Per scaricare il video, cliccare su Scarica video. Una volta aperta la schermata video, selezionare il comando “salva video come…” con il tasto destro del mouse.
Progetto filosofi – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche
Hans-Georg Gadamer (Marburgo, 11 febbraio 1900 – Heidelberg, 13 marzo 2002) è stato un filosofo tedesco, considerato uno dei maggiori esponenti dell’ermeneutica filosofica grazie alla sua opera più significativa, Verità e metodo (Wahrheit und Methode, 1960). È stato allievo di Paul Natorp e Martin Heidegger.
Il nucleo fondamentale della ricerca filosofica di Gadamer si muove sul terreno dell’ermeneutica. La parola “ermeneutica” è di etimo greco e rinvia alla hermeneutiké téchne [ἑρμηνευτική τέχνη], termine che allude a una costellazione di significati legati all’attività del tradurre, dell’interpretare, e che a sua volta deriva da hermeneúo [ἑρμηνεύω], verbo che riecheggia Hermes – il nunzio degli dèi.
In questo video, il filosofo riflette sull’essenza e l’origine del linguaggio:
“Non c’è dubbio che il linguaggio costituisca il primo grande prodigio nell’evoluzione dell’umanità. Noi ovviamente non sappiamo con certezza quando il linguaggio sia nato ma possiamo fissare l’inizio della scrittura e della capacità figurativa. Abbiamo scoperto pitture rupestri, risalenti a 35 000 – 44 000 prime forme di scrittura, in Mesopotamia (in particolare, dagli antichi Sumeri) intorno al 3000 a.C.
In un passo stupendo del Timeo di Platone lo statista ateniese Solone, giunto in Egitto, vede qualcosa che lo interessa, al punto tale da chiedere “fanno anche qui come noi!” e il Sacerdote del luogo vi risponde: “Ah, voi Greci siete sempre stati fanciulli, non riuscite ancora a capire quanto tardi siete arrivati nella storia della nostra vita culturale!”. Dunque è vero che la tradizione scritta, in Grecia, comincia assai tardi ma l’autentico passo avanti si ebbe con l’alfabeto, un processo che ci lascia col fiato sospeso, se pensiamo oggi che nel giro di pochi decenni l’alfabeto creato in Asia Minore divenne l’ABC di cui tutti conosciamo la prima e l’ultima lettera: l’alfa e l’omega.
Questa evoluzione dell’alfabeto ha trasformato la tradizione orale relativa a miti e leggende preesistenti alla possibilità di una registrazione scritta. Quando io ero giovane la storiografia collocava ancora la preistoria del popolo ebraico subito dopo le dinastie regnanti egizie. Oggi sono al centro della nostra attenzione ipotesi di un inizio più remoto ma un fatto è tangibile: è solo grazie all’alfabeto che i racconti di Omero sono divenuti testi fondamentali della letteratura universale.
Successivamente, nella storia della filosofia, abbiamo ragione di dire che il ‘900 ha messo al centro della riflessione il linguaggio. Chiediamoci, allora, che cos’è il linguaggio?
Se lo intendiamo come mezzo di comprensione, risulta fondamentale il concetto di segno: per mezzo della sua funzione simbolica, esso rimanda a qualcos’altro e al tempo stesso compie un’opera di decifrazione della parola scritta. In Heidegger e Jaspers è chiaro l’aspetto ermeneutico del linguaggio, ovvero di un’operazione interna al linguaggio stesso, che ci permetta di intendere un testo o di rendere comprensibile l’espressione dell’altro. Da questo discende che il linguaggio possa essere inteso solo come dialogo o come colloquio perché noi non usiamo il linguaggio come sistema arbitrario di segni per comunicare bensì, essenzialmente, come un comune sforzo interpretativo all’interno del dialogo”