Questo “Viaggio attraverso i problemi della Sardegna”, realizzato da Nanni Saba e Nando Martellini e trasmesso dalla Rete Rossa, l’antenata del secondo Programma, il 1º marzo del 1951, raccoglie le impressioni di un “continentale” a contatto con le varie realtà dell’isola. Al suono di una canzone popolare, che sembra rappresentare “tutta la malinconia della Sardegna”, l’itinerario parte dalla Gallura, zona della quale il sughero è il principale prodotto industrializzato. Le voci degli operai di un sugherificio descrivono le varie fasi della lavorazione e la sua rilevanza per l’economia della Sardegna. La meta successiva, Tempio Pausania, viene raggiunta in treno attraverso le Ferrovie Complementari Sarde, il che offre l’occasione di ospitare le testimonianze di un macchinista che guida una locomotiva del 1891 e di alcuni passeggeri. Il viaggio prosegue poi da Palau, attraverso un vaporetto, fino alla Maddalena e a Caprera. Penetrare nell’isola di Garibaldi è come entrare in un santuario. Qui la figlia dell’ “Eroe dei due mondi”, Clelia, custodisce le sue memorie. Al microfono, ella descrive la vita che conduce nella casa paterna e narra i ricordi della giovinezza trascorsa accanto al grande genitore, soffermandosi sulle piccole scene di vita quotidiana di cui entrambi erano protagonisti. Abbandonata Caprera, il percorso volge verso Sassari, dove viene intervistato il giornalista Aldo Cesaraccio, che ricostruisce con la sua vivida narrazione il rivoluzionamento della struttura urbanistica della città determinata dall’edificazione di un “grattacielo di quattordici piani” e alcuni aspetti del carattere dei sardi. Un altro efficace ritratto dell’animo sardo è dato dal pittore Giovanni Antonio Sulas di Nuoro. Le successive soste di questa prima parte dell’inchiesta sono Porto Torres, il porto di Sassari, con le voci di coloro che si dedicano alle attività portuali e alla pesca, Bitti, nel Nuorese, dove il problema della scarsità d’acqua, proprio di tutta la Sardegna, è efficacemente raffigurato da una zuffa di donne attorno a una fontana che dà acqua solo per un’ora al giorno. Seguono poi Alghero, che conserva nel dialetto il suo carattere di antica colonia catalana e ed è da secoli luogo di pesca di uno dei coralli più pregiati, la Nurra, area semidesertica a ovest di Sassari, e Fertilia, dove si parla triestino.
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