Intervista al regista Ermanno Olmi sul film “L’albero degli zoccoli”, Palma d’oro al Festival del Cinema di Cannes 1978.
Ermanno Olmi (Bergamo, 24 luglio 1931) è un regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e scenografo italiano. Nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”, storia imperniata sull’amicizia fra uno studente e il guardiano di una diga e ambientato nell’isolamento e nella solitudine dell’alta montagna. Già in questo esordio si evidenziano i temi tipici della sua attività cinematografica, poi dispiegati nella successiva fase cinematografica.
Profondamente legato alle proprie origini rurali, privilegia i sentimenti delle persone semplici, il rapporto con la natura e offre uno sguardo sulla solitudine e sulle sue conseguenze, da cui la scelta di lavorare con attori non professionisti. Due anni dopo realizza il film “Il posto” (1961) e, in seguito, “E venne un uomo” (1965). Dopo aver raccontato l’umile Italia degli anni Cinquanta, analizza successivamente la civiltà contadina scavando nel suo passato remoto e ritrovandone le radici antropologiche con “L’albero degli zoccoli” (Palma d’oro a Cannes nel 1978) per allargare in seguito i propri interessi sul piano storico e letterario. Nel 2001 dirige “Il mestiere delle armi”, film storico in costume presentato con successo al Festival di Cannes 2001 ed acclamato a livello internazionale. Nel 2003 approda in una Cina senza tempo per raccontare epiche vicende di pirati e di arrembaggi in “Cantando dietro i paraventi” e nel 2005 collabora con altri due grandi registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film “Tickets”. Nel 2007 esce “Cento chiodi” e nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2013 l’Università di Padova gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Umane e Pedagogiche per “la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose.”