Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
In questa lezione il filosofo italiano Sergio Givone spiega il concetto di estetica per i greci antichi partendo dal significato del temine téchne.
Nel mondo antico il termine τέχνη designa tutte le arti legate al bello, ma anche l’arte intesa come prodotto che veniva creato senza una finalità estetica: ad esempio una casa e un tempio sono entrambi téchne.
Le arti, dunque, nell’antica Grecia abbracciavano una gamma molto più ampia della nostra (arte dell’equitazione, della guerra, delle scarpe…).
Al contrario, alcune forme “artistiche” che noi oggi includeremmo senza dubbio nella definizione di arte, come la poesia, non erano “tecnica” per i greci, ma qualcosa di molto più complesso: un insieme di versificazione, ritmo musicale e messa in scena. Le tre cose per i greci erano inscindibili.
Come la nostra parola arte non rende il significato di téchne dei greci, allo stesso modo il termine “bello” ricopriva per loro un senso differente da quello che gli attribuiamo oggi.
Per i greci il bello è strettamente connesso al bene e al vero: qualcosa di bello rivela al contempo il suo essere intrinsecamente positivo. Il bello rivela dunque, per i greci, la struttura della realtà e il bene che questa realtà esprime. L’essere e il vero, platonicamente parlando, coincidono.
Riferimenti bibliografici
Sergio Givone – Storia dell’estetica, 1988
Platone – La Repubblica, ultima traduzione italiana: 2007 (libro X)
Platone – Fedone, ultima traduzione italiana: 2005
Aristotele – Poetica. ultima traduzione italiana: 2000
Plotino – Enneadi, ultima traduzione italiana: 2000