Il complesso dei monasteri Benedettini di Subiaco, Santa Scolastica e San Benedetto, in provincia di Roma si presentano come un insieme di edifici costruiti in epoche e stili architettonici diversi. Il luogo è conosciuto soprattutto perché custodisce il sacro Speco da più di millequattrocento anni: una grotta santificata dove visse per tre anni in eremitaggio San Benedetto da Norcia. Il documentario realizzato nel 1950 da Sergio Zavoli è il racconto sonoro di un giorno trascorso nel monastero di Santa Scolastica, il più antico in Italia tra quelli fondati da San Benedetto, luogo di culto che il poeta Francesco Petrarca definì “L’atrio del paradiso”. Il giornalista accompagnato da un tecnico del suono l’ha visitato in lungo e in largo registrando dal tramonto all’alba la vita della comunità religiosa. La cronaca della giornata, scandita dall’obbedienza alla “Regola “, si traduce in suggestione sonora dell’ambiente monastico . Tra gli incontri effettuati da Zavoli spiccano quelli con padre Guglielmo in biblioteca e con Don Gabriele nella sua umile cella. L’intervista con padre Guglielmo si sviluppa prevalentemente su un piano intellettuale: Il frate sta scrivendo un libro sulla storia dei monasteri e al microfono di Zavoli parla dell’importanza religiosa del santuario del Sacro Speco. Si sofferma poi nella descrizione dell’assetto geologico del sito su cui sono stati edificati i monasteri nel corso dei secoli. Infine racconta aneddoti sulle figure di alcuni monaci che hanno contribuito nel bene e nel male alla storia dell’ordine religioso dei Benedettini, come ben sottolinea:” Luci e ombre caro amico, la storia del nostro monastero”. Il colloquio con Don Gabriele, invece, è puramente personale e spirituale. Zavoli lo descrive come un uomo speciale con il viso scarno e gli occhi luminosi paragonandolo a San Francesco d’Assisi. L’intervista nasce dal pretesto del giornalista di voler assistere alla celebrazione della preghiera del Mattutino. Il dialogo notturno diventa l’occasione per il monaco di raccontare la sua storia privata: l’infanzia, la vocazione e il rapporto con la famiglia di origine. Sollecitato dalle domande di Zavoli parla della solitudine e dei sacrifici della vita monastica, vissuti nella contemplazione, nella preghiera e nel lavoro manuale, ricompensati dalla vicinanza con Dio. Nella pace della piccola cella i due interlocutori attendono il suono della campana grande per scendere in chiesa e recitare in coro la preghiera del Mattutino. Mentre cammina verso l’uscita, il giornalista ascolta in sottofondo le voci dei frati che pregano in latino l’Ave Maria.
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