Il documentario radiofonico “Volti senza voce” ripercorre gli esordi del cinema muto in Italia attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, intervallate da un sottofondo musicale e dalla narrazione suggestiva di speaker e attori che descrivono i momenti salienti di un periodo d’oro del cinema italiano. Nel corso dei primi anni del Novecento, la storia del cinema muto in Italia, svolse un ruolo molto importante nel panorama cinematografico internazionale , fino all’inevitabile declino dovuto all’avvento del sonoro . La storia inizia con il racconto del signor Cini , attore generico e organizzatore di produzione che aveva preso parte a numerose produzioni cinematografiche, seguendo da vicino la nascita di “Celluloide”. Come un uomo qualunque, espone con semplicità le vicende collegate alla grande avventura cinematografica, ricordando set improvvisati, teatri di posa improbabili e le paghe degli attori e dei divi dell’epoca. Racconta del suo rapporto con la Cines, la casa di produzione cinematografica che inaugurò, per prima, il genere del film storico in Italia. La musica di sottofondo apre una parentesi al commento dello Speaker, che fornisce al radioascoltatore, ulteriori informazioni a riguardo, come il costo di un biglietto per lo spettacolo di dieci centesimi, che permetteva allo spettatore di sognare di vivere nel mondo eroico dell’antichità o nel mondo dorato dell’aristocrazia. I titoli di film memorabili come “Quo vadis? “ del 1912 di Enrico Guazzoni e “ Cabiria” del 1914 diretto da Giovanni Pastrone, sono stati i primi grandi kolossal dell’epoca, tra i più famosi film italiani del cinema muto. Il successo internazionale dei film italiani era determinato dalla costruzione di un linguaggio filmico semplice e sicuro: azione rapida e chiara, sentimenti precisi, ambienti lussuosi con un pizzico di peccato. Storie drammatiche e piene di passionalità. E’ proprio in questa fase che il fenomeno del divismo raggiunge i vertici più alti: diventa una tecnica con il suo vocabolario , le sue regole e i suoi agenti pubblicitari. Le voci suadenti di due speaker elencano i nomi dei divi del momento, sottolineando le loro caratteristiche riconoscibili sullo schermo: Soava Gallone la donna dai mille volti ; Diana Karenne dal collo superbo; Febo Mari dagli occhi che bucano il telone, Lyda Borelli, attrice che sa morire come nessun’altra ,Vittorina Lepanto, Mario Bonnard,Linda Pini, Leda Gissi, Livio Pavanelli, Gustavo Serena, Rina De Liguoro, Maria Jacobini, Tullio Carminati e naturalmente la grandissima Francesca Bertini. Nella parte conclusiva del documentario, vengono raccolte le testimonianze di due dive di quegli anni: Helena Makowska e Kally Sambucini. L’attrice polacca Helena Makowska , che portò sullo schermo, la prima ventata di sensualità, racconta la sua esperienza cinematografica in Italia, ricordando aneddoti legati a quel periodo straordinario. Anche l’attrice Italiana Kally Sambucini, ricorda quell’epoca strepitosa parlando del grande lavoro svolto da suo marito : il regista Emilio Ghione. Attrice versatile, la Sambucini divenne famosa per l’interpretazione della dolce e fedele “ Za la Vie” , compagna di “Za la Mort” nella serie creata da Ghione, incentrata sul personaggio dell’apache romantico “Za la Mort” , protagonista di diversi film prodotti in Italia dal 1915 al 1923. L’avvento dell’ industria cinematografica americana , che produce film in serie , pieni di colpi di scena e di prodigi tecnici vendendoli sottocosto per accaparrarsi i mercati , segna il declino della grande industria cinematografica italiana. Il colpo di grazia arriva però , da un nuovo procedimento tecnico destinato a rivoluzionare il mondo del cinema: il sonoro. Nel 1929 al Super Cinema di Roma il regista Stefano Pittaluga presenta il primo film completamente sonorizzato: Il cantante pazzo. Il pubblico è incerto tra lo scandalo e lo sgomento, Luigi Pirandello protesta perché “hanno ucciso il silenzio”. Ma l’anno dopo nel 1930 quando si inaugura il primo teatro della Cines dotato degli impianti per la ripresa sonora, sarà proprio Pirandello a vendere il soggetto per il primo film italiano sonoro: La canzone dell’amore. Non avevano soltanto ucciso il silenzio ma un’ epoca, «…Ai volti che senza voce avevano trovato la gloria, nessuno seppe trovare la parola«.
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