Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
Il professor Eugenio Garin (Rieti, 9 maggio 1909 – Firenze, 29 dicembre 2004) spiega il pensiero di Erasmo da Rotterdam (Rotterdam, 28 ottobre 1466 o 1469 – Basilea, 12 luglio 1536), teologo, umanista, filosofo e saggista olandese, considerato il maggiore esponente del movimento dell’Umanesimo cristiano.
Ammiratore di Lorenzo Valla, Erasmo venne influenzato nella sua formazione anche dal movimento religioso della Devotio moderna (che significa “religiosità di nuovo tipo”), che, diffuso nei Paesi Bassi da Geert Groote nel XIV secolo, assunse a modello la vita di Cristo e sostenne la lettura personale della Bibbia.
Proprio durante il suo viaggio in Italia, attraverso la conoscenza diretta delle oscure vicende politiche e militari della Chiesa di Roma, Erasmo si convince della necessità di un rinnovamento spirituale del cristianesimo.
Nell’opera “Elogio della Follia”, saggio scritto in latino da Erasmo da Rotterdam nel 1509 e pubblicato per la prima volta nel 1511, che si inscrive nell’ambito della tradizione platonica e ficiniana, la critica filologica esercitata da Erasmo, a parere di Garin, non va intesa come pura erudizione e preoccupazione esegetica, essendo piuttosto un invito a vivere diversamente l’esperienza cristiana e ad intendere con spirito critico i testi sacri.
Alla luce di questa moderna sensibilità religiosa Garin spiega l’eccezionale diffusione che l’opera di Erasmo ha avuto nella cultura europea. Pur sottolineando la comune polemica contro Lutero, Garin non sottovaluta le profonde differenze tra Giordano Bruno ed Erasmo: il primo si colloca al di fuori della tradizione cristiana, mentre il secondo è un grande rappresentante del cristianesimo liberale ed umanistico.
Del pensiero erasmiano Garin ricorda alcune tra le tematiche più significative: il valore della tolleranza intesa più come fiducia in un nucleo di verità comuni che come rinuncia scettica ad una verità assoluta, il rapporto tra antichità e modernità e tra l’esemplarità dei classici e la possibilità di superarli. Infine Garin sottolinea la grande importanza che Erasmo e l’erasmismo hanno avuto nella diffusione dell’umanesimo in Italia.
Al centro dello spirito innovatore con cui Erasmo intendeva riformare la Chiesa vi erano da un lato i valori del mondo classico, dall’altro la riscoperta del cristianesimo delle origini. Egli cercò sempre una sintesi tra queste due visioni della vita, sintesi che del resto era già al centro dei propositi dei filosofi rinascimentali e neoplatonici, come ad esempio Niccolò Cusano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Nel tentativo di conciliare l’humanitas classica con la pietas cristiana, egli partiva comunque da posizioni meno dottrinali e più attinenti all’aspetto della condotta pratica.
In ossequio all’ideale dell’humanitas, cioè della greca “filantropia” (l’amore per l’umanità), Erasmo credeva nel rispetto della dignità dell’uomo[80], il cui riconoscimento passa per la concordia e la pace, da realizzare con l’uso sapiente della ragione. Richiamandosi a Seneca, Cicerone e Agostino, condannava le varie forme di violenza e di prevaricazione dei potenti sui deboli, deprecando le torture e la pena di morte.
Riguardo invece al sentimento della pietas, che per Erasmo costituisce il nucleo centrale del cristianesimo, era convinto dell’importanza di una fede radicata nell’interiorità dell’animo. Le pratiche esteriori della vita religiosa secondo Erasmo non hanno valore se non sono ricondotte alle virtù essenziali del cristiano, cioè l’umiltà, il perdono, la compassione e la pazienza. Predicò una tolleranza religiosa che facesse a meno di cacce all’eretico e di aspre contese critiche e dottrinali.
Per riformare e purificare la vita della fede, Erasmo elaborò quindi un progetto generale di riforma religiosa fondata su un’educazione culturale, volta a porre rimedio ai maggiori pericoli da lui paventati, quali il decadimento morale del clero e l’ostentata ricchezza dei vescovi; l’esplosione di interessi nazionalistici e particolaristici tali da poter frantumare l’unità dei cristiani; una teologia scolastica che gli sembrava impaludata in questioni distanti dalla prassi cristiana.
Erasmo si impegnò soprattutto per diffondere il sapere dei classici, tramite l’eloquentia (ovvero l’arte di persuadere), e per depurare la Bibbia dalle incrostazioni medievali rendendola accessibile a tutti, tramite un lavoro di critica filologica.
Riferimenti bibliografici
Erasmo da Rotterdam – Elogio della follia (1511). Ultime edizioni italiane: Feltrinelli ed Einaudi, 2014, Liberamente, 2018