Giovanna Bemporad (Ferrara, 16 novembre 1928 – Roma, 6 gennaio 2013), un prodigio letterario, nota fin da giovanissima per le traduzioni all’impronta dal greco e dal tedesco e per la precocissima cultura letteraria, diviene famosa per una sua pregiatissima traduzione dell’Odissea, e per l’utilizzo spregiudicato dell’endecasillabo. Raccontò di essersi salvata la vita quando, poco più che sedicenne, scoperta dai nazisti a portare messaggi segreti ai partigiani, in bicicletta, stava per essere fucilata a morte. E nell’estremo tentativo di aver salva la vita, recitò dei versi di Goethe in tedesco. I nazisti, rapiti da questa magnifica interpretazione, la lasciarono andare.
Dopo varie edizioni parziali, nel 1990 Le Lettere pubblicano l’opera cui la Bemporad aveva dedicato tutta la vita: la stesura definitiva, benché incompleta, dell’Odissea in endecasillabi (di cui, nel 2004, l’Einaudi proporrà una ristampa, con incisione a voce e commento di Vincenzo Cerami). Quanto alla sua poesia, se ne sono occupati nomi illustri, da Zanzotto a Pagliarani, da Anceschi a Pasolini. Rai Teche la ricorda con un estratto del programma in onda su Rai 3 nel 1987,
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