della comunicazione mobile in tutti gli ambiti della vita sociale apre nuovi sentieri di ricerca sui mutamenti che i nuovi sistemi di comunicazione comportano a livello di relazioni interpersonali, ambiente e contenuti. L’articolo introduce l’argomento – Caratteristiche della ricerca sulla comunicazione mobile – a cui è dedicato il numero speciale della rivista.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Aprile 2023
Umberto APICE, Processo a Pasolini. Un poeta da sbranare, Zolfo Editore, Milano 2022.
Umberto Apice, magistrato e narratore, imbocca una strada nuova per indagare le verità e le sfaccettature ancora nascoste riguardo alla morte di Pasolini partendo dall’accusa giudiziaria più surreale tante che furono architettate contro lo scrittore-regista: l’imputazione di una tentata rapina a mano armata. Quel processo degli anni Sessanta viene usato nel libro come bussola per cercare, nella selva dei pervicaci fatti persecutori, una logica e una regia comuni. Un’indagine documentata e ragionata: il cui esito è un’ipotesi molto più che plausibile di un accanimento protrattosi per oltre quindici anni e programmato da ambienti caratterizzati da sottocultura omofoba e odio politico.
Umberto Apice: Nato a Torre del Greco, vive a Roma. Magistrato, ha svolto le funzioni di Avvocato Generale presso la Corte di Cassazione. Autore di saggistica giuridica, negli Anni ’60 ha collaborato alla rivista Nuovi Argomenti con testi di narrativa. È autore di romanzi, tra cui: Nelle stanze di Joyce (Vertigo, 2013); Questa conoscenza ultima (Novecento, 2014); Anni e disinganni (Novecento, 2015).
Naomi S. BARON, Come leggere. Carta, schermo o audio? Raffaello Cortina, Milano 2023.
Dobbiamo continuamente scegliere come vogliamo leggere. Ora più che mai è necessario capire in che modo il mezzo di lettura influenza l’apprendimento e quali strategie ci servono per usare in maniera efficace tutti i formati. Naomi Baron attinge da un vasto patrimonio di conoscenze per spiegarci le differenze nel modo in cui ci concentriamo, comprendiamo e memorizziamo con i vari mezzi a disposizione, senza parteggiare per un formato o per l’altro e aprendo nuove prospettive per la lettura. Il libro coniuga le conclusioni delle ricerche scientifiche e le applicazioni pratiche, offrendo metodi concreti per favorire l’apprendimento con la carta stampata, il testo digitale, l’audio e il video. Poiché gli schermi e l’audio sono ormai strumenti di lettura diffusi e riconosciuti, dobbiamo riflettere su come aiutare i lettori di ogni livello a usarli in modo più consapevole. Questo libro ci mostra come farlo.
Naomi S. Baron: docente emerito di Linguistica all’America University di Washington DC. È stata anche Visiting Scholar all’Università di Stanfors prsso il Center of Advanced Studies in Behavioral.
Paolo CANEPPELE, Etica cinematografica e spirito del capitalismo. Il denaro nella réclame della settima arte, Meltemi, Sesto S. Giovanni (MI), 2023.
Il volume analizza come l’industria cinematografica abbia promosso, rappresentato e raffigurato le proprie aziende, i propri prodotti e, in definitiva, la nascente cinematografia attraverso le pubblicità. Grazie a un ampio apparato iconografico comprendente oltre novanta illustrazioni si evince come i produttori della giovane cinematografia fossero permeati da una laica religione del denaro e come l’abbiano diffusa servendosi di inserzioni e loghi. Sembra che i produttori cinematografici avessero un solo dio, il denaro, e che a questo fossero devoti. La ricerca si muove al confine tra cinema e pubblicità, tra arte e mercato, con l’intento di elaborare una storia culturale dei primi decenni della cinematografia sulla base di fonti mai utilizzate prima. La pubblicità diventa così strumento interdisciplinare e fonte storica per analizzare la forma di intrattenimento più importante del XX secolo, seguendo i più innovativi spunti della New Film History.
Paolo Caneppele: dottore in Storia moderna (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna) e PhD in Studi artistici e culturali (Università di Linz, Austria). Ha curato i progetti di ricerca e le pubblicazioni al Filmarchiv Austria ed è stato dirigente dell’Archivio fotografico e grafico della Biblioteca Renzo Renzi – Cineteca di Bologna (2002-2004). Fino al 2018 è stato il responsabile di tutte le collezioni dell’Austrian Film Museum di Vienna, istituzione per cui continua a curare le collezioni non filmiche. Ha condotto numerosi studi sulla storia dello spettacolo cinematografico, sulla censura, sugli home movies e sulla storia locale del cinema. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La repubblica dei sogni (2004); I capelli della cometa (2008); Sguardi privati (2022).
Giampaolo COLETTI, Siamo tutti influencer. Metaverso, blockchain e creator economy. La mappa della nuova era di internet, ROI Edizioni, Macerata 2023.
Viviamo in un mondo in cui una bambina di sette anni può far cambiare le linee produttive di un colosso internazionale come LEGO con una lettera e dove un video di protesta con la canzone composta da un musicista arrabbiato con United Airlines può far crollare del 10 per cento il valore azionario del vettore statunitense che gli aveva danneggiato la chitarra durante un volo. È la magia del potere editoriale diffuso: grazie alla tecnologia (e a un po’ di spirito d’iniziativa) tutti possiamo essere dei creatori di contenuti e conquistarci l’attenzione di un pubblico. Giampaolo Colletti, uno dei più noti giornalisti di marketing in Italia, fotografa le trasformazioni in corso nel mondo di Internet e della comunicazione digitale attraverso parole e concetti chiave, tracciando così una mappa del nuovo panorama plasmato dalla creator economy e, grazie ai consigli e alle case history dei creator più affermati, mette a disposizione di tutti gli strumenti per vivere da protagonisti la nuova era.
Giampaolo Coletti: giornalista professionista ed è autore di diversi libri su cultura d’impresa e tecnologia. Scrive di marketing e innovazione sulle pagine del Sole 24 Ore. È direttore di StartupItalia e curatore dello StartupItalia Open Summit, realizzato con l’Università Bocconi. Come manager d’impresa presidia la comunicazione interna e gli owned media in Sella. In passato ha lavorato nella comunicazione di Vodafone, Technogym, Sanofi. Ha scritto per La Repubblica, Rai 3, Radio 24. Tiene lezioni di social media management all’Università IULM, all’Università di Bologna e all’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. Ha fondato la job-community wwworkers.it.
Luciano FLORIDI, Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide, Raffaello Cortina, Milano 2022.
Istruzione, commercio, industria, viaggi, divertimento, sanità, politica, relazioni sociali, in breve la vita stessa sta diventando inconcepibile senza le tecnologie, i servizi, i prodotti digitali. Questa trasformazione epocale implica dubbi e preoccupazioni, ma anche straordinarie opportunità. Proprio perché la rivoluzione digitale è iniziata da poco abbiamo la possibilità di modellarla in senso positivo, a vantaggio dell’umanità e del pianeta. Ma a condizione di capire meglio di che cosa stiamo parlando. È cruciale comprendere le trasformazioni tecnologiche in atto per disegnarle e gestirle nel modo migliore. Uno dei passaggi oggi fondamentali è quello dell’intelligenza artificiale, della sua natura e delle sue sfide etiche, che Luciano Floridi affronta in questo libro in prospettiva filosofica, offrendo il suo contributo di idee a un quanto mai necessario sforzo collettivo di intelligenza.
Luciano Floridi: è una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute, l’istituto britannico per la data science. Dal 2021 è anche professore all’Università Alma Mater di Bologna. Ha pubblicato La quarta rivoluzione (2017, vincitore del Walter J. Ong Award for Career Achievement in Scholarship), Pensare l’infosfera (2020), Il verde e il blu (2020).
Tiziana MIGLIORE (a cura di), Destinatari e destinanti, Meltemi, Sesto San Giovanni (MI) 2023.
Gli studi sulla comunicazione sono sempre stati incentrati sui messaggi, i media o i destinatari. E i destinanti? Come spiegare le prese di posizione, le strategie e le tattiche di chi decide per gli altri orientando, interrompendo, mettendo in crisi il divenire di collettività e di individui? In politica, nella scienza, nel diritto, perfino nella religione, il “chi dice no”, la non rassegnazione cieca al potere, passa dall’analisi dei mandati che chiedono adesione e obbedienza, anche quando questi appaiono apersonali, legittimati da algoritmi o dalla doxa.
Tiziana Migliore: professoressa associata di Semiotica all’Università di Urbino Carlo Bo e segretario scientifico del Centro Internazionale di Scienze Semiotiche Umberto Eco che vi ha sede. Vicepresidente dell’Associazione Internazionale di Semiotica Visiva (AISV-IAVS), ha pubblicato le monografie Miroglifici (2011), Biennale di Venezia (2012), I sensi del visibile (2018) e più di ottanta articoli scientifici italiani e internazionali.
Joseph SASSOON, Brand storytelling e metaverso, Libri Scheiwiller, Milano 2022.
In che modo le marche possono oggi muovere i loro primi passi nel metaverso? E cosa significa fare storytelling negli ambienti virtuali? Passando dai media classici ai media digitali, la comunicazione di marca è molto cambiata. I brand, abituati per decenni a raccontare le loro storie in TV e sulla carta stampata, hanno dovuto apprendere velocemente a fare storytelling nei social media e nei mezzi digitali. Ora si prepara un’altra svolta, probabilmente ancora più decisiva. Per quanto alcuni nutrano dubbi in merito, il metaverso sta arrivando. Esso è al centro della realtà del gaming da vari anni a questa parte. E soprattutto sta emergendo con rapidità vertiginosa in molti altri ambiti grazie allo sviluppo inarrestabile delle tecnologie. Perché questo è importante? Perché nei prossimi anni cambierà profondamente il modo in cui comunichiamo, socializziamo, ci divertiamo, lavoriamo, acquistiamo, e creiamo valore. In questa nuova dimensione i brand non potranno mancare, in quanto farlo rappresenterebbe un grande rischio. Difatti, le nuove generazioni di consumatori in gran parte saranno lì, pronte a sposare con disinvoltura le tecnologie e le forme di relazione degli ambienti digitali immersivi, così diverse da quelle del passato.
Joseph Sassoon: esperto di brand e storytelling, ricercatore, autore e conference speaker. È fondatore e leader di Alphabet e insegna Brand Storytelling al Master in Marketing Utilities and Storytelling Techniques dell’Università di Pavia. Siede nell’Advisory Board di Osservatorio Storytelling, Università di Pavia, e Osservatorio Branded Entertainment (Roma). Ha diretto un gran numero di progetti di ricerca su temi di branding e comunicazione per aziende italiane e società straniere operanti in Italia. A livello internazionale ha condotto ricerche estensive negli Stati Uniti, in diversi paesi Europei e in Asia (Giappone, Cina, Thailandia).
Giovanni ZICCARDI, Diritti digitali. Informatica giuridica per le nuove professioni, Raffaello Cortina, Milano 2022.
La grande onda del digitale ha travolto la società e le professioni tradizionali, tra cui quelle legate al diritto. Il quadro di crisi attuale ci porta a ripensare il modo di lavorare nel nuovo mercato digitale, acquisendo competenze lontane dai domini di conoscenza tradizionali. Temi quali l’intelligenza artificiale, il coding, il legal tech, la cybersecurity, la profilazione, il family tech e l’Internet delle cose devono oggi far parte delle conoscenze di un giurista, a suo agio nel mondo tecnologico e non soltanto in quello del diritto.
In questo volume si affrontano numerosi argomenti di confine, per disegnare il percorso formativo del professionista del futuro. Dalla società della sorveglianza ai crimini informatici, dalla computer ethics all’intelligenza artificiale, dall’hacking fino ai big data, vengono trattati con un approccio rigoroso ma chiaro, e con numerosi riferimenti alla quotidianità, i temi più importanti di questo nuovo panorama.
Giovanni Ziccardi: professore di “Informatica Giuridica” presso l’Università degli Studi di Milano e Professore “Jean Monnet” nel corso di “European Union Data Governance and Cybersecurity”. Insegna anche criminalità informatica al Master in diritto delle nuove tecnologie dell’Università di Bologna. Coordinatore Scientifico del Centro di Ricerca Coordinato in “Information Society Law” (ISLC), è componente del Comitato Etico e del Comitato Cybersecurity dell’Ateneo milanese.
Giancarlo ZAPPOLI, Luisa CERETTO, Andrea MORINI (a cura di), Nato per sedurre. Il cinema di Claude Lelouch, Lindau, Torino 2001.
In Claude Lelouch vita e cinema sono una cosa sola. Non soltanto sul piano del necessario coinvolgimento di un autore con la propria opera, ma proprio per quel tanto di adolescenziale che l’autore di Un uomo, una donna riconosce all’oggetto della propria ispirazione e che resta inalterato nel suo modo di affrontare la realtà.
Giancarlo Zappoli: docente e critico cinematografico. Direttore di MYmovies e direttore artistico di Castellinaria. Festival del cinema giovane Bellinzona. Ha scritto: Invito al cinema di Woody Allen (Mursia), Éric Romher (Castoro Cinema), Ciak si spia. Il cinema e l’intelligence (Nuova Argos) e curato per il Centro Studi Cinematografici numerosi altri libri tra cui Una pantera da Tiffany. Il cinema di Blake Edwards (Il Castoro Cinema).
Luisa Ceretto: critica cinematografica, programmatrice presso la Cineteca di Bologna e fiduciaria del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) per il gruppo Emilia-Romagna e Marche.
Andrea Morini: responsabile del Cinema Lumière della Cineteca del Comune di Bologna di cui cura la programmazione dal 1983
Giuseppe ORZELLA, Domenico DI GIO PIETRO, Non è mai troppo tardi. Guida per i corsi popolari di tipo A trasmessi per televisione, Eri – Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, 1961.
Due fascicoli stampati da PDF conformi all’originale. Si tratta di testi pubblicati dalla ERI per il Centro Telescuola in concomitanza alla trasmissione Non è mai troppo tardi condotta dal celebre maestro Alberto Manzi tra il 1960 e il 1968. Il secondo fascicolo contiene un alfabetiere e un eserciziario.
Fausto COLOMBO, Un futuro “ecologico” per la comunicazione?
(in: Sociologia della Comunicazione, anno 33°, n. 64, 2022, pag. 28-42)
Nell’ambito del presente numero monografico dedicato a Ecologia dei media: prospettive, pratiche, resistenze, segnaliamo il contributo di Fausto Colombo, docente di Teoria della comunicazione e dei media e Media e politica presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ove dirige anche il Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo nonché il master in Comunicazione, marketing e pubblicità interattiva, che riflette sulla portata epistemologica ed euristica della media ecology, oltre che in relazione al campo specifico dei media studies, anche rispetto alla più generale prospettiva della sociologia della cultura. Colombo propone tre chiavi per interpretare il significato attuale della connessione tra ecologia e comunicazione: 1) ecologia della comunicazione come scienza, incentrata su un modello descrittivo in grado di combinare e ibridare una pluralità di dimensioni fondanti degli ambienti sociali, culturali e mediali; 2) ecologia della comunicazione come indirizzo volta a comprendere e sviluppare una visione sistemica per preservare la comunicazione come risorsa e limitarne gli elementi di rischio e di tossicità; 3) necessità di metodi ecologici di analisi e di ricerca.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Derrick de Kerckhove, Dall’economia dell’esperienza all’ecologia dell’esperienza.
(in: Media Duemila, n. 336, marzo/maggio 2023, pag. 8-10)
Dal metaverso alla meta-città, ovvero come usare il concetto di metaverso per migliorare la sostenibilità è stata la riflessione proposta da De Kerckhove – direttore scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia e di Media Duemila, docente al Politecnico di Milano – alla XIV edizione di Nostalgia di Futuro che si è tenuto a Milano, ospite della Foindazione Eni Enrico Mattei. Allo stato attuale, né il metaverso, né la meta-città – osserva de Kerckhove – sono destinati a sostenere l’ambiente, tutt’altro. Le loro applicazioni ludiche e commerciali minacciano addirittura di aumentare il già considerevole consumo di energia e materiali in cicli di innovazione, obsolescenza, rinnovamento e consumismo generalizzato. L’Autore esorta a iniziare a pensare all’ecologia dell’esperienza oltre che all’economia dell’esperienza.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Luisa BOLZ, Co-écrire le journalisme sur TikTok: légitimité médiatique et communautés ludo-journalistiques
(in: Quaderni, n. 107, automne 2022, pag. 73-86)
All’interno del dossier monografico Informer sous algorithmes, segnaliamo il contributo di Luisa Bolz, sulle sfide di una possibile interazione tra il linguaggio giornalistico tradizionale e i nuovi codici espressivi di TikTok, tipici della cosiddetta Generazione Z, caratterizzati da video brevi e spesso umoristici.
(in francese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Josef SEETHALE, Gabriele MELISCHEK, Opinion-leading media as indicators of a democracy at risk: The press and the rise of National Socialism between 1927 and 1932.
(in: European Journal of Communication, vol. 38, n. 1, febbraio 2023, pag. 77-94)
L’ascesa del nazionalsocialismo tra la fine degli Anni ’20 e l’inizio degli Anni ’30 è avvenuta nell’ambito di società democratiche con un sistema mediatico ben sviluppato. Attraverso un’analisi comparativa delle notizie riportate dai giornali tedeschi e austriaci in epoca post-elettorale, l’articolo evidenzia alcuni peculiari elementi indicatori di una democrazia a rischio. Sulla scorta della cosiddetta teoria sociometrica – che, ideata da Baumeister e Leary e poi sviluppata da Gardner, Pickett e Brewer, asserisce che l’essere umano è incapace di sopravvivere e riprodursi senza mantenere minime relazioni sociali e, di conseguenza, elabora sistemi che gli consentono di mantenere con successo queste relazioni di inclusione – si evidenzia pure che durante le gravi crisi della democrazia si allarga sensibilmente il gap tra l’élite dominante, leader d’opinione e i giornali popolari.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Aaron ERLICH, Calvin GARNER, Is pro-Kremlin Disinformation Effective? Evidence from Ukraine.
(in: The International Journal of Press/Politics, vol. 28, n. 1, gennaio 2023, pag. 5-28)
La popolazione residente in Ucraina ha modo di distinguere tra la disinformazione filo-russa e le notizie reali? Ancora: ciò che sostiene la disinformazione filo-russa è più credibile? E quale pubblico ci crede? L’articolo presenta i risultati di due sondaggi (uno online e l’altro diretto) realizzati nel 2019 in Ucraina. Benché, in media, quanti hanno risposto fossero in grado di distinguere tra verità e disinformazione, molti rimanevano indecisi. La disinformazione su temi economici si rivela più credibile rispetto a quella riguardante aspetti politici, storici o militari e quanti hanno qualche legame (linguistico, etnico) con la Russia sono più portati a ritenere veritiere le notizie false. La ricerca evidenzia altresì l’importanza di esaminare vari tipi di messaggi disinformativi e pure i destinatari di tali informazioni.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Amit PINCHEVSKI, Michael RICHARDSON, Trauma and digital media: Introduction to crosscurrents special section
(in: Media, Culture & Society, vol. 45, n. 1, gennaio 2023, pag. 178-180)
La relazione fra media e trauma (nell’ accezione psicologica del termine, cioè conseguenza di un evento o sequenze di eventi dotati di carica emotiva negativa, tale da minacciare la stabilità, l’integrità e la continuità fisica o psicologica dell’individuo) risale alle osservazioni di Walter Benjamin su tecnologia e modernità che, a loro volta, erano state influenzate dagli studi di Freud sui traumi connessi alla I Guerra Mondiale. Dopo oltre un secolo, sulla scia di numerosissimi conflitti, catastrofi (ivi compreso, naturalmente, il Covid-19) e trasformazioni tecnologiche di ampia portata, è tempo di attualizzare la materia focalizzando l’attenzione soprattutto sui media digitali. In questo numero di Media, Culture & Society, il dossier Crosscurrents è proprio dedicato alla tematica del rapporto tra trauma e digital media con interessanti contributi: Hannah Zeavin, Melancholic media: virtual reality, traumatic loss and magic (pag. 181-190); Jacob Johanssen, Reconsidering trauma and symbolic wounds in times of online misogyny and platforms (pag. 191-201); Michael Richardson, Drone trauma: violent mediation and remote warfare (pag. 202-211); Amit Pinchevski, Social media canaries: content moderators between digital labor and mediated trauma (pag. 212-221).
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Marzo 2023
David THOMSON, La formula perfetta. Una storia di Hollywood, Adelphi, Milano 2022
David Thomson, «il più grande critico cinematografico vivente» per John Banville, propone una personalissima storia di Hollywood col piglio caustico e malandrino che contraddistingue chi da ama quel mondo e ciò che ha da offrire: sogni surrettiziamente innervati dalla realtà. Thomson prende spunto da un capolavoro, Chinatown (1974) di Roman Polanski, che gli permette di ripartire da molto lontano, dalla crescita indiscriminata, corrotta e manovrata di Los Angeles, e di puntare la sua personale macchina da presa sulle speculazioni fraudolente intorno alla gestione dell’acqua e della viabilità, elementi che, sottotraccia, contribuirono notevolmente alla nascita e allo sviluppo di Hollywood. Ricostruisce poi la storia di quegli anni, dalle prime salette improvvisate ai grandi cinema, alla creazione degli Studios, affrontando il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore e alle ulteriori innovazioni tecniche. Ma soprattutto racconta le storie, sempre curiose, spesso sordide, comunque illuminanti, dei grandi che hanno fatto grande il cinema: registi come Griffith, Welles o Hitchcock, divi come Greta Garbo o Marlene Dietrich, Humphrey Bogart o Jack Nicholson, e insieme produttori come Jack Warner, Louis Mayer o Samuel Goldwyn, nonché altre figure meno note ma non meno influenti. Thomson vuole darci «la formula perfetta», espressione che riprende dall’ultimo romanzo incompiuto di Fitzgerald, ambientato nella Mecca del cinema: l’equazione che sola può offrire una visione d’insieme di quel mondo, quell’arte, quel mestiere, quell’industria, quel gioco d’azzardo, in tutta la sua varietà, follia e grandezza.
Giorgio AVEZZÙ, L’Italia che guarda. Geografie del consumo audiovisivo, Carocci, Roma 2023
Obiettivo del volume è verificare, dati alla mano, l’effettiva esistenza di una cultura audiovisiva nazionale. Tendiamo a dare per scontato che esista realmente un “cinema italiano”, rappresentativo di tutto il paese e visto ovunque allo stesso modo. E siamo inclini a pensare che le serie più popolari della televisione generalista abbiano un successo che è anche esteso geograficamente. Ma è davvero così? È mai stato così in passato? Le geografie del consumo audiovisivo in Italia, in particolare quelle dei primi vent’anni del nuovo millennio, qui oggetto di uno studio sistematico, mostrano un altissimo grado di eterogeneità. Il libro interroga i dati di visione regionali dei film in sala – sia italiani sia d’importazione – e quelli dei film trasmessi in televisione e della serialità generalista, alla ricerca degli elementi testuali che producono i maggiori sbilanciamenti di consumo. Indagare le geografie del consumo audiovisivo significa illuminare il potere delle immagini e delle storie, e permette di rivelare il grado di frammentazione dei consumi culturali e della cultura stessa del paese. Perché gli italiani guardano cose tanto diverse? Che cosa si aspettano dal cinema e dalla televisione?
Giorgio Avezzù: ricercatore in Cinema, fotografia e televisione all’Università degli Studi di Bergamo, dove insegna Linguaggi audiovisivi e Produzione audiovisiva. Ha scritto L’evidenza del mondo. Cinema contemporaneo e angoscia geografica (2017).
Cecilia CASALEGNO, Advertising. Tecniche, strumenti, regole tra una rivoluzione e l’altra, Franco Angeli, Milano 2023
Quali sono le tecniche e gli strumenti da utilizzare per un lavoro efficace in campo pubblicitario? Come agire, nei diversi settori, per attirare e mantenere l’attenzione dei consumatori? A questi e ad altri quesiti il volume vuole dare risposta, partendo dalle due sfide a cui oggi è sottoposto il marketing: innovazione e sostenibilità. Le tecniche di advertising, così come gli strumenti e gli attori che partecipano del processo di pianificazione, si stanno confrontando sempre di più sia con il progresso tecnologico, sia con la trasformazione dei comportamenti del pubblico. E la parola d’ordine sembra essere “velocità”, in tutti i sensi: velocità di risposte agli input, di influenza della tecnologia, di mutamento dei gusti, di scambio di informazioni. La comunicazione è oggi costante, pressante, multidirezionale; e negli ultimi anni si è tradotta in una squisita arma a doppio taglio: se da una parte è di certo più semplice far arrivare un messaggio al proprio target di riferimento, dall’altro è difficilissimo costruire una relazione di lungo periodo con quest’ultimo, per via dei troppi stimoli a cui tutti siamo sottoposti ogni giorno.
Cecilia Casalegno: docente associato presso il Dipartimento di Management dell’Università di Torino, dove insegna Marketing, Comunicazione e pubblicità, Gestione delle risorse umane. Socio fondatore dello spin off accademico Spin Lab Srl, che eroga servizi di formazione manageriale e di ricerca applicata sul campo in ausilio alle piccole e medie realtà locali nello sviluppo di idee sostenibili. Fondatore e membro del gruppo di ricerca internazionale Innovative applications for sustainability and responsibility Lab. Dal 2020 fa parte del Comitato Scientifico dell'”Osservatorio per la Comunicazione d’Impresa” di Confindustria Piemonte. Autrice di pubblicazioni nazionali ed internazionali, tra cui Comunicazione integrata e PR: istruzioni per l’uso (Franco Angeli, 2022).
Francesca COPPA, Vidding. A History, University of Michigan Press, 2022
ll vidding consiste nella rielaborazione, taglio e sostituzione dell’audio originale di un video preesistente operata da comunità di fans che, come nel caso del cosiddetto fandom, condividono un comune interesse per un determinato contenuto o fenomeno culturale. I primi esempi di vidding risalgono a una quarantina di anni fa e consistevano in una complicata impresa tecnologica che prevedeva l’acquisizione di filmati dalla TV con un videoregistratore e la sincronizzazione con la musica. Il progresso e la sempre maggiore accessibilità della tecnologia digitale, l’avvento di YouTube, Vimeo e altri canali per la creazione e la condivisione di contributi audiovisivi, ha notevolmente incrementato l’attività di vidding. Francesco Coppa presenta una ricca storia delle comunità di vidding (inizialmente circoscritte alle realtà femminili e queer) e della loro evoluzione dagli anni ’70 ad oggi.
Francesca Coppa: insegna inglese e cinematografia al Muhlenberg College ed membro fondatore dell’organizzazione no-profit OTW (Organization for Transformative Works) Femminista e sostenitrice del fair use, si occupa di letteratura e di studi sulla performance e sulle fans communities.
Fabrizio DESIDERI, Andrea MECACCI, Estetica contemporanea. Dalle filosofie della crisi alle culture postmediali, Carocci, Roma 2023
Il primo esaustivo e dettagliato profilo dell’estetica contemporanea in lingua italiana. Destinato a docenti e studenti delle università e delle accademie, agli insegnanti e a un pubblico colto, il volume si caratterizza per l’ampiezza dei temi affrontati e la ricchezza delle informazioni: dal pluralismo delle estetiche novecentesche agli scenari attuali, tra arti performative e cultura visuale. Insieme a un rinnovato affresco dell’estetica del ‘900 nelle sue diverse articolazioni (dalle filosofie della crisi alla fenomenologia, dalla teoria critica al post-strutturalismo, dalle ontologie analitiche alle semiotiche dell’arte), il testo offre una mappa aggiornata del dibattito estetico-artistico: dalla Everyday Aesthetics alle estetiche ecologiche, dalle estetiche visuali e post-mediali al rapporto tra estetica, psicologia evoluzionistica e neuroscienze, dal nesso tra estetica e scienze umane alle grammatiche dei linguaggi artistici propri della contemporaneità. Uno strumento indispensabile per orientarsi nel complesso panorama attuale dell’estetica e della filosofia dell’arte.
Fabrizio Desideri: docente di Filosofia Estetica all’Università di Firenze, scrittore e saggista, dirige la rivista on line Aisthesis. Pratiche, linguaggi e saperi dell’estetico. Con Feltrinelli ha pubblicato L’ascolto della coscienza. Una ricerca filosofica (1998).
Andrea Mecacci: docente di Estetica e Semiotica presso l’Università degli studi di Firenze.
Gianni GARRUCCIU, La radio. Storie e curiosità per chi la fa e la ascolta, dalla valvola al web, Santelli, Cinisello Balsamo (MI) 2022
In un’era di rapida evoluzione mediatica, la radio mantiene un posto speciale in ogni comunità, come fonte accessibile di notizie vitali e di informazione. Ma la radio è anche una fonte di innovazione che ha aperto la strada all’interazione con il pubblico. Oggi sta vivendo una nuova giovinezza, grazie alla digitalizzazione del segnale e alla trasmissione in Rete che permettono personalizzazione e condivisione. Il manuale, diviso in due parti, ripercorre il lungo cammino della radio dal 1924 a oggi, affrontando i temi sociali, politici, tecnici, e tutto ciò che lega la radio alla crescita e alla formazione degli italiani nel corso di un secolo. Si analizza la figura di chi lavora in radio e di chi l’ascolta: le nuove tecnologie, i social media, gli studi scientifici e mediatici con l’avvento degli smartphone, di Instagram, Twitter e Facebook, sino al ruolo della radio nel futuro del pianeta.
Gianni Garrucciu: giornalista e scrittore, ha percorso l’intera carriera in RAI. Nel 1974 ha fondato la Compagnia per la Diffusione del Teatro Popolare, portando in scena le commedie di Eduardo De Filippo, ottenendo dall’autore napoletano la concessione per recitare i suoi lavori: autorizzazioni, fino ad allora, mai concesse soprattutto a compagnie non professionistiche. Relatore e consulente di numerosi convegni dell’UNICEF e dell’Ucsi, Unione dei Giornalisti Cattolici. Insegna Teoria e tecnica della Radiofonia presso il Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell’informazione dell’Università di Sassari.
Iside GJERGJI, Il volto acustico della voce. Pubblico, serialità e genere in Herta Herzog, Meltemi, Sesto San Giovanni (MI) 2023
L’opera di Herta Herzog si inscrive nella storia della sociologia delle comunicazioni, non soltanto come modello di ricerca, punto di svolta teorico e metodologico di un’intera disciplina, ma anche per la formulazione di alcuni quesiti fondamentali riguardanti l’importanza delle motivazioni psicologiche nei comportamenti dell’audience. È stata la prima studiosa della radio e del suo pubblico e i suoi scritti sulle ascoltatrici delle soap radiofoniche sono stati fondativi dei Communication e Reception Studies: sua fu l’invenzione del focus group. Quella di Herzog è anche una storia che svela la frattura di genere sulla quale si sono costruiti i canoni della sociologia e la sua comunità. Il suo nome è quasi sconosciuto: non si trova nei manuali ed è raro scorgerlo in testi specialistici. Obiettivo di questo volume, dunque, è strappare il prezioso contributo di Herzog dall’oblio forzato, nella consapevolezza che sia una valida guida per comprendere i processi comunicativi dei mass media
Iside Gjergji: sociologa e giurista. Si occupa di teoria sociale, migrazioni, lavoro, razzismo e processi culturali. È Senior Researcher presso il Centre for Social Studies dell’Università di Coimbra. Ha curato l’edizione italiana di Sull’esperienza surrogata (2022) di Herta Herzog. Ha già pubblicato “Uccidete Sartre!” (2018) e Sociologia della tortura (2019).
Alberto MAESTRI, Alessio POMARO, Giorgio TRIANI, Brand voice. Identità sonore, intelligenza artificiale, dialoghi aumentati, Franco Angeli, Milano 2023
Le marche hanno sempre più bisogno di avere, e di mostrare, un’anima, un cuore, un corpo. E una voce, attraverso cui rivolgersi alle persone, per rendere più chiari i loro messaggi e la propria ragion d’essere. C’è chi parla di human-to-human, e il senso è lo stesso: la marca di successo deve diventare, per dirla con una fortunata intuizione, una di noi. Brand Voice è un viaggio che esplora i modi con cui i brand prendono la parola: dai jingle ai sound logo, dal sound marketing ai testimonial, arrivando all’intelligenza artificiale conversazionale e ai Digital Human. Un libro dedicato a chiunque abbia interesse a esplorare approcci, strumenti e percorsi utili a progettare brand che siano capaci di resistere alla prova dell’oggi, e rivolti al domani.
Alberto Maestri: Autore, keynote speaker, advisor, docente. Studia i modi con cui marche, persone e organizzazioni agiscono e si trasformano con l’avvento del digitale.Equity Partner in GreatPixel, è consulente per brand, amministrazioni ed executive e Direttore della Collana “Professioni Digitali” per FrancoAngeli, la prima in Italia dedicata ai lavori del futuro e alla skills disruption. Docente di Marketing, Contenuti e Comunicazione. Ha scritto centinaia di articoli sulle principali riviste di management (Harvard Business Review Italia, MarkUp, Ninja Marketing, Brand Quarterly, SenzaFiltro, …) e cinque libri su customer experience, gamification e content marketing. Tra le sue ultime pubblicazioni in libreria: “AI Brands” (2021), “Platform Brand” (2019), “Giochi da Prendere sul Serio” (nuova edizione, 2018) e “Customer Experience Design” (2017).
Alessio Pomaro: ingegnere informatico da sempre appassionato di web marketing e di tecnologia, è anche autore di Voice technology, le nuove sfide del marketing conversazionale e della digital transformation (Dario Flaccovio Editore).
Giorgio Triani: sociologo, giornalista, si definisce futurista (come sentimento). Insegna all’Università di Parma (Corso di Giornalismo e Master in comunicazione digitale, mobile e social). Cura report previsionali per conto di imprese e pubbliche amministrazioni. Collabora con giornali e magazine. È autore di L’ingorgo. Sopravvivere al troppo, Eleuthera, 2010, Il futuro è adesso. Società mobile e istantocrazia, Edizioni San Paolo, 2013, Giornalismo aumentato. Realtà e scenari di una professione in rivoluzione, Angeli, 2017, Allegre apocalissi. Il (passato) futuro che ci attende, Castelvecchi, 2018, È scoppiato il futuro. Virale.Digitale.Ibrido, Uninova, 2021).
Lev MANOVICH, Cultural Analytics. L’analisi computazionale della cultura, Raffaello Cortina, Milano 2023
Come possiamo vedere simultaneamente un miliardo di immagini? Quali metodi analitici possiamo applicare alla sorprendente scala della cultura digitale, ai terabyte di fotografie condivise ogni giorno sui social media, al contenuto di quattro miliardi di schede di Pinterest? Oltre un certo limite, le variazioni quantitative di un fenomeno possono produrre distinzioni qualitative. Per Lev Manovich, è stato questo il punto di partenza per inaugurare un nuovo paradigma di ricerca sulla messe di dati che la rete produce e archivia. Prendere sul serio l’infosfera significa dotarsi degli strumenti di analisi (computazionale) e di rappresentazione (grafica) utili per dar significato a ciò che centinaia di milioni di persone, ogni giorno, creano, apprezzano e condividono.
Significa definire metodologie per rappresentare, nella disorientante abbondanza di dati culturali, gli orientamenti che le “vecchie” categorie non riescono più a decifrare. Il libro di Manovich, in questo senso, è uno strumento per imparare a leggere e a creare le mappe della nostra società.
Lev Manovich: autore di libri riguardanti la teoria dei nuovi media, docente del Computer Science Program al City University di New York, Graduate Center, U.S., Manovich si occupa principalmente del rapporto tra il digitale e la persona, teoria della new media art, e studi di software. Il suo libro più conosciuto è Il Linguaggio dei Nuovi Media (The language of New Media) che è stato tradotto in quattordici lingue.
Edoardo NOVELLI, I manifesti politici. Storie e immagini dell’Italia repubblicana, Carocci, Roma 2021.
Insieme con i comizi, i manifesti sono stati, il principale strumento di comunicazione politica della seconda metà del Novecento. Attingendo ai diversi repertori simbolici della politica, alle avanguardie artistiche, alla propaganda bellica, alla pubblicità, al fumetto e ai linguaggi della protesta, hanno raccontato le stagioni e gli avvenimenti salienti dell’Italia repubblicana, dal ritorno alla democrazia all’avvento della seconda Repubblica, sino a oggi. Intrecciando il piano storico all’analisi del linguaggio iconografico di più di cento manifesti, realizzati dal 1945 al 2018 da alcune delle firme più importanti dell’illustrazione, della grafica e della pubblicità italiana – tra cui Dudovich, Steiner, Jacovitti, Crepax – ma anche da ignoti militanti, il volume ricostruisce l’evoluzione della grafica e della comunicazione politica seguendo il filo di parole, simboli, personaggi e slogan che hanno alimentato i sogni e le paure di milioni di italiani, rivelandone origini e significati, plagi e trasformazioni.
Edoardo Novelli: professore ordinario all’Università degli Studi Roma Tre, dove insegna e fa ricerca nel settore della comunicazione politica, della sociologia dei media e dei visual studies. Sui linguaggi della propaganda e sulle campagne elettorali ha coordinato progetti di ricerca internazionali, pubblicato saggi e articoli, firmato programmi televisivi, curato mostre. Responsabile dell’Archivio degli Spot politici italiani (www.archivispotpolitici.it), è autore, tra l’altro, di Le campagne elettorali in Italia. Protagonisti, strumenti, teorie (Laterza, 2018) e curatore, con D. Lilleker, I. A. Coman e M. Gregor, di Political Communication and covid-19: Governance and Rhetoric in Times of Crisis (Routledge, 2021).
Filippo POLETTI, Ucraina: Grammatica dell’inferno, Lupetti, Milano 2023
Racconti di guerra, commentati da alcune donne fuggite dall’Ucraina e accolte a Milano dalla Fondazione Progetto Arca Onlus e dall’Accademia ucraina di balletto, compongono “Ucraina: grammatica dell’inferno”, il nuovo libro del giornalista Filippo Poletti, influencer di LinkedIn. Vale per il bombardamento dell’ospedale di Mariupol con le madri in attesa di partorire. Vale per lo sterminio delle famiglie in fuga da Irpin e da tanti altri luoghi di battaglia. Vale per tanti altri orrori come gli stupri e le torture mostrati in rete. Dopo la “Grammatica del nuovo mondo” dedicata al Covid, Poletti presenta una nuova grammatica tragica, una “Guernica” stampata su carta datata ai nostri giorni, impreziosita dalla postfazione del generale di corpo d’armata ausiliario Salvatore Farina, presidente del Centro Studi Esercito. Lo fa partendo dai versi dei Måneskin, il gruppo rock italiano: «Come fai a dormire la notte, come fai a chiudere entrambi gli occhi? Balleremo sulla benzina», gridano in Stand up for Ukraine. La benzina è la guerra russa: non può più piovere in Ucraina, seminando morte e dolore. Il libro è arricchito dalla postfazione del generale Salvatore Farina, presidente del Centro Studi Esercito.
Filippo Poletti: Giornalista, saggista, musicologo e influencer su Linkedin.
Giuseppe PREVITALI, Che cosa sono le digital humanities, Carocci, Roma 2023
Le digital humanities costituiscono uno dei campi emergenti del sapere e hanno cominciato a essere presenti anche nei corsi universitari. Per statuto a cavallo fra aree disciplinari diverse, esse non soltanto permettono di affrontare in modo nuovo problemi classici di filologia, critica letteraria o storia dell’arte, ma favoriscono una metariflessione sulle possibilità e i limiti del digitale negli studi umanistici. Il volume presenta i temi chiave di questo ambito di ricerca e, attraverso esempi concreti e analisi di caso, fornisce gli strumenti di base per orientarsi criticamente tanto nel dibattito teorico quanto nella pratica progettuale.
Giuseppe Previtali: insegna Storia del cinema all’Università degli Studi di Bergamo. È autore di Pikadon. Sopravvivenze di Hiroshima nella cultura visuale giapponese (Aracne, 2017), L’ultimo tabù. Filmare la morte fra spettacolarizzazione e politica dello sguardo (Meltemi, 2020), Educazione visuale (McGraw-Hill, 2021) e ha curato L’altra metà del conflitto. La comunicazione jihadista da al-Qaeda allo Stato Islamico (Meltemi, 2021).
Fabio TARZIA: Benedetto contro Francesco. Una storia dei rapporti tra cristianesimo e media, Meltemi, Sesto San Giovanni (MI) 2023
Benedetto e Francesco rappresentano archetipicamente i due volti del Cristo: quello aramaico, severo, apocalittico, predestinato, chiuso al mondo, in perenne attesa della Fine; e quello greco, lieto, inquieto, avvinto dal fascino della Storia, in continua ricerca della strada da percorrere, della missione da compiere nel tentativo di diffondere il Verbo.
Fabio Tarzia: docente di Sociologia delle religioni presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. I suoi interessi di ricerca orbitano attorno al nodo del rapporto tra immaginari, religioni, media e società
Luigi FERRARO, La telemedicina quale nuova (e problematica) frontiera del diritto alla salute
(in: Il diritto dell’informazione e dell’informatica, anno 38°, n. 4/5 luglio-ottobre 2022, pag. 837-866)
La pandemia di Covid-19 ha imposto alcune regole di comportamento, tipo il cosiddetto “distanziamento sociale”, incompatibili con il tradizionale rapporto tra medico e paziente. La Telemedicina, di cui si parla diffusamente nell’articolo, rappresenta un tentativo di risposta alla problematica purtroppo non privo di complicazioni riguardanti il complesso rapporto tra medico e paziente in terapia ma anche inerenti il diritto alla privacy e alla segretezza dei dati relativi allo stato di salute.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Stefano BARTEZZAGHI, L’emblematico genere del meme
(in: Versus. Quaderni di studi semiotici, n. 135, 2/2022 luglio-dicembre, pag. 301-316)
Per quanto riguarda la tipologia di testo, il meme può essere collocato nell’ampia categoria della “rigenerazione testuale” descritta da Gérard Genette. Le caratteristiche del meme sono: l’enunciazione anonima o collettiva, la fusione di elementi verbali e visivo, la velocità comunicativa supportata e condita di ironia. L’articolo analizza le analogie tra il meme e alcune iconologie del passato per arrivare poi a collocarlo nel contesto del mito sociale della performance che permea la nostra società.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
THE SOCIAL IMPACT OF THE COVID-19 PANDEMIC ON THE ITALIAN SOCIETY
(in: Rassegna italiana di sociologia, anno 63°, n. 3, luglio-settembre 2022, pag. 553-648)
Si segnala la serie di interessanti articoli sull’impatto della pandemia di Covid-19 sulla società italiana introdotti da una riflessione riepilogativa di Monica Massari e Costanzo Ranci:
- Giovanni Vicarelli, Guido Giarelli, Tackling the Covid-19 pandemic. The Italian national health service in a comparative perspective (pag. 555-584);
- Francesca Luppi, Alessandro Rosina, Young people fertility plans in Italy during the Covid-19 pandemic. Variations across occupational conditions and institutional contexts (pag. 585-620);
- Gianluca Argentin, Bending but not breaking. The Covid-19 pandemic and teacher job satisfaction (pag. 621-648).
(in inglese. Consultabili presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Fabrizio DENUNZIO, Iside GJERGJI, La rete delle parole di pietra: intervistati, autobiografi e narratori. Il nucleo poetico della letteratura e del giornalismo d’inchiesta italiano delle origini.
(in: Sociologia e ricerca sociale, anno 43, n. 128, 2022 nuova serie, pp. 59-75).
Un’approfondita ricognizione sull’impatto e sulle caratteristiche del giornalismo d’inchiesta italiano impostosi quale nuovo genere di ricerca sociale nel secondo dopoguerra grazie alla sempre maggior influenza della sociologia americana di matrice statistico-matematica (Paul F. Lazarsfeld), agli stimoli politico-culturali provenienti dall’ambiente cattolico (Don Luigi Sturzo), dalla nascita di riviste scientifiche variamente collocate nel panorama politico (Quaderni Rossi, Inchiesta) e dall’intensa attività investigativa letteraria e giornalistica promossa da testate quali Il mondo, Epoca, L’espresso, Nuovi Argomenti, ecc.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Maurizio ESPOSITO, Iolanda ROMUALDI, Anziani e welfare state tra accelerazione tecnologica e rischio di disaffiliazione sociale. Riflessioni sociologiche in tempo di pandemia.
(in: Studi di sociologia, anno 60°, n. 4, ottobre-dicembre 2022, pag. 633-647)
Dopo un’introduzione focalizzata sui concetti generali di politiche sociali e di welfare state, l’articolo dei due studiosi dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale propone una riflessione sul rapporto tra benessere sociale, anziani e innovazioni tecnologiche nel complesso panorama della pandemia di Covid-19 che ha comportato sconvolgimenti e imposto numerosi limiti e ridefinizioni nei vari ambiti delle relazioni sociali.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Donatella CAMPUS, Barbara SARACINO, Gli esperti durante la pandemia: nuove celebrities?
(in: Comunicazione Politica, anno 23°, n. 3, settembre-dicembre 2022, pag. 355-380)
Oltre che per la dura battaglia contro la malattia, la pandemia di Covid-19 ha reso essenziali scienziati e medici per comunicare l’emergenza sanitaria e legittimare le relative, necessarie misure per fronteggiarla. Numerosi esperti, più o meno noti, sono divenuti familiari per gli italiani al punto da essere annoverati tra i “virologi star” o “virostar”, neologismo palesemente (e talora polemicamente) ispirato al mondo dello spettacolo. Secondo i dati raccolti con inchieste a campione condotte dall’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società di Observa Science in Society, il pubblico, esposto a una pletora di informazioni e pareri, ha giudicato piuttosto confusionaria e a volte contraddittoria la comunicazione degli esperti. La ricerca di Campus e Saracino conclude che, seppur in misura variabile, vi sono figure di esperti Covid che rispondono ad alcune delle dimensioni tipiche della celebrità, così come essa è inquadrata e definita dalla letteratura scientifica, poiché il sistema mediatico italiano li ha considerati tali e li ha trattati di conseguenza come soggetti notiziabili anche per quanto riguarda la loro sfera privata o comunque al di fuori dell’esercizio delle attività scientifiche e mediche.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Milly BUONANNO, Mihaela GAVRILA, La sfida di essere donna e giornalista. Introduzione.
(in: Problemi dell’informazione, anno 47°, n. 3, dicembre 2022, pag. 307-316)
Milly Buonanno e Mihaela Gavrila, docenti presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza di Roma, hanno fondato nel 2010 (insieme con Giovanni Ciofalo, Francesca Comunello, Franca Faccioli, Silvia Leonzi, Anna Maria Natale e Paola Panarese) il Gender and Media Matters (Ge.M.Ma), unità di ricerca su genere e media. Al Ge.M.Ma si deve, tra l’altro, il convegno internazionale Gender and Media Matters. Widening the Horizons of the Field of Study tenutosi alla Sapienza nell’ottobre 2021animato dall’intento di rendere la scholarship italiana visibile sulla scena internazionale. L’introduzione delle due studiose, presenta quattro contributi italiani e stranieri sui persistenti chiaroscuri dell’esperienza professionale delle donne che fanno informazione: dall’esposizione femminile alla violenza di genere negli ambienti di lavoro (Eugéne Saitta, Béatrice Damian-Gaillard, Gender-based Violence in Political Journalism in France, pag. 317-338), ai ruoli di mediazione culturale svolti dalle giornaliste in fasi di cambiamento delle condizioni di genere (Diane T. Prusank, Robert L. Duran, The Role of Journalists in Mediating Gender Tensions, pag. 339-356), ai percorsi diseguali delle carriere femminili nei settori dell’informazione (Donne giornaliste: la generazione del cambiamento, intervista di Milly Buonanno a Valeria Palumbo, pag. 357-370; Guardare oltre. Percorsi di empowerment femminile nel giornalismo radiotelevisivo italiano, interviusta i Mihaela Gavrila a Simona Sala, pag. 371-381).
Milly Buonanno: sociologa. È stata tra i primi a occuparsi a livello accademico in Italia degli studi di genere nell’ambito giornalistico e dello studio delle produzioni seriali televisive.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Laurence Allard, Gaby David, Interroger les mobiles du désir: les pratiques du #foodporn.
(in: Communication & langages, n. 213, settembre 2022, pag.17-26)
Il food porn è un fenomeno in costante crescita e sui social compaiono numerose immagini e video legati a una rappresentazione “estetica” degli alimenti, condivisi con amici, fan e follower. A creare l’espressione food porn è stata l’autrice e giornalista Rosalind Coward, che nel suo libro Female desires: how they are sought, bought, and packaged del 1984 usò per la prima volta il termine “pornografia alimentare“. Tali immagini, spesso ritoccate, non raccontano mai il processo di produzione di un pasto ma suscitano sensazioni di piacere fisico nello stesso modo in cui la pornografia suscita sensazioni di piacere sessuale.
L’articolo di Laurence Allard e Gaby David esplora le questioni estetiche, economiche e socio-politiche della rappresentazioni visive del cibo tanto in relazione al concetto generale di food porn, quanto al più specifico uso della parola chiave (hastag) #foodporn. Possiamo etichettare con #foodporn delle foto che esaltino l‘aspetto estetico dell’alimento nella sua interezza (estetizzazione del cibo), ma soprattutto che raffigurino qualcosa che si fa quasi letteralmente “mangiare con gli occhi”, scatenando i sensi degli spettatori. Nello stesso numero della rivista, altri sei saggi si occupano del tema: Olivier Leplatre, Food porn et iconophagie: une archéologie (pag. 27-42); Laurence Allard, Gaby David, Le #foofporn, un tag à la saveur complexe: du meal gaze au coopérativisme de plateforme (pag. 43-58); Kévin Poperl, Une alternative à Deliveroo et UberEats? Genèse et politique de CoopCycle (pag. 59-66); Carolina Cambre, Geneviève Sicotte, “Mangez-moi”. L’érotisation de la nourriture et des corps dans la food porn (pag. 67-84); Gustavo Gomez-Mejia, Esquisses pour une stylistique des contenus: du #foodporn au food gore (pag. 85-106); Caroline Marti, #Foodporn: nourrir le dispositif par les images. Captations culinaires et variations infra-publicitaires sur Instagram (paf. 107-122).
(in francese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Alexander DHOEST, Joris VAN OUYTSEL, Queer media generations: Shifting identifications and media uses among non-heterosexual men.
(in: European Journal of Communication, volume 37, n. 6, dicembre 2022, pag. 663-678)
Combinando i concetti di “queer generations” e “media generations”, la ricerca esplora l’influenza dei media tradizionali (giornali, riviste, libri, televisione, radio, cinema) e dei media digitali (Internet, Social media) nella formazione dell’identità sessuale di quattro generazioni di uomini non-eterosessuali del dopo-guerra: Baby Boomers (nati tra il 1945 e il 1964), Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980), Millenials (nati tra il 1980 e il 2000) e Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012). I risultati dell’analisi, condotta anche attraverso interviste mirate, evidenziano l’importanza dei mezzi di comunicazione nel processo di esplorazione dell’identità sessuale individuale. L’influenza dei media digitali, come prevedibile, è in crescente espansione in relazione alle nuove generazioni ma interessa anche i più anziani mentre, allo stesso tempo, cinema e televisione continuano a essere un importante ambito di rappresentazione per tutte le generazioni.
(in inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Febbraio 2023
Enrico PRATI, Mente artificiale, Egea, Milano 2017
È possibile la comprensione oltre la capacità del nostro cervello? I primi computer erano in grado di aumentare la velocità di calcolo, ma non erano capaci di creare rappresentazioni flessibili della realtà. Con la nuova architettura matematica chiamata deep learning le macchine sono riescono a svolgere questo compito, a distinguere strutture di dati di qualsiasi natura, dall’economia, alla genetica, allo spazio, in masse di dati talmente complesse che nessun umano riuscirebbe a gestire. Queste tecnologie si ispirano a parti relativamente ristrette del cervello, ma sono state sufficienti per iniziare la rivoluzione cui stiamo assistendo. E siamo solo all’inizio…
Enrico Prati: fisico e ricercatore presso l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR di Miolano. Dal 2014 è visiting scholar della Waseda University a Tokyo. È stato speaker al TEDx di Roma con un contributo sull’intelligenza artificiale quantistica.
Giovanni DESTRO BISOL, Marco CAPOCASA, Intervista impossibile al DNA, Il Mulino, Bologna 2018
Una piccola sigla, un mondo di significati: il DNA è una risorsa contro le malattie, uno strumento per identificare gli assassini e una chiave per comprendere il comportamento umano. La sua storia è talmente antica da intrecciarsi con quella della comparsa della vita sulla Terra. E in futuro? Proviamo a parlarne direttamente con lui. Dalla genetica di Neanderthal alla clonazione di esseri umani, metteremo a fuoco speranze (e timori) che grazie al DNA si aprono per la scienza e per le nostre esistenze.
Giovanni Destro Bisol: Docente di Antropologia e Biodiversità umana all’UniversitàLa Sapienza di Roma. Direttore dell’Istituto Italiano di Antropologia e della rivista Journal of Anthropological Sciences;
Marco Capocasa: ricercatore in Antropologia molecolare. Tra i suoi ambiti di studio: le relazioni tra i processi di isolamento (genetico, geografico e culturale), le strutture sociali e la diversità genetica nelle popolazioni umane.
Sara RUBINELLI, Luca CAMERINI, Peter J. SCHULZ, Comunicazione e salute, Apogeo, Milano 2010
Di salute si parla ovunque: con il proprio medico, in famiglia, tra amici e colleghi, nei mass-media e su Internet. Parlare di salute, però, non è facile. Si tratta di un ambito che richiede conoscenze tecniche per comprenderne i contenuti, ma che pervade allo stesso tempo la sfera emotiva di ciascun individuo. Questo testo offre un itinerario nel mondo della comunicazione sanitaria, ovvero di quella disciplina che include lo studio e l’utilizzo della comunicazione nel contesto della salute. L’informazione e la comunicazione sono, oggi, riconosciute come una risorsa fondamentale per guidare gli individui verso decisioni ottimali per la loro salute. Il manuale, destinato sia agli operatori sanitari che al pubblico generale, presenta la comunicazione sanitaria da una prospettiva analitico-normativa. Gli autori spiegano i fondamenti della comunicazione sanitaria nelle dimensioni interpersonale (tra medico e paziente), mediata dalle nuove tecnologie e mass-mediale, offrendo al lettore basi concettuali e strumenti per valutare la qualità dell’informazione sanitaria in modo critico e comunicare con efficacia in questo ambito.
Sara Rubinelli: ricercatrice in filosofia della salute e comunicazione presso il Department of Health Sciences and Health Policy con sede all’Università di Lucerna e allo Swiss Paraplegic Research di Nottwill;
Luca Camerini: ricercatore in comunicazione sanitaria presso l’Institute of Communication and Health dell’Università della Svizzera Italiana (Lugano);
Peter J. Schulz: fondatore e direttore dell’Institute of Communication and Health dell’Università della Svizzera Italiana.
Alberto LORI, Reading & Speaking. Guida pre-corso per una comunicazione efficace, convincente e senza stress, Rai Eri, Roma 2008
Il volume ha lo scopo di fornire i rudimenti dell'”arte di leggere”, basata sulla conoscenza di quel meraviglioso meccanismo sonoro che è la voce umana. Non solo, con il secondo termine del binomio, il parlato, Lori conduce per mano il lettore a conoscere, nella teoria come nella pratica, le tecniche di una comunicazione efficace, convincente e soprattutto senza stress, sfatando il luogo comune che un buon oratore sia soltanto chi è dotato di facilità di parola e di una buona cultura alle spalle.
Un nuovo elemento da qualche anno va imponendosi all’attenzione del pubblico: è quello racchiuso nel primo termine del binomio reading & speaking, la lettura. Una voce che legge nel buio di una sala un brano di un libro ci riconsegna intatta l’autonomia del nostro cervello. Quanto più quella voce senza corpo è coinvolgente tanto più la nostra fantasia crea immagini, inventa suoni, evoca emozioni, in un film mentale di cui noi ascoltatori siamo gli unici registi.
Naturalmente il prodigio avviene se la voce narrante è calda, modulata, capace di dare mordente ed espressività alla parola letta, mentre sarebbe irritante e controproducente una lettura sgrammaticata, monocorde, senza partecipazione.
Nel CD che correda il libro, con l’ausilio degli allievi dei corsi di Reading & Speaking di Lori, sono esposte nella pratica le regole della fonetica e della corretta pronuncia. Attraverso la lettura di brani di documentar! e di prosa di autori classici sono dati numerosi esempi concreti.
Alberto Lori: speaker del giornale radio RAI, poi conduttore del Tg2 RAI; in seguito, redattore del telegiornale Contatto di Maurizio Costanzo alla PIN della Rizzoli; collaboratore de’ Il Giornale dei Misteri di Giulio Brunner e di Mondo Archeologico di Mirella Rostaing Casini; ha diretto Immagine Italia, rivista trimestrale di carattere turistico; il settimanale ASI, Agenzia Sanitaria Italiana; Quasar, il primo mensile italiano di scienza alternativa.
Coordinatore di Dimensione Uomo, gruppo d’informazione, divulgazione e ricerca scientifica, è giornalista freelance e voce di documentari e rubriche TV di successo come: Mixer, Ultimo Minuto, SuperQuark, Sfide, La Storia siamo noi.
È stato autore e conduttore dei programmi su RadioRadio Sempre di domenica e Attenti al lupo.
Diplomato Practitioner e Master advanced in PNL all’ISI-CNV di Marco Paret e in Sviluppo delle Risorse Umane all’HRD Academy di Roberto Re, si è specializzato in PNL seguendo i corsi di Anthony Robbins, di Richard Bandler, e in psicologia quantistica con lo psicologo Ilio Torre. È stato docente di dizione e pronuncia italiana nell’ambito del Corso di Giornalismo della Luiss. Ha curato la comunicazione dei dirigenti, comandanti e istruttori del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, dei giornalisti dell’Ansa, dei piloti Alitalia.
È autore di numerose pubblicazioni di psicoquantistica e comunicazione.
Shoshana ZUBOFF, Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri, Luiss University Press, Roma 2019
Il mondo digitale ha preso il sopravvento, ridefinendo qualunque cosa prima che venga offerta la possibilità di riflettere e decidere. Si possono apprezzare gli ausili e le prospettive che l’interconnessione offre, ma allo stesso tempo si aprono nuovi territori fatti di ansia, pericoli e violenza, mentre l’idea stessa di un futuro prevedibile svanisce per sempre. In questo volume Shoshana Zuboff sostiene che Big Tech sia determinata a mercificare, controllare e cooptare ogni esperienza umana per trasformarla in dato comportamentale grezzo da utilizzare per accrescere ancora di più i propri profitti e il proprio potere. Zuboff sostiene che il capitalismo di sorveglianza consista nel monitorare, analizzare e modificare costantemente il comportamento umano per il profitto dei giganti della tecnologia, che investono in quelli che lei definisce “mercati comportamentali futures”,dove il sapere in anticipo cosa faranno le persone domani o l’anno prossimo diventa un’informazione di enorme valore per chi vuole vendergli un prodotto o un servizio.
Shoshana Zuboff: sociologa e saggista statunitense, ha un dottorato di ricerca in psicologia sociale presso l’Università di Harvard e una laurea in filosofia presso l’Università di Chicago. Nel 1981 andò alla Harvard Business School, dove è diventata una delle prime donne di ruolo nella facoltà. Nel 2014 e 2015 è stata membro della facoltà presso il Berkman Center for Internet and Society presso la Harvard Law School.
È autrice dei libri In the Age of the Smart Machine: The Future of Work and Power e The Support Economy: Why Corporations Failing Individuals and the Next Episode of Capitalism, coautore con James Maxmin, de Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri (The Age of Surveillance Capitalism. The Fight for the Future at the New Frontier of Power, 2019), integra le sue principali tematiche che sono: la rivoluzione digitale, l’evoluzione del capitalismo, l’emergere storico dell’individualità psicologica e le condizioni per lo sviluppo umano. Il suo lavoro è all’origine di molti concetti tra cui: “capitalismo di sorveglianza”, “potere strumentale”, “divisione dell’apprendimento nella società”, “economie di azione”, “mezzi di modifica del comportamento”, “civiltà dell’informazione”, “astrazione del lavoro” e “individuazione del consumo”. Nel 2019 ha ricevuto l’Axel-Springer Awards.
Stefano VIETINA, Comunicare la scienza da Galileo a Google. 5 incontri stra-ordinari all’Università di Padova, Edizioni Arco, Padova 2020
l libro racconta le storie di cinque studiosi e delle loro straordinarie ricerche, evidenziando come una buona comunicazione abbia contribuito a farli conoscere al grande pubblico. Al canadese William Shea, il più grande esperto mondiale di Galileo Galilei, si deve il ritrovamento di un ritratto inedito che ci ha svelato molto del grande scienziato toscano. Giuseppe Sartori è l’inventore della macchina della verità che, rispetto al vecchio poligrafo, ha una attendibilità che sfiora il 97% e può essere applicata in ambito giudiziario, medico, e perfino commerciale. Vito Di Noto, massimo esperto italiano di batterie al litio, inventore delle batterie al magnesio, sta lavorando sulle celle a combustibile e sull’energia pulita. Paolo De Coppi, medico, primario pediatra a Londra, ha scoperto le cellule staminali nel liquido amniotico, superando così le resistenze etiche all’utilizzo di queste cellule capaci in potenza di riprodurre intere parti del corpo umano. Massimo Marchiori è ormai universalmente conosciuto come l’inventore dell’algoritmo su cui si basa Google: nel 1996 aveva creato Hyper Search ed è stato l’unico italiano a lavorare nel team di Tim Berners-Lee, l’inventore del web.
Stefano Vietina: Consulente di comunicazione strategica per aziende e banche. Giornalista. Scrittore di biografie e monografie aziendali.
Rai Ufficio Studi, Algoritmi di Servizio Pubblico. Sistemi di raccomandazione ed engagement per le nuove piattaforme multimediali pubbliche, Rai Libri, Roma 2022
In che modo i media di servizio pubblico possono valorizzare le caratteristiche della fruizione digitale per modernizzare il senso della propria missione offrendole possibilità inedite di attualizzazione? E come possono contrastare la capacità attrattiva e fidelizzante, specie per il pubblico giovane, delle piattaforme commerciali, recuperando e innovando la propria identità nel nuovo habitat digitale?
L’insieme di valori pubblici fondamentali e distintivi che caratterizzano i media di servizio pubblico comprende l’universalità, l’indipendenza, l’eccellenza, la diversità, la responsabilità, l’innovazione, la coesione sociale, non sempre compatibili con gli attuali cambiamenti di mercato. Appare quindi opportuno e necessario riflettere su approcci alternativi a quelli adottati dalle piattaforme digitali commerciali che possono essere applicati ai servizi online dei media pubblici e, più in generale, alle loro strategie industriali.
Per approfondire questo tema, l’Ufficio Studi RAI ha avviato una ricerca con l’obiettivo di indagare le sfide e le opportunità poste dal nuovo ecosistema digitale ai media di servizio pubblico. Il progetto è diretto da Claudia Mazzola e curato da Flavia Barca con la collaborazione di Alessandra Pratesi.
Antonio LARI, La Rai per le Olimpiadi di Roma 1960, Sandit, Albino (BG) 2022
Le Olimpiadi di Roma del 1960 non furono soltanto uno straordinario avvenimento sportivo, ma il primo grande evento mediatico del dopoguerra. Un evento importante nella storia dell’Italia e, soprattutto, per la città di Roma e per la RAI. Le Olimpiadi rappresentarono sì uno spartiacque per i molteplici aspetti della vita economica e sociale dell’Italia, ma allo stesso tempo furono un grande evento mediatico per la televisione italiana. Con il 1960 la Rai aveva definitivamente archiviato il suo periodo pionieristico e stava entrando negli anni del boom economico. Antonio Lari ripercorre il “dietro le quinte” di questo primo grande evento visto con gli occhi di quanti in Rai si adoperarono per la buona riuscita delle trasmissioni.
Marco Flavio SCARPETTA, Il linguaggio del giornalismo scientifico, 2011 (Tesi di Laurea)
Una precisa contestualizzazione storica e culturale della nascita e dell’evoluzione del giornalismo scientifico che per un più ampio respiro nella scelta degli autori e dei destinatari delle pubblicazioni si distingue, pur continuando a esserne complementare, dalla letteratura scientifica.
(tesi di laurea consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Fabrizio Todisco, Marianna Marcucci, Marketification. Comunicare bene in un mondo filtrato, Lupetti, Milano 2022
I tempi che viviamo sono complessi in molteplici ambiti, compreso quello dell’informazione. Possedere gli strumenti adatti per ascoltare e analizzare ciò che ci circonda diventa perciò un’attività essenziale, l’unica in grado di costruire una strada che ci porti, nel futuro, a compiere meno errori di quanti ne compiamo oggi. Con questo lavoro gli Autori intendono “andare avanti”, “parlare di quello che sarà, non di quello che è stato”, mettere “nero su bianco” alcuni pensieri che restino nel tempo e che costituiscano magari motivo di riflessione. Il tutto raccontando uno degli aspetti che oggidì più influenza le nostre vite e la vita delle imprese: il Marketing.
Aldo DELLA VECCHIA, Diabolik dietro la maschera. Indagine sul Re del Terrore, Graphe.it, Perugia 2022
Undici capitoli in cui, grazie alla scrittura brillante di Aldo Dalla Vecchia, viene esplorata la genesi e l’incredibile successo del Re del Terrore, l’eroe che ha rivoluzionato la storia del fumetto, rimanendo attuale a 60 anni dopo il suo esordio.
Diabolik, un uomo dall’intelligenza fuori dal comune e di un’audacia che non conosce limiti, si presenta come un personaggio che segue i propri criteri morali, in una continua sfida con la legge. Gabriele Acerbo, autore della prefazione al libro, ci ricorda quell’inedita sensazione di proibito che i primi lettori del Re del Terrore provavano nel conoscere un protagonista fuori dagli schemi, diverso dal solito eroe e paladino della giustizia: “come se improvvisamente mi avessero suggerito di tifare Gambadilegno o Goblin”. Sulla genesi di Diabolik non manca una certa “mitologia”: Angela Giussani, la prima e vera autrice – in seguito affiancata nella stesura delle storie da sua sorella Luciana – ogni mattina osserva dal suo ufficio i pendolari che si riversavano nelle ferrovie Nord in piazza Cadorna e, per loro, pianifica un fumetto consumabile nella mezz’ora di un viaggio in treno. Nasce così Diabolik, casa editrice Astorina. Angela Giussani sfida il mondo con un fumetto da adulti, caratterizzato dalla novità delle maschere sottilissime che permettono al Re del Terrore di assumere l’identità di chiunque e che diventeranno il suo marchio di fabbrica, imitato e copiato, come nel caso cinematografico di Mission Impossibile 2, dove Tom Cruise si toglie la maschera dal volto con la stessa nonchalance di Diabolik.
Aldo Della Vecchia: giornalista e autore televisivo, ha firmato decine di programmi (tra cui: Target, Verissimo, Il bivio, Cristina Parodi Live, The Chef, In Forma, Basta Poco, Smart Touch), e ha scritto per Epoca, Corriere della Sera, TV Sorrisi e Canzoni, A, Mistero Magazine
I suoi primi quattro libri, il romanzo Rosa Malcontenta (SEI Editrice, 2013), la raccolta di interviste Specchio segreto (SEI Editrice, 2014), l’atto unico teatrale Vita da giornalaia (Murena Editrice, 2015) e il giallo Amerigo Asnicar, giornalista (Murena Editrice, 2015), hanno vinto numerosi premi. Da Rosa Malcontenta e Vita da giornalaia sono stati tratti gli omonimi spettacoli teatrali.
Paolo GALLINA, La protoarte dei robot. Quando l’arte, la robotica e l’intelligenza artificiale si intrecciano, Mimesis, Milano 2023
Nella società odierna, la tecnologia è entrata in simbiosi con le nostre vite. Inevitabilmente anche l’arte è stata toccata dalle ultime frontiere del sapere. Questo saggio esplora i punti di contatto esistenti tra la robotica e l’arte, tra il rigore della scienza e la libertà dell’azione pittorica, tra la percezione e il senso estetico. Con un’analisi multidisciplinare e traendo dalla propria esperienza personale di robotico e artista, l’autore presenta un’attività espressiva dell’uomo – quella dell’arte robotica – che sta compiendo i primi passi nella nostra dimensione umana.
Paolo Gallina: docente di Robotica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste.
Matteo BITTANTI (a cura di), Reset. Politica e videogiochi, Mimesis, Milano 2023
Il volume esamina diversi aspetti della complessa relazione tra politica e videogiochi (politica nei videogiochi, dei videogiochi, con i videogiochi), tema che negli ultimi anni ha appassionato studiosi delle più disparate discipline. Se nel saggio L’opera d’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica (1935-1936), Walter Benjamin rifletteva sul duplice, contraddittorio fenomeno della politicizzazione dell’arte e dell’estetizzazione della politica, Reset si interroga sulla politicizzazione del videogioco e sulla ludicizzazione della politica, attraverso i contributi di studiosi internazionali che afferiscono a differenti campi disciplinari perché il videogame – come la politica – richiede una disamina multiprospettica. Reset è, a tutti gli effetti, il seguito di Game over. Critica della ragione videoludica (2020), risponde alle tante sollecitazioni del dibattito e contestualizza alcuni eventi straordinari del recente passato che hanno (purtroppo) confermato diagnosi e previsioni degli autori. Vengono approfonditi temi come la relazione tra l’immaginario videoludico e le specifiche disposizioni politiche dei giocatori, le ideologie del divertimento elettronico e i loro effetti socio-culturali.
Maurizio ESPOSITO, Raccontare il Covid-19. Narrazioni di malattia tra paure individuali, percezione sociale e politiche sanitarie, Carocci, Roma 2023
Il libro nasce dall’esigenza di ascoltare chi ha vissuto in prima persona e in forma grave il contagio da covid-19 e il ricovero. Nella ricerca sul campo, nucleo di questo lavoro, si è privilegiato un metodo qualitativo, basato sulle voci dei pazienti e sulle testimonianze degli intervistati, in grado di rendere maggiormente comprensibile e condivisibile il fenomeno. Il volume offre alcuni spunti per lo studio della pandemia da un punto di vista sociologico e per indirizzare le politiche sanitarie e sociali. Le questioni fondamentali che devono essere affrontate vanno da un differente approccio alla salute pubblica per definire le cause dell’isolamento sociale fino alla garanzia di modelli adeguati di perequazione per ridurre le disparità, in primis quella relativa all’alfabetizzazione sanitaria e digitale. Sebbene gli interventi attuali mostrino sovente scarse prove di efficacia, molti fattori associati alla solitudine e all’isolamento sono mutevoli e dovrebbero essere al centro delle politiche di uguaglianza e giustizia sociale, che possono influenzare la solidarietà della comunità e la resilienza individuale.
Maurizio Esposito: insegna Sociologia generale e Metodologia della progettazione sociale, è presidente dei corsi di laurea in Servizio sociale e responsabile scientifico del Laboratorio di Ricerca sociale nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Insegna anche Healthcare Policies in Europe alla Luiss Guido Carli. Partecipa in qualità di project manager a progetti di ricerca internazionali finanziati dal programma Horizon 2020.
Luca LAMBERTINI, Teoria dei giochi per le scienze sociali. Un’introduzione, Carocci, Roma 2023
Individui, imprese e governi adottano sistematicamente comportamenti strategici, nel bene e nel male. Nel corso degli ultimi decenni, la teoria dei giochi è diventata il principale strumento usato dalle scienze sociali per comprendere, prevedere e regolare l’interazione strategica tra agenti che perseguano obiettivi conflittuali. Il volume offre un’introduzione ai principi fondamentali della teoria dei giochi e un panorama delle sue applicazioni a situazioni reali, nei campi dell’economia, della politica e delle relazioni internazionali, fornendo, in ogni capitolo, suggerimenti per ulteriori letture di approfondimento. L’accessibilità degli argomenti illustrati è facilitata da uno stile espositivo chiaro seppur rigoroso e la lettura del libro non richiede alcuna particolare familiarità con l’analisi matematica.
Luca Lambertini: professore ordinario di Economia politica nel Dipartimento di Scienze economiche dell’Alma Mater Studiorum –Università di Bologna, dove è direttore del Centro interdipartimentale Alma Climate.
Vanni CODELUPPI (a cura di), Pasolini e i media, Franco Angeli, Milano 2022
Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più importanti personaggi della cultura italiana del Novecento. Nel centenario della nascita, il volume raccoglie alcune sue riflessioni che riguardano il mondo dei media. Riflessioni che egli ha sviluppato con notevole impegno perché le considerava molto rilevanti. Possono perciò essere utilizzate ancora oggi per comprendere il funzionamento di due strumenti di comunicazione estremamente importanti: cinema e televisione.
Vanni Codeluppi: Insegna Sociologia dei media all’Università IULM di Milano. Negli ultimi anni, per i nostri tipi, ha pubblicato Dizionario dei media (2020) e Umberto Eco e i media (2021) e ha curato i volumi Fellini e la pubblicità (2020) e Chanel (2021). Recentemente ha pubblicato anche Jean Baudrillard (2020), Leggere la pubblicità (2021) e Vetrinizzazione (2021).
Stefania GARASSINI, L’universo dei teen drama
(in “Studi Cattolici”, anno 66°, n. 741/novembre 2022, pag. 64-65)
Il teen drama (serialità televisiva che ha per tema la vita degli adolescenti) è un genere piuttosto recente. Tra i primi titoli il più noto è senza dubbio Happy Days (trasmesso dall’americana Abc tra il 1974 e il 1984, in Italia dalla Rai tra il 1977 e il 1987 e per una stagione da Canale 5). Negli anni ’90, soprattutto con Beverly Hills 92010, il genere abbandona la rappresentazione “rassicurante” e “in sostanziale continuità con il mondo adulto” per intraprendere una narrazione dall’interno che coinvolge argomenti delicati come le relazioni sessuali, l’abuso di alcool e droghe, l’Aids. Attualmente il teen drama è molto presente nell’offerta delle piattaforme in streaming con programmi – da Summertime a Skam, da Euphoria a Mare Fuori a Tredici a Teen Wolf… – che prendono in considerazione situazioni più o meno “estreme” in cui compaiono anche elementi crime o fantascientifici. L’articolo di Stefania Garassini indaga le modalità con cui vengono affrontati i temi psicologici, sociali, affettivi legati alla complessa età adolescenziale e formula proposte affinché il genere possa acquisire un reale valore formativo.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Gennaio 2023
Anna BUSA, Come fare marketing digitale in biblioteca, Editrice Bibliografica, Milano 2019
L’Autrice prende in considerazione gli elementi principali del marketing digitale e ne studia l’applicabilità per favorire la comunicazione in rete di una biblioteca, dei suoi servizi, del suo patrimonio, delle iniziative che organizza e propone. Una guida che è anche occasione per riflettere sul rapporto marketing-biblioteca e superare ogni diffidenza nei confronti di strategie e strumenti che, se ben usati, valorizzano il lavoro di mediazione culturale del bibliotecario.
Anna BUSA, Come facilitare l’incontro con i pubblici in biblioteca, Editrice Bibliografica, Milano 2020
Esigenze e comportamenti dei pubblici sono influenzati dalle nuove abitudini digitali e dai mutamenti sociali. Comprenderne il linguaggio, le aspettative e i bisogni, è fondamentale per la biblioteca per migliorare servizi e proposte e, soprattutto, per creare empatia e coinvolgimento. Le personas sono uno dei metodi che aiutano nello studio e nell’analisi dei pubblici. Complementari ai processi di segmentazione dei target, inserite nel processo di inbound, le personas creano interessanti condizioni di incontro fra nuove metodologie di progettazione come il design thinking e i concetti di audience development e audience engagement.
Anna Busa: consulente, esperta di strategie di digital marketing per la promozione e la valorizzazione dei servizi e dei patrimoni culturali. Docente a contratto presso il Dipartimento dei Beni Culturali, corso di laurea in Scienza del libro e del documento, Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Campus di Ravenna.
John ROSSMAN, Il metodo Amazon, Apogeo, 2022
John Rossman indaga i 14 principi che hanno consentito ad Amazon di crescere fino a divenire la maggiore web company del mondo con un successo che appare inarrestabile: passione per il cliente, capacità di inventare e semplificare, pensare in grande… sono solo alcuni degli ingredienti della formula che ha reso Amazon un leader di mercato da prendere come esempio. Ricco di aneddoti e consigli frutto dell’esperienza diretta dell’autore come responsabile del Marketplace, il libro fornisce spunti essenziali per l’innovazione e la crescita di un business ed è uno strumento utile per tutti gli aspiranti imprenditori, manager e investitori che vogliono avere successo nell’era digitale.
John Rossman: ha lavorato in Amazon dirigendo il lancio e lo sviluppo del Marketplace, che oggi gestisce il 50% di tutti i prodotti venduti dall’azienda di Bezos. Attualmente dirige la Rossman Partners, società di consulenza aziendale che assiste i clienti nel loro percorso di crescita. Ha collaborato con The Gates Foundation, Microsoft, Nordstrom, T-Mobile, Walmart. È molto richiesto dal New York Times, la BBC, la CNBC e Bloomberg in qualità di esperto di Amazon e innovazione digitale.
Alessio CARCIOFI, Vivere il metaverso, ROI Edizioni, 2022
Microsoft, Nvidia, Apple investono e continueranno a investire, Airbnb già immagina di affittare case nella mixed reality, Bloomberg calcola che nel 2024 il giro d’affari salirà a 800 miliardi di dollari e entro fine decennio si raggiungerà un miliardo di utenti: il Metaverso è già realtà e si sviluppa a ritmi esponenziali. È arrivato perciò il momento di fermarsi a riflettere. Vivere il metaverso è una guida che intende spiegare e fare chiarezza sul futuro di questa tecnologia: come cambieranno famiglia, lavoro, istruzione, cultura? Come gestiremo gli aspetti normativi ed etici? Chi usufruirà dei vantaggi? E quali sono i modi per vivere al meglio questa realtà? Il Metaverso è un’opportunità di ripensare la nostra realtà imparando dagli errori del passato. E la sfida più grande che ci attende in questa transizione epocale è quella di non perdere l’umanità e di tenere alta l’attenzione sulle tematiche del benessere, dell’inclusione e della sostenibilità.
Alessio Carciofi: Professore universitario di marketing e digital wellbeing, è una figura di riferimento sui temi del benessere organizzativo e digitale. Collabora con alcune tra le più importanti figure imprenditoriali ed aziende nazionali e internazionali, aiutando dirigenti e team a sfruttare gli strumenti della corporate digital responsibility per valutare e affrontare il tema del digital wellbeing al fine di promuovere una sana cultura digitale.
Angelo BAIOCCHI, Italia Comunicante, Lupetti, 2022
Qual è la buona comunicazione? Quella che segue le regole, non sempre chiare, della correttezza o quella vincente? Questo libro di pensieri liberi, avvincente e ritmato come un romanzo breve, racconta realtà e mitologia, riti linguistici e proclami autoreferenziali del mondo della comunicazione, che riveste un ruolo sempre più centrale, nel bene e nel male, nelle dinamiche del Paese. Inoltre, racconta come comunicare sia un mestiere onorevole, indispensabile alla democrazia e alla prosperità economica, e come in Italia in tanti lo esercitino con deontologia, professionalità e onestà intellettuale. Il mondo della comunicazione in Italia conosce la buona, la mala e la malissima comunicazione. Conosce la commedia dell’arte di tanto giornalismo televisivo e non; le contorsioni equilibriste della crisis communication e degli uffici stampa; le finzioni degli influencer; lo strapparsi le vesti enfatico e inutile sulle fake news. Conosce le corse terrorizzate al taglio dei costi; l’enfasi sulla responsabilità sociale dell’impresa che sembra stia bene su tutto meno che sul lavoro; i miti verbosi sul cambiamento epocale che ogni trimestre partorirebbe un mondo nuovo; le ansie per il posto di lavoro e i giochi di potere intorno al tavolo cliente-agenzia. E conosce le capacità, le fatiche e l’impegno per cercare di fare le cose per bene.
Angelo Baiocchi: è il presidente in Italia di una grande multinazionale della comunicazione. È stato ricercatore di Storia delle dottrine Politiche all’università Ca’ Foscari di Venezia e all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, nonché docente di Marketing all’Università Sapienza di Roma. Ha lavorato dieci anni in Rai. È stato direttore della comunicazione e capo ufficio stampa al Comune di Roma e amministratore delegato di una grande agenzia media. Giornalista pubblicista, autore di numerosi libri e saggi di storia del pensiero politico e di marketing. Velista, ha doppiato Capo Horn su una barca a vela di 14 metri.
Eugenio MAZZARELLA, Contro metaverso, Mimesis, 2022
Dopo Facebook, il nuovo vangelo di Zuckerberg, il Metaverso, ci promette il compimento della vita “ibrida”, “potenziata”, dell’onlife: la piena transitività, grazie al digitale e all’Intelligenza Artificiale, del mondo reale nel mondo virtuale. Uno shock antropologico per cui troppi non vedono il vero pericolo di questa distopia del post-umano, cioè l’effetto gorgo, il buco nero dell’online che fagocita la realtà offline, la vita come tale. Non governata, l’era digitale più che spaesare rischia di svellere l’umano da sé stesso e dal suo ambiente, in nome della truffa dell’Intelligenza Artificiale che vuole consegnare l’umano a una rete di governo e di controllo, anziché dargli più “mondo”, più libertà. Immersi come siamo in questa distopia, l’unica via di uscita possibile è “salvare la presenza”.
Eugenio Mazzarella: Professore ordinario di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, è tra i principali interpreti italiani del pensiero di Martin Heidegger. Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito Democratico.
Ilaria FIORENTINI, Sociolinguistica delle minoranze in Italia, Carocci, 2022
L’universo linguistico italiano, tradizionalmente variegato e complesso, comprende, oltre alla lingua nazionale e alle sue varietà, dialetti italo-romanzi e lingue delle minoranze storiche. Grazie ai flussi migratori, tale quadro si è arricchito in tempi recenti con l’apporto di nuovi parlanti e di nuove lingue. Il volume introduce, da una prospettiva sociolinguistica, alcuni temi legati alle minoranze linguistiche e alle lingue minoritarie parlate oggi in Italia. Sono esaminati sia il plurilinguismo “storico” (le minoranze di antico insediamento), sia quello recente (le “nuove” minoranze), indagando vari aspetti: dalla descrizione delle diverse comunità minoritarie alla discussione dei provvedimenti adottati per la loro tutela, ai repertori linguistici, con alcuni esempi di uso di queste lingue. Particolare attenzione è data al contesto scolastico, guardando all’insegnamento delle lingue minoritarie storiche, ma anche a questioni relative alla presenza sempre crescente delle “nuove lingue” nella scuola. Infine, sono proposti alcuni approfondimenti su fenomeni specifici, e in particolare sul contatto linguistico, sui paesaggi urbani plurilingui, ma anche sull’uso delle lingue minoritarie nei media e online.
Ilaria Fiorentini: Laureata in Scienze Linguistiche all’Università di Torino (2011) e ha conseguito il dottorato di ricerca in Linguistica presso l’Università degli Studi di Pavia (2014), dove è attualmente ricercatrice e docente di Sociolinguistica. Tra i suoi temi di ricerca principali figurano, oltre alla sociolinguistica, la linguistica acquisizionale, la pragmatica, il contatto linguistico e le lingue online; su questi ha pubblicato diversi articoli su riviste scientifiche italiane e internazionali. È autrice di una monografia dal titolo “Segnali di contatto. Italiano e ladino nelle valli del Trentino–Alto Adige” (Milano, FrancoAngeli, 2017).
Vanni CODELUPPI, Sociologia dei consumi, Carocci, 2022
Gli individui non possono fare a meno dei consumi per costruire la propria identità sociale. Per comprendere tale fenomeno, l’analisi sociologica dei consumi ha sviluppato una ricca tradizione internazionale di ricerca che, nata nel XIX secolo, è divenuta una delle più rilevanti nelle scienze sociali. Il volume presenta i principali concetti di questa tradizione. La prima parte del testo analizza l’origine della cultura del consumo evidenziandone caratteristiche e i limiti. La seconda considera le principali interpretazioni elaborate dai sociologi per spiegare la fenomenologia del consumo. La terza parte mostra come i comportamenti di consumo siano influenzati dalla famiglia, dai gruppi sociali, dagli stili di vita e dalla cultura di appartenenza.
Vanni Codeluppi: professore ordinario di Sociologia dei media presso l’Università IULM di Milano, dove è stato direttore del Dipartimento di Comunicazione, arti e media ed è coordinatore del Dottorato in Communication, Markets and Society, Vanni Codeluppi ha insegnato anche nelle università di Urbino, Palermo, Modena e Reggio Emilia. Studioso dei fenomeni comunicativi presenti nel mondo dei consumi, dei media e della cultura di massa è autore di neologismi come “vetrinizzazione sociale“, “biocapitalismo“, “lusso democratico”.
Ida CORTONI, Vincenzo CRISTALLO, Valentina FALONI, Miriam MARIANI, Dai dati allo storytelling. Il ruolo dell’infografica nel racconto della pandemia Covid-19, Franco Angeli 2022
Il volume compendia i risultati di una ricerca e di un convegno, svolti tra il 2020 e il 2021, dedicati al ruolo dell’Infografica nel racconto della pandemia Covid-19. Inoltre, riflette sull’interdisciplinarità che intercorre tra l’Information Design e le Scienze della Comunicazione per la tessitura di apparati critico-interpretativi alla base dei processi di analisi e progettazione di sistemi informativi complessi nell’ambito del “design della comunicazione”. Il si compone di tre parti: “I territori della ricerca”, ovvero le dissertazioni teoriche intorno alle premesse scientifiche e metodologiche adottate; “I risultati della ricerca”, sul resoconto sintetico dell’indagine svolta; “I contributi alla ricerca”, una selezione degli interventi ospitati nel pubblico incontro in grado di rappresentare parte della fenomenologia comunicativa che scaturisce da un avvenimento senza precedenti.
Ida Cortoni: docente di Digital Education e Analisi dell’Immagine e dello Storytelling presso il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma;
Vincenzo Cristallo: docente di Design presso il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma;
Valentina Faloni: dottore di ricerca in Comunicazione, Ricerca Sociale e Marketing presso il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma;
Miriam Mariani: dottore di ricerca in Design presso il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma.
Paolo FABBRI, Segni del tempo, Meltemi, 2022
Da Abiura a Zero, passando per Clandestino, Cosmopolitica, Disinformazione, Flessibilità, Futuro, Immunità, Parolacce, Riformista, Vergogna e tante altre voci, questo lessico non vuole chiudere le parole che usiamo in definizioni precise, ma attraversare con esse pratiche di senso, espressioni, azioni, passioni e ragioni del vivere contemporaneo.
In origine pubblicate singolarmente nella rubrica Parole, parole, parole del quotidiano “l’Unità”, queste voci vogliono essere un organismo semiotico vivente e sperimentale, e sperano di attecchire in vari campi semantici. Perché il senso delle parole, secondo Fabbri, non è intrinseco, ma è definito dalla loro posizione nel discorso e continuamente negoziato nelle conversazioni e nei dibattiti.
Anche i temi trattati – semiotica, arte, letteratura, scienza, media, politica, guerra – rispondono all’esigenza di una nuova alleanza tra discorsi, di un’etologia dell’enunciazione, delle pratiche di senso in scambio e conflitto perenne, politicamente scorrette e intessute di parole sempre penultime.
Paolo Fabbri: (1939-2020) semiologo. La sua attività intellettuale ha spaziato in molteplici campi: dal linguaggio alle arti, dalla comunicazione alla filosofia, dalla sociologia all’epistemologia. Tra le sue recenti pubblicazioni ricordiamo: Fellinerie (2016); L’efficacia semiotica (2017); Biglietti d’invito per una semiotica marcata (2021).
Gianfranco MARRONE, Tiziana MIGLIORE, Iconologie del tatuaggio, Meltemi 2021
Le mummie egizie lo dimostrano: gli esseri umani si tatuano da almeno cinquemila anni. Una pratica simbolica che ha oggi una diffusione planetaria, con un portatore di tatuaggio su dieci in Europa, Italia compresa. Ma qual è il senso e il valore, per chi si tatua, dell’iscrizione indelebile di figure e lettere sulla superficie sensibile della pelle? E che cosa comunicano i segni tegumentari? Questo libro offre le prime descrizioni semiotiche del tatuaggio. Indaga il doppio effetto degli inchiostri nell’epidermide: le relazioni esterne fra corpi e icone (pitture, ferite, perforazioni, scarificazioni…) e le percezioni interne, ipodermiche, che mettono alla prova e controllano il proprio sentire. Analisi di tatuaggi con motivi, stili e generi particolari, e di discorsi e racconti fotografi ci, filmici, televisivi, artistici e commerciali sul tatuaggio svelano l’emergere del carattere sul corpo, nella reversibilità e nelle oscillazioni fra il come ci si vuol dare a vedere e il come si è.
Gianfranco Marrone: saggista e scrittore, lavora sui linguaggi e i discorsi della contemporaneità. È professore ordinario di Semiotica all’Università di Palermo. Tra i suoi ultimi scritti: Addio alla Natura (2011), Introduzione alla semiotica del testo (2011), Stupidità (2012), Figure di città (2013), Gastromania (2014), Semiotica del gusto (2016), Prima lezione di semiotica (2018).
Tiziana Migliore: insegna Semiotica all’Università di Roma Tor Vergata e Tecniche espressive ed educazione all’immagine alla LUMSA di Palermo. Segretario scientifico del CiSS, Centro internazionale di Scienze Semiotiche “Umberto Eco”, e vicepresidente dell’Associazione Internazionale di Semiotica Visiva (AISV-IASV), ha pubblicato le monografie: Miroglifici (2011), Biennale di Venezia. “Il catalogo è questo” (2012) e I sensi del visibile (2018)
Stefania GARASSINI, L’universo dei teen drama
(in “Studi Cattolici”, anno 66°, n. 741/novembre 2022, pp. 64-65)
Il teen drama (serialità televisiva che ha per tema la vita degli adolescenti) è un genere piuttosto recente. Tra i primi titoli il più noto è senza dubbio Happy Days (trasmesso dall’americana Abc tra il 1974 e il 1984, in Italia dalla Rai tra il 1977 e il 1987 e per una stagione da Canale 5). Negli anni ’90, soprattutto con Beverly Hills 92010, il genere abbandona la rappresentazione “rassicurante” e “in sostanziale continuità con il mondo adulto” per intraprendere una narrazione dall’interno che coinvolge argomenti delicati come le relazioni sessuali, l’abuso di alcool e droghe, l’Aids.
Attualmente il teen drama è molto presente nell’offerta delle piattaforme in streaming con programmi – da Summertime a Skam, da Euphoria a Mare Fuori a Tredici a Teen Wolf… – che prendono in considerazione situazioni più o meno “estreme” in cui compaiono anche elementi crime o fantascientifici.
L’articolo di Stefania Garassini indaga le modalità con cui vengono affrontati i temi psicologici, sociali, affettivi legati alla complessa età adolescenziale e formula proposte affinché il genere possa acquisire un reale valore formativo.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Riccardo ROSSIELLO, Ci vorrebbe un metaverso 2.0
(in “Media Key”, anno 66°, n. 416/ottobre 2022, pp. 24-27)
Il sogno di Mark Zuckerberg è ancora una scatola più vuota che piena, ma nonostante i frequentatori del metaverso siano assai meno di quelli previsti (anche a motivo dell’alto costo dei visori dedicati), continuano gli investimenti. Nuove tecnologie si affacciano all’orizzonte (MicroLED, LEDoS, OLED…) mentre si auspica un metaverso più accessibile, attraente, originale e appagante che superi lo spazio ludico, di shopping e di intrattenimento per divenire mezzo di utilità sociale a vari livelli.
(consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Carlo BELLAVITE PELLEGRINI, Maurizio FARONI, Outlines of New Economic Paradigms. Answers of the Social Doctrine of the Church to the Meaningful Questions of Our Time
(in “Rivista internazionale di scienze sociali”, anno CXXX, n. 3, Luglio-Settembre 2022)
Dinanzi alle grandi emergenze economiche, finanziarie, ambientali e sanitarie che sconvolgono il pianeta e richiedono concrete soluzioni, una risposta può essere rintracciata nella Dottrina Sociale della Chiesa. Le grandi encicliche sociali, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla Caritas i veritate di Benedetto XVI, alla Laudato Si’ di Papa Francesco, possono costituire una preziosa fonte di ispirazione e di azione anche per i non credenti che abbiano a cuore il bene dell’umanità.
L’articolo individua percorsi per conciliare i trends economici con le aspirazioni dei popoli e degli individui. In particolare, avverte come una gestione manageriale e un comportamento individuale coerenti con le disposizioni della Dottrina Sociale possano suscitare e realizzare nuove speranze.
(In inglese. Consultabile presso la Biblioteca di Comunicazioni di massa)
Roberto AMEN, In onda. Visioni e storia di ordinaria Tv, EGEA, Milano, 2016
Il giornalismo televisivo ha peculiari caratteristiche, soprattutto quando va in diretta, senza rete, con le attese, l’eccitazione, le ansie, gli imprevisti e i tempi ridottissimi. Roberto Amen racconta in prima persona il bello e il brutto della diretta con storie, curiosità, aneddoti. Da Vermicino all’attentato a Papa Giovanni Paolo II, cronache e magagne dietro e davanti alle telecamere.
Roberto Amen: giornalista. Dal 1986 al 1991 è conduttore del TG2 Ore tredici. Dal 2002 al 2013 è vicedirettore di Rai Parlamento.
Simone ARCAGNI, Immersi nel futuro. La Realtà virtuale, nuova frontiera del cinema e della TV, Palermo University Press, Palermo 2020
Il primo Libro bianco italiano sulla Realtà virtuale con dati, interviste, testimonianze che ricostruiscono il panorama nazionale e internazionale e introducono l’analisi degli scenari e delle opportunità futuri per il Servizio pubblico e per gli operatori privati.
Simone Arcagni: Docente all’Università di Palermo. Studioso, consulente, curatore e divulgatore di nuovi media e nuove tecnologie. Collabora con Nòva-Il Sole24Ore, Repubblica, FilmTV, Segnocinema, Che Fare, Impactscool Magazine. Collabora con la trasmissione Rai Digital World. Ha fondato e dirige la rivista scientifica ESJournal.
Autori Radiofonici, Books LLC, Memphis, USA, 2011
Brevi schede con biografia, bibliografia, filmografia e opere varie di: Antonella Ferrera, Antonio Amurri, Bernardino Zapponi, Castellano e Pipolo, Claudio Grimaldi, Corrado Mantoni, Dino Falconi, Dino Verde, Enrico Vaime, Faele, Federico Fellini, Fiorenzo Fiorentini, Fulvio Palmieri, Garinei e Giovannini, Italo Terzoli, Marcello Casco, Marcello Marchesi, Michele Galdieri, Nicola Manzari, Orio Vergani, Renzo Tarabusi, Riccardo Mantoni, Riccardo Massucci, Vittorio Metz
Luca BARRA, Giuliana C. GALVAGNO (a cura di), Media-storie. Lezioni indimenticate di Peppino Ortoleva, Viella, Roma 2020
La raccolta evidenzia la vastità degli interessi accademici e intellettuali di Peppino Ortoleva, la molteplicità dei suoi punti di vista, la profondità e originalità delle sue analisi, la generosità nell’aprire campi o percorrere traiettorie inesplorati. E testimonia quanto sia stato produttivo il suo approccio allo studio della storia contemporanea e dei media in particolare. Ogni capitolo riprende un intervento, un seminario, una relazione in un convegno, un’introduzione, uno scritto d’occasione, un momento di insegnamento o di divulgazione tra i molti che non hanno trovato spazio altrove. Lezioni indimenticate, trascritte o parafrasate in forma completa o per ampi stralci per consentire un accesso diretto alle riflessioni di Ortoleva mettendone in luce varietà e ricchezza e rendendole fruibili. Ogni contributo funziona inoltre da innesco a una riflessione e un inquadramento generale. Questo libro è un medium “freddo”, direbbe Marshall McLuhan, perché offre una conoscenza frammentaria, ma al tempo stesso obbliga il lettore a unire i puntini, a inserirsi in prima persona e farsi parte di un percorso intellettuale.
Peppino Ortoleva: è stato docente di Storia dei mezzi di comunicazione all’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato oltre un centinaio di lavori scientifici su storia, società e media, ha curato la nuova edizione italiana de Gli strumenti del comuniucare di Marshall McLuhan (il Saggiatore, 2015) e con Barbara Scaramucci Enciclopedia della radio (Garzanti, 2003).
Massimo BUSTREO – Marta MUSCARIELLO, Public speaking. Cultura e pratiche per una comunicazione efficace, Dino Audino, Roma 2022
La performance di public speaking è un’attività sintetica, che mette insieme tanti aspetti: l’impressione finale è sempre unitaria e difficilmente scomponibile». Gli autori, coinvolgendo il lettore in prima persona, non solo lo allenano a “scomporre” i molti aspetti del discorso in pubblico ma lo invitano a esercitare i propri punti di forza (e di debolezza), fino a catturare le strutture argomentative che meglio si attagliano alla propria personalità e alle proprie intenzioni. Una vera e propria Bibbia dell’abilità di parlare in pubblico, un valido strumento per non farsi trovare (mai più) impreparati quando si deve “prender parola”. Firma la prefazione Valentina Garavaglia, professore ordinario di Discipline dello spettacolo presso la IULM di Milano.
Massimo Bustreo: docente di Psicologia e Comunicazione all’Università IULM di Milano. Consulente in psicologia del lavoro, coach professionista. Formatore sui temi di psicologia del denaro, processi decisionali, creatività, comunicazione efficace e public speaking, management, dinamiche di gruppo e relazioni interpersonali. È autore di: Mind uyour Future. Il coaching al di là del coaching (2021), La terza faccia della moneta (2018), Tesi di laurea step by step (2015).
Marta Muscariello: fonetista e linguista. Insegna Linguistica, Fonetica, Retorica e Public speaking all’Università IULM di Milano. Ha scritto Introduzione alla fonetica. Con esercizi (2010).
Emma BARRON, Popular High Culture in Italian Media, 1950-1970, Palgrave Macmillan, 2018
La cultura di élite e il boom della cultura di massa in Italia negli anni ’50 e ’60 – L’influenza della letteratura, dell’arte e della musica sull’identità italiana moderna. I classici letterari pubblicati sui settimanali illustrati, la trasmissione in televisione di opere teatrali, la corrispondenza dei lettori con intellettuali e artisti come Moravia, Mann e Quasimodo, e le altre opportunità offerte dai mezzi di comunicazione di massa al popolo italiano per usufruire dell’alta cultura e trasformare le moderne identità degli italiani.
Emma Barron: storica culturale. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia in co-tutela presso l’Università di Sydney e l’Università di Bologna nel 2016. Honorary Research Associate presso l’Australasian Center for Italian Studies (ACIS) e Ralegh Radford Rome Awardee presso la British School at Rome (BSR).
Vincenzo BASILI, L’immagine in movimento. Teoria e tecnica di produzione cinetelevisiva e news, Pendragon, Bologna 2012
Il libro propone al lettore – soprattutto a chi desideri esprimersi attraverso la televisione o il cinema – quanto serve per capire l’argomento, per poi passare alla realizzazione. Basili offre una chiave interpretativa per approfondire cosa c’è dietro le quinte di ciò di cui siamo spettatori sul grande o piccolo schermo. L’impostazione divulgativa rende il volume fruibile anche a non addetti ai lavori. Con l’intento di soddisfare il piacere di conoscere, vi sono approfondimenti che possono essere evitati da chi abbia interessi specifici senza per questo impedire la comprensione del discorso principale. L’intento dell’Autore è fornire uno strumento di lavoro da consultare al momento del bisogno, nel corso della propria attività, o quando si vuole semplicemente approfondire un tema.
Vincenzo Basili: bolognese, nel 1979 entra in RAI dove contribuisce alla sperimentazione e all’avvio della Terza Rete. Laureato in Scienze politiche con tesi sulle politiche radiotelevisive in Italia, collabora con il periodico Problemi dell’Informazione. Giornalista professionista, insegna Teoria e tecnica di produzione news nell’ambito del master in Giornalismo della Scuola superiore di giornalismo dell’Università di Bologna. È autore e regista di documentari.
Alessia D’AMICO, Fare scenografia per il cinema. Dall’ideazione alla realizzazione sul set. Dino Audino, Roma 2022
Le fasi della costruzione di un’ambientazione cinematografica percorse con il supporto di immagini esplicative e numerosi esempi tratti da opere contemporanee. Il libro fornisce tutti gli strumenti teorici e pratici per affrontare le criticità del mestiere di scenografo e per individuare soluzioni creative.
Alessia D’Amico: scenografa teatrale, ha insegnato Scenotecnica presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Per il cinema, ha collaborato ai film di Sabina Guzzanti, Abdellatif Kechiche, Marco Bellocchio, Roberto Andò nonché a serie RAI e SKY.
Gianni DI GIUSEPPE – Carlo Cesarini da Senigallia scenografo televisivo, Catalogo della mostra “Scene Cesarini da Senigallia”, Senigallia (AN), Rocca Roveresca, 26 maggio 2012
La mostra ha fornito l’occasione per ripercorrere i primi venticinque anni di televisione in cui la RAI ha sperimentato i propri linguaggi ricercando il cosiddetto “specifico televisivo”. Ricerca a cui Carlo Cesarini da Senigallia ha contribuito in qualità di scenografo. Il catalogo riprende l’articolazione della mostra in quattro sezioni: biografia, romanzo sceneggiato (o teleromanzo), varietà, eventi comunicativi.
Gianni Di Giuseppe: dirigente Rai, è stato responsabile della produzione dei telegiornali, della Pianificazione e produzione di Raitre, vicedirettore di Rai International, Direttore della Sede regionale Rai per le Marche.
Ada FERRARI, Milano e la Rai un incontro mancato? Luci e ombre di una capitale di transizione (1945-1977), FrancoAngeli, Milano 2002
Nel 1954 la grande avventura della Tv è partita da Milano, grazie alla predisposizione tecnologica e professionale del capoluogo lombardo. Dopo essersi consolidata nel costume degli italiani, però, la televisione il cuore della televisione pubblica s’è decisamente trasferito a Roma. Quali carte ha giocato Milano per garantirsi un ruolo di polo fondamentale della radiotelevisione durato più o meno un ventennio? Come hanno agito i “poteri forti” milanesi – editori, giornalisti, industriali, accademici, ecclesiastici, politici – in ordine alla questione televisiva? Attraverso interviste a testimoni e protagonisti della storia della radio e della televisione coinvolti a vario titolo nelle scelte che hanno delineato l’identità mass-mediale di Milano, l’Autrice intende rispondere a un quesito: perché la Tv pubblica ha preferito l’ombra del “Cupolone” a quella della Madonnina?
Ada Ferrari: docente di Metodologia della Ricerca storica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano. Collabora con varie riviste di cultura e politica. Ha pubblicato: Luigi Meda. Da Giolitti a Moro (1982), La civiltà industriale. Colpa e redenzione (1984), La cultura riformatrice. Uomini, tecniche, filosofie di fronte allo0 sviluppo (1995), Milano città della radiotelevisione (2000).
Lorenzo GRAZIANI, Che cos’è la fiction, Carocci Editore, Roma 2021
Quando una storia di fantasia è considerata menzogna e quando assume invece valore estetico? Se Emma Bovary e Anna Karenina non esistono, come possiamo emozionarci per i loro tragici destini? È possibile apprendere dai mondi di invenzione qualcosa di valido nel mondo reale? Per far luce su simili questioni, Lorenzo Graziani propone una panoramica delle ricerche sulla fiction compiute in vari ambiti, inserendole in un quadro organico. Sulle orme di Aristotele, secondo cui il dominio eletto della creazione letteraria è quello del possibile, uno dei più affascinanti e vitali filoni della narratologia contemporanea ha associato i mondi di invenzione ai mondi possibili teorizzati dai filosofi. Tali analisi hanno ridato linfa agli studi estetico-letterari offrendo nuovi strumenti per indagare anche forme di espressione multimediali e interattive, come la fiction ipertestuale e il videogioco
Lorenzo Graziani: dottore di ricerca in Teoria della letteratura e docente nella scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato saggi sui rapporti tra filosofia e romanzo in riviste e in volumi collettanei.
Giulia MANZI, Il tempo non basta mai. Alberto Manzi: una vita tante vite, add editore, Torino 2014
Pedagogista e scrittore, grazie alla trasmissione Rai Non è mai troppo tardi il maestro Alberto Manzi ha insegnato a leggere a milioni di italiani ed è diventato un’icona della televisione italiana. La sua storia sorprendente rivive nel racconto della figlia Giulia che rivela un inedito maestro Manzi che per vent’anni trascorre almeno un mese in America Latina e insegna a leggere e scrivere ai campesinos analfabeti. Difende i diritti all’istruzione e a una vita dignitosa sfidando apertamente regimi autoritari e repressivi. Viene arrestato, torturato, ma non si da per vinto. Trasporta esplosivi in scatole di conserva, aiuta prigionieri politici ad evadere. In Bolivia, nei primi mesi del 1984, fugge rubando camion e aerei, gabbando polizia e narcotrafficanti.
Giulia Manzi: studia e approfondisce tematiche legate alla pedagogia scolastica a partire dagli studi universitari. Tiene corsi di formazione per docenti.
Antonio LARI, Sistemi di ripresa e di registrazione. In Rai dal 1950 ad oggi, Sandit, Albino (BG), 2012
Excursus storico e tecnico su come si lavorava in televisione, specificamente in Rai, all’epoca della sperimentazione e con strumenti di ripresi e di registrazione ormai scomoparsi.
Peppino ORTOLEVA, Il secolo dei media. Stili, dinamiche, paradossi, il Saggitore, Milano 2022
Osservare le attuali forme di comunicazione di massa e riflettere sulle implicazioni socioculturali, non farsi disorientare dalle novità e distinguere i cambiamenti reali dalle mode passeggere: Il secolo dei media attraversa tutti i paradossi e le dinamiche dei mass media dal Novecento a oggi.
A partire dagli anni Novanta, complice la diffusione di Internet e l’avvento di smartphone e social network, la nostra società ha subito trasformazioni radicali. Ma per comprendere il ruolo che i media hanno nel presente, e come gestire le sfide che ci pongono, dobbiamo distinguere cosa sia realmente inedito e cosa invece non somigli più a un ricorso storico, e soprattutto osservare ciò che abbiamo ereditato dal secolo dei media, il Novecento. Peppino Ortoleva ricostruisce la storia dei media dal secolo scorso a oggi e analizza i cambiamenti che questi hanno portato nel modo in cui comunichiamo. Muovendosi tra storiografia e antropologia, si sofferma tanto sulle scelte politiche implicite nel progresso tecnologico quanto sulle loro ripercussioni in campi non direttamente connessi con il mondo della comunicazione, come la caduta di tabù che sembravano incrollabili, il diffondersi della pornografia e il ruolo delle abitudini d’acquisto nella costruzione di una comunità. Ogni nostro atto è comunicazione, perfino subire il continuo flusso di messaggi cui siamo sottoposti; se non ne comprendiamo le implicazioni, il rischio è di esserne agiti inconsapevolmente. Il secolo dei media, nel solco della tradizione di maestri quali Marshall McLuhan e Umberto Eco, Roland Barthes e Susan Sontag, ci guida attraverso il paradosso della comunicazione umana: essa si fonda sulla possibilità di entrare in contatto con l’altro in virtù delle somiglianze che intercorrono con lui, e al contempo è resa necessaria dall’irriducibile diversità tra individui. E se la comunicazione è a livello di massa, i paradossi diventano un mare. Un mare in moto perpetuo, da affrontare con gli strumenti adeguati.
Peppino Ortoleva: è stato docente di Storia dei mezzi di comunicazione all’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato oltre un centinaio di lavori scientifici su storia, società e media, ha curato la nuova edizione italiana de Gli strumenti del comuniucare di Marshall McLuhan (il Saggiatore, 2015) e con Barbara Scaramucci Enciclopedia della radio (Garzanti, 2003).
Gennaro PESANTE, La Terza Repubblica della Tv. Grillo, Celentano, Baudo e molto prima Guglielmo Giannini: quelli che fecero l’impresa. Senza saperlo, Bibliotheka Edizioni, Roma 2021
Un saggio che analizza lo stretto rapporto fra televisione e politica negli anni Ottanta. Nell’immaginario collettivo la Terza Repubblica nasce dopo il 2013. Ma è davvero così? Esistono realmente queste tre repubbliche? Chiediamoci, piuttosto, se negli anni Ottanta l’Italia sia stato un Paese “scalabile”. Un’
Italia indiscussa potenza economica con governi che cambiano spesso, ma con una classe dirigente solida. Un’ Italia con una politica estera inflessibile che innervosisce pure i più potenti alleati (vedi la Crisi di Sigonella). Sono gli anni dello strapotere del piccolo schermo, dei grandi show del sabato sera, dei personaggi che tengono incollati milioni di spettatori davanti a giochi e balletti. È l’epoca del Pippo Baudo nazionalpopolare, ma pure dei “sermoni”, dell’incitamento alla disobbedienza nei confronti della politica. È l’epoca di Beppe Grillo e di Adriano Celentano. Nel frattempo, il mondo sta cambiando, ma in pochi se ne accorgono. È in questo periodo che comincia la lunga marcia della rivoluzione digitale, che non partirà dalla Silicon Valley, ma dal cuore della vecchia Europa. Insomma, tutto sta per cominciare. Il Vaffaday è lontano. Ma tutto avverrà… Trent’anni dopo.
Gennaro Pesante: giornalista, comunicatore politico/istituzionale, esperto di televisione e di Servizio Pubblico radiotelevisivo, lavora presso l’Ufficio stampa e comunicazione della Camera dei Deputati. Ha scritto vari saggi sul rapporto tra politica e televisione.
Biagio PROIETTI, Maurizio GIANOTTI, Il segno del telecomando. Dallo sceneggiato alla fiction, Rai Eri, Roma 2015
Il 4 gennaio 1954 inizia l’avventura della Rai e, con essa, la realizzazione dei primi sceneggiati, adattamenti da opere letterarie, progenitori dell’attuale fiction. Il segno del telecomando affronta i “primi 60 anni” di questo entusiasmante viaggio ricostruendo la storia delle numerose produzioni Rai, cercando anche di andare oltre lo schermo attraverso testimonianze di autori, registi, attori, critici che hanno reso la televisione un tassello fondante della vita del nostro Paese. La storia della fiction Rai è un ritratto dell’Italia, degli italiani e di ciò che più li ha emozionati. Gli amanti del dramma o della commedia romantica, gli appassionati del genere giallo o poliziesco, coloro che ricordano il dott. Manson de La Cittadella, i casi di Nero Wolfe, le Inchieste del Commissario Maigret, quelli che negli ultimi anni seguono con passione le avventure del Commissario Montalbano, di Don Matteo o di Un posto al sole, potranno incontrare tra queste pagine i propri beniamini e chi li ha creati, e scoprire anche artisti che hanno contribuito al loro successo e che sovente sono rimasti dietro le quinte.
Biagio Proietti: (1940-2020) è stato sceneggiatore, regista e scrittore attivo nel cinema e in televisione fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Ha legato il suo nome ad alcune produzioni per il cinema horror, fra cui il film del 1981 Black Cat (Gatto nero) la cui regia cinematografi ca è firmata da Lucio Fulci. In televisione il suo primo successo è stato Coralba; in seguito ha firmato, creato e sceneggiato tutti gli episodi della serie televisiva Dov’è Anna?. della miniserie Philo Vance sull’omonimo investigatore-dandy, portato sul piccolo schermo da Giorgio Albertazzi, oltre ad altri titoli “storici” come Un certo Harry Brent, Come un uragano, Lungo il fiume e sull’acqua, Ho incontrato un’ombra, Incontrarsi e dirsi addio…
Maurizio Gianotti: è stato uno degli autori storici di “Forum” e ha ideato e realizzato programmi originali. Attualmente, oltre a insegnare Teoria e Tecnica del linguaggio radiotelevisivo alla Link Campus University e Teoria e Tecnica del format presso il Master in Creative Writing della Luiss, è autore di “Unomattina”, e cura, presso Rai Lab, il corso “La scrittura televisiva dal testo al prodotto” per autori e filmaker. Tra le sue pubblicazioni, La Tv al tempo del Web 2.0 (2012, Armando Editore).
Il sistema audiovisivo. Evoluzione e dimensioni economiche. Rapporto e-Media Institute-Istituto Bruno Leoni 2018. IBS Libri, Torino 2018
Contributi: L’audiovisivo e il sistema integrato dello Screem Content in Italia. Dimensioni economiche ed evoluzione 2013-2016 (di Emilio Pucci) – FOCUS – OBBLIGHI DI PROGRAMMAZIONE E INVESTIMENTO – Lo sviluppo del sistema della produzione audiovisiva e l’inefficacia di un approccio basato sugli obblighi di programmazione (di Emilio Pucci e Filippo Cavazzoni) – I numerosi dubbi sulla legittimità del “Decreto quote” (di Giovanni Guzzetta)
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