Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
Francesco Adorno, già professore di Storia della filosofia antica dell’Università di Firenze, viene interrogato sulla funzione dei sofisti nel trapasso della società greca dai valori dell’aretè aristocratica a quelli dell’intelligenza borghese.
Il professore parte da Protagora (Abdera, 490 a.C. – mar Ionio, 415/411 a.C.), considerato il padre della sofistica. Una frase famosa di Protagora viene riportata da Platone nel Teeteto: “L’uomo è misura (mètron) di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono”. Il sofista voleva dire che la realtà oggettiva appare differente in base agli individui che la interpretano: “quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io”.
Secondo il filosofo italiano, il filosofo greco non è uno scettico, ma un relativista, perché le cose per lui sono vere dal punto di vista da cui le osserviamo, cambiando il punto di vista cambia anche la percezione della cosa.
Quando si parla di una cosa è sempre in base alla sua relazione: quando un soggetto pensa è sempre in relazione, il soggetto sarebbe irrelato se parlasse dell’essere in sé, ma siccome l’essere in sé non è conoscibile, posso parlare solo della cosa in relazione al mio giudizio. Per Protagora si può parlare di agnosticismo e questo risponde perfettamente alla questione degli dei: che gli dei siano o non siano, non lo so; che l’ente sia o non sia, non lo so.
Continua Adorno: “se davvero c’è ed è uno e io lo colgo, non c’è nulla, perché è come se una goccia che sta fuori dall’oceano (cioè l’uomo rispetto all’essere), torna nell’oceano e quindi come goccia singola non c’è più, è parte del tutto. Se al contrario l’uomo, una volta morto, contempla Dio, allora c’è una relazione, quindi non c’è l’Uno, ma si torna a parlare di due soggetti: dio e l’uomo. Ecco la grandezza di Gorgia e di Protagora: sostengono l’impossibilità di parlare dell’ente, a meno di non cadere in contraddizione”.
Il pensiero ionico influenzò i sofisti, che adottarono come parola d’ordine “non uscire dal fenomeno” e quindi dai rapporti umani, che sono fatti di parole.
Riferimenti bibliografici
Adorno Francesco, Il pensiero greco, 1969
Adorno Francesco, I sofisti e Socrate, 1961.
Adorno Francesco, La filosofia antica, 1961-1965.
Platone – Teeteto, dal 395 A.C.
Platone – Le leggi, dal 395 A.C.
Platone, Gorgia, dal 395 A.C.
Gorgia, l’encomio di Elena, dal 395 A.C.