Cipriano Giachetti (1877-1951) fu un medico psichiatra molto apprezzato per i suoi studi, ma si dedicò presto al giornalismo e al teatro. L’uomo pacifico di questa commedia, scritta nel 1921, è il signor Teofrasto, ma più che pacifico, in realtà è un grande egoista. Infatti, per allontanare da sé qualsiasi seccatura, si è ritirato in una villetta in campagna dove conduce una vita molto tranquilla. Nel suo piccolo mondo sono ammessi solo la nipote Luisella, ospite per motivi di salute, la domestica Eulalia, indispensabile per la sua comodità, e il prevosto e il medico del paese per giocare a carte. Un bel giorno, però, un piccolo aereo cade lì vicino e Teofrasto si vede costretto, suo malgrado, ad accoglierne in casa il pilota, seriamente infortunato, con la sorella. Quest’ultima è un terremoto di ragazza e in pochi giorni riesce a sconvolgere la sua esistenza e a farlo anche innamorare. A questo punto il poveretto non sa come comportarsi perché la giovane ha l’età di sua nipote e ben altro per la testa che dare retta a un vecchio signore come lui. Travolto dalla situazione, Teofrasto non si accorge che pure la Luisella e l’aviatore si sono innamorati… Compagnia di Prosa di Firenze della Rai con Raffaello Niccoli (Teofrasto), Jolanda Verdirosi (Nina), Vanna Bucalossi (Luisella), Gianni Pietrasanta (Gino Margese), Tino Erler (il prevosto), Fernando Farese (il dottor Barbi), Wanda Pasquini (Eulalia), Ennio Balbo (Mario Santorio), Anna Maria Zuti (la contessa Celeste Ferniani), Gualberto Giunti (Mezzomondo), Pietro Fontani (Pietrone). Regia di Umberto Benedetto.