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Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
Leonardo Messinese (Taranto, 1955), Professore Ordinario di Storia della filosofia moderna nella Università Lateranense, affronta il pensiero del filosofo tedesco Karl Jaspers (Oldenburg, 23 febbraio 1883 – Basilea, 26 febbraio 1969), uno dei maggiori esponenti dell’esistenzialismo tedesco insieme ad Heidegger. Il suo pensiero si è svolto fondamentalmente in tre fasi: la fase della psichiatria, della psicologia e della filosofia.
La caratteristica essenziale della filosofia di Jaspers risiede nel proposito di trascendere la conoscenza scientifica, ma egli separa nettamente la conoscenza scientifica in quanto tale – verso la quale mantiene un giudizio positivo – dalla superstizione scientifica. Di questo parla ampiamente nella sua ultima opera Cifre della trascendenza, dove si sofferma sul concetto della veridicità della conoscenza scientifica che non si pone come assoluta. Rispetto ad Heidegger, Jaspers riconosce una maggiore autonomia alla conoscenza scientifica, frutto anche dei suoi studi di medicina.
Leggi l’intervista a corredo del video.
Oltre a Cifre della trascendenza citato prima, quali sono le opere principali di Jaspers?
Nel primo periodo vale la pena citare Psicologia delle visioni del mondo, nella seconda fase – quella più propriamente filosofica – l’opera più importante è Filosofia, pubblicata nel ’32 in tre volumi. Poi c’è Sulla verità, del ’47, il primo volume di una progettata logica filosofica che però si ferma a questo unico titolo. Dopo aver ricordato Cifre della trascendenza, che chiude la sua produzione filosofica, segnalo lo scritto La fede filosofica di fronte alla rivelazione del ’62 che prende in esame la fede filosofica dell’autore in rapporto alla fede religiosa.
Psicologia delle visioni del mondo, del 1919, è precedente a Essere e tempo di Heidegger e talvolta viene indicato come la prima opera esistenzialista. Che tratti ha la nozione jaspersiana di esistenza e in cosa differisce da quella di Heidegger?
Le due nozioni di esistenza, di Jaspers e di Heidegger, hanno diversi punti di contatto. Il termine heideggeriano di esistenza, che in tedesco si dice dasein, in Jaspers assume un significato diverso: per il filosofo il concetto che abbraccia tutti gli altri concetti è proprio il concetto di “abbracciante”, che può essere visto o dalla parte del soggetto o da quella dell’oggetto. Quando è dalla parte del soggetto, abbiamo in sequenza vari modi di essere del soggetto stesso: l’esserci, una prima determinazione di questa soggettività, poi la coscienza in generale e infine la ragione. Finché ci muoviamo nell’ambito di questi tre modi non abbiamo superato quella che può essere definita conoscenza empirica, è soltanto con l’ultima forma dell’abbracciante da parte del soggetto che noi entriamo nella trascendenza rispetto all’orizzonte scientifico e il termine che esprime tale determinazione del soggetto è appunto “esistenza”. Alla parte dell’oggetto invece le due grandi totalità sono il mondo e la trascendenza, termine con cui comunemente noi intendiamo Dio.
Quindi l’esistenza heideggeriana indica un modo di essere del soggetto distinto tanto dal soggetto scientifico, quanto da quello filosofico: è una soggettività pratica, l’uomo per Heidegger è in continuo rapporto con il mondo ed è a partire dai diversi modi con cui si rapporta al mondo che emerge la conoscenza cosiddetta teoretica. Questa praticità dell’esistenza heideggeriana può essere accostata a quella jaspersiana, aggiungendo però che l’esistenza jaspersiana arriva a comprendere davvero se stessa quando si coglie in un rapporto con la trascendenza.
Bibliografia
Karl Jaspers – Psicologia delle visioni del mondo, Astrolabio Ubaldini, 1983
Karl Jaspers – Della verità. Logica filosofica, Bompiani, 2015
Karl Jaspers –Cifre della trascendenza, Fazi, 2017
Karl Jaspers – Filosofia. Vol. 1: Orientazione filosofica del mondo, Ugo Mursia, 2016
Leonardo Messinese – Metafisica, ETS, 2012