Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
Nell’intervista del 1996, il giurista e accademico italiano professor Stefano Rodotà (Cosenza, 30 maggio 1933 – Roma, 23 giugno 2017) comincia a delineare il significato del termine “bioetica”, spiegando che si tratta di una riflessione morale intorno alle scienze della vita, e che circoscrive un campo di problemi e di confronto tra discipline diverse di tipo filosofico, scientifico, ideologico.
A voler sintetizzare le questioni essenziali, esse possono essere raggruppate intorno a tre grandi fasi della vita: il nascere, il vivere e il morire. Attorno a questi tre cardini esistenziali e concettuali ruotano le grandi questioni della bioetica, che spaziano dalla tecnologia della riproduzione alla nuova eugenetica, ovvero la possibilità di costruire la persona umana. La bioetica si occupa di problemi riguardanti le terapie genetiche e le questioni legate al consenso informato, i diritti del malato e quelli della persona, così come il diritto di procreare o il diritto di essere concepiti, fino ad arrivare all’eutanasia.
Di seguito, il professor Rodotà delinea i due principi alla base dei quali si sono articolate nella storia le posizioni e le scelte della vita degli esseri umani: il principio di sacralità della vita, che caratterizza le posizioni cristiane, e il principio di qualità della vita che caratterizza invece le posizioni laiche. Rodotà aggiunge a esse il principio di dignità, da cui discendono diverse possibilità interpretative e, di conseguenza, diverse norme e pratiche mediche e scientifiche.
Il principio di libertà e di dignità, invece, delimitano i campi d’azione dei sistemi normativi, così come il principio della non sofferenza, applicato agli uomini come agli animali . Rodotà mette inoltre in guardia da una cosiddetta “confisca normativa” ovvero la sottrazione delle decisioni individuali in nome di norme comuni, che ci espone al pericolo di autoritarismo etico nelle scelte che riguardano la propria esistenza individuale, mentre il rispetto del pluralismo dei valori, secondo il filosofo, è una caratteristica tipica da promuovere e tutelare ed è tipica delle società democratiche
Il professor Rodotà, inoltre, ripercorre brevemente la storia dell’idea di corpo proprio della filosofia occidentale, in relazione all’idea di unità e integrità e alla possibilità di disporre del proprio corpo, così come accade nella tecnologia dei trapianti o nella donazione di gameti. Il grande binomio mercato/solidarietà emerge in tutta la sua potenza in relazione, ad esempio, alla donazione di organi. La domanda: “possiamo violare la dignità della persona legittimando che le sue donazioni siano soggette a principi di mercato?” diventa dunque fondativa per tutelare e garantire i diritti della persona
Da ultimo Stefano Rodotà affronta la questione del morire con dignità, del rifiuto all’accanimento terapeutico e dell’eutanasia.
Riferimenti bibliografici
Rodotà Stefano – Che cos’è il corpo?, con CD, Roma, Sossella, 2010. ISBN 978-88-89829-63-9.
Rodotà Stefano – Il corpo “giuridificato“, in Trattato di biodiritto, Il governo del corpo, Milano, Giuffrè, 2011.
Rodotà Stefano – Diritti e libertà nella storia d’Italia. Conquiste e conflitti 1861-2011, Roma, Donzelli, 2011.
Rodotà Stefano – Il diritto di avere diritti, Roma-Bari, Laterza, 2012.
Rodotà Stefano – La rivoluzione della dignità, Napoli, La scuola di Pitagora, 2013.
Rodotà Stefano – Solidarietà. Un’utopia necessaria, Roma-Bari, Laterza, 2014.
Rodotà Stefano – Diritto d’amore, Roma-Bari, Laterza, 2016.
Rodotà Stefano – Diritto e giustizia: interroghiamo la Costituzione, introduzione di Franco Roberti, La scuola di Pitagora, 2015,