L’itinerario di Enea è un breve ciclo di trasmissioni radiofoniche realizzato nel 1956 dal giornalista Luca di Schiena e curato dallo studioso Enzio Cetrangolo sui luoghi descritti dal poeta latino Virgilio nell’Eneide. Il racconto è costruito ripercorrendo i paesaggi mediterranei visti da Enea, dalla Sicilia al Lazio, alternando la lettura di brani dall’Eneide (interpretati da un attore) alla descrizione dei luoghi mitici e proseguendo con le interviste del radiocronista agli abitanti sulle leggende tramandate nel corso dei secoli. Il documentario “L’Itinerario di Enea: Palinuro” è dedicato all’omonima località campana il cui nome rievoca la figura mitologica del timoniere di Enea che, mentre conduce la flotta degli esuli troiani verso l’Italia, cade in mare di notte tradito dal sonno per volere divino. Nell’epica virgiliana, alla promessa del Dio Nettuno di concedere a Enea una navigazione senza pericoli si contrappone la richiesta di un sacrificio: un compagno andrà perduto in mare per la salvezza di tutti degli altri “Unum pro multis dabitur caput”. Palinuro muore nonostante riesca a raggiungere la costa italiana a nuoto perché viene assalito e ucciso dalla popolazione locale e lasciato insepolto sulla riva del mare. La leggenda è ricca di fascino e riflette la bellezza selvaggia di questo lembo di Campania. Capo Palinuro con l’estrema punta a uncino si protende sul mare per oltre due chilometri e custodisce una baia che è porto naturale per i naviganti. Il luogo dove la gente crede sia approdato e morto Palinuro viene detto: Punta della Quaglia, presso la foce del Mingardo. Il radiocronista, per seguire dal mare il profilo del promontorio, si imbarca guidato da una giovane guida che indica e denomina con descrizioni vivaci le punte, le cale e le grotte di quel tratto di costa. Il mito dello sventurato nocchiere si mescola ad altre leggende di epoche più recenti originate da fatti alterati dalla fantasia nei racconti di alcuni abitanti del luogo . L’animo autentico della gente si manifesta nelle forme dell’estro popolare, come in certe canzoni del Cilento di potente e rara efficacia drammatica. Il mito di Palinuro, pilota il cui pensiero è raggiungere la meta affascinato dalle stelle che gli mostrano la rotta, è ancora vivo tra i marinai della zona che sono attenti ai segnali del tempo e si orientano con le stelle:” Noi pescatori di Palinuro siamo abituati a capire quello che dice il cielo, le stelle e le nuvole, ci orizzontiamo con il tempo …. se una notte mi trovo in alto mare, guardando le stelle riesco a entrare al porto”. Come suggeriscono gli autori, nell’interpretazione del poema virgiliano, l’episodio di Palinuro ha un senso poetico universale: è lo stupore del cielo stellato sull’affanno umano che diventa contemplazione tragica dell’infinito. La raffigurazione del timoniere disperso, dannato e vinto dal sonno, di cui fu tumulo alto sul mare la rupe che da lui ebbe nome, può significare che la meta da raggiungere resta sempre un sogno. Nel delineare il personaggio di Palinuro, Virgilio ha forse voluto rappresentare l’amore per l’Italia: terra ideale sempre da raggiungere, approdo ultimo verso una vita che ricomincia dal dolore.
Categorie e Argomenti
- Anniversari e celebrazioni
- Antropologia e etnologia
- Architettura
- Arte
- Cinema
- Costume e Stili di Vita
- Cronaca estera
- Cronaca italiana
- Cultura
- Economia e finanza
- EMSF
- Fiction
- Filosofia
- Fotografia
- Fumetti
- Gastronomia
- Giustizia
- Industria, impresa e produzione
- Informazione
- Istruzione
- Lavoro
- Letteratura
- Medicina e Salute
- Moda
- Musica
- Natura e territorio
- Politica estera
- Politica Interna
- Religione
- Scienza e Ricerca scientifica
- Senza Categoria
- Societa'
- Spettacolo
- Sport
- Storia
- Teatro
- Tecnica e tecnologia
- Televisione e Radio
- Tempo libero e vacanze
I più visti
-
10 giugno 1940: la dichiarazione di guerra dell'Italia
-
26 giugno 2000: viene divulgato il terzo segreto di Fátima
-
Corrado annuncia in diretta radiofonica la fine della seconda guerra mondiale
-
Una rotonda sul mare. Vacanze in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta
-
Karl Popper - Il falsificazionismo come metodo scientifico