“Bambini nel tempo”, il docu-film di Maria Pia Ammirati, Roberto Faenza e Filippo Macelloni, realizzato con i materiali delle Teche Rai, vince il Premio Internazionale “Best Use of Archive 2016” a Varsavia. Il prestigioso premio della FIAT IFTA va quest’anno al film prodotto da Rai Teche con Rai Cinema, un importante riconoscimento per la Rai e il suo archivio Rai Teche per il documentario sui bambini italiani, che per la seconda volta entra nella short list di premi internazionali. L’infanzia italiana dagli anni ’50 ad oggi documentata dalla televisione pubblica ha vinto a Varsavia contro la tv giapponese e quella danese portando a casa gli applausi della platea di tv pubbliche riunite nel congresso internazionale.
Il film è stato apprezzato per le note suggestive che documentano la crescita e il cambiamento dell’Italia del dopo guerra, protagonisti i bambini e i ragazzi che attraverso inchieste storiche parlano di scuola, amore, famiglia.
Bambini nel tempo aveva già dimostrato la sua capacità di convincere la platea televisiva nella messa in onda generalista quando proprio su Rai Uno, a gennaio, aveva vinto la seconda serata con un milione e duecento mila telespettatori.
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Guarda il docu-film Bambini nel tempo
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“BAMBINI NEL TEMPO.
L’Italia, l’infanzia e la TV”.
Un film documentario di Maria Pia Ammirati, Roberto Faenza e Filippo Macelloni.
Regia di Roberto Faenza e Filippo Macelloni.
Una produzione Rai Teche e Rai Cinema.
Selezione 33° Torino Film Festival 2015.
Come in una macchina del tempo, andiamo indietro e avanti tra gli anni 50 e i nostri giorni, attraverso momenti catturati e conservati negli archivi Rai. Testimonianze preziose, tasselli di un grande mosaico che si compone strada facendo mostrando l’Italia attraverso uno sguardo sorprendente, preciso e leggero: quello dei bambini.
Un racconto corale, in cui mettiamo a confronto bambini che si trovano di fronte alle stesse domande, o alle stesse situazioni, paure, emozioni, scelte, in momenti diversi della storia del nostro paese.
Il mondo (e l’Italia) che cambia. I bambini lavoratori delle campagne del Lazio o del Veneto degli anni 50 (ma ancora nel 1974 bambini pastori sulle montagne della Valtellina o ambulanti in periferia di Roma), le vacanze in colonia degli anni 60, le scuole sperimentali degli anni 70, gli spazi per giocare che si modificano nelle città in trasformazione, la sicurezza e la rigidità della vita in una famiglia tradizionale in Lombardia nel 1965 e quella imprevedibile in una famiglia allargata a Napoli nel 1983, la povertà mostrata senza pudore in un paese sull’appennino emiliano nel 1959 e quella nascosta della periferia di Torino a metà degli anni 90, l’impatto epocale della tecnologia digitale, le aspirazioni e i sogni che riflettono la società che si evolve (e che a volte nei bambini rimangono gli stessi).
IL GIOCO, dai trenini ai giochi online, “La mia bambola preferita è quella, si chiama Carmela, ma non ci posso giocare perché la mamma dice che si rovina” (1961) / “Mi hanno tolto il tablet perché non riuscivo a smettere di giocare” (2014); LA SCUOLA, dalle bacchettate sulle mani al bullismo; I SOLDI “i miei mi danno 50 lire alla settimana e io li metto da parte per il luna park” (1962); I SOGNI / IL FUTURO “Mio padre fa il salumiere ma io farò il capitano di lungo corso” (1959) / “voglio fare il manager come quello della Ferrari perché si fanno un sacco di soldi” (2013); LA FAMIGLIA, dai padri padroni ai genitori dello stesso sesso; L’AMORE “Mi chiamo Omero e ho 11 anni. Faccio il fornaio, lavoro tutti i giorni e guadagno 3000 lire al mese. La domenica esco con lei, Wanda, la mia fidanzata. Andiamo a passeggio, pago io” (1961); GLI ALTRI “Sono arrivato quest’anno a Torino dalla Sicilia e non capisco la lingua” (1970) / “Ci sono un sacco di bambini cinesi, quando parlano tra di loro non capisco nulla” (2011); IL MONDO “La Russia aveva mandato i razzi sull’America perché gli americani stavano per lanciare la bomba atomica” (1960); I BAMBINI FANNO SPETTACOLO, dallo zecchino d’oro ai talent della TV di oggi.
Cambia il linguaggio, cambiano le parole, l’atteggiamento di fronte all’obiettivo. Cambia il modo in cui la TV racconta l’infanzia e “usa” i bambini. A volte cambiano i vestiti, il paesaggio, la qualità delle immagini (spesso sono più belle, più curate, più “cinematografiche” quelle in bianco e nero, girate in pellicola fino agli anni 70…) ma è come se fosse un unico discorso, in cui bambini di epoche diverse si passano la parola.
Bambini nel tempo è il racconto di un’Italia vista dal punto di vista dei bambini, un paese che è mutato nel tempo mutando stili, linguaggi, costumi, volti e voci.
Il film documentario, realizzato con solo materiale storico e di repertorio dell’Archivio Teche della Rai, è digitalizzato e restaurato a cura del polo tecnologico di Teche Torino, avrà anche una versione interattiva, fruibile attraverso web/tablet/smart TV che consentirà un coinvolgimento degli spettatori e li guiderà nell’approfondimento dei materiali utilizzati (visione di alcuni filmati nella loro versione integrale, articoli di giornali e riviste, interviste ecc.).