Questo “inventario delle cose italiane”, come lo definì lo stesso Guido Piovene, venne realizzato fra il maggio del 1953 e l’ottobre del 1956. Si trattò di un resoconto unico per rilevanza storica della condizione dell’Italia ancora reduce dalle rovine della guerra, capace di dare un affresco vivido di tutte le contraddizioni irrisolte insite nella sua struttura geografica e nella composizione dei suoi abitanti, spesso rese ancor più evidenti dai tragici eventi bellici. Il viaggio inizia con l’Alto Adige, evocato in tutta la varietà delle sue realtà legate alla compresenza di più lingue e di più culture. La trasmissione, come quelle successive, si avvale degli straordinari resoconti sonori dei radiocronisti, in questo caso Nino Vascon e Sergio Zavoli.
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