Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935 – Cefalù, 13 aprile 2022) è stata una fotografa, fotoreporter e politica italiana.
È stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il grande fotografo di Life.
Iconiche sono alcune delle sue fotografie: l’omicidio del giudice Cesare Terranova, una delle fotografie divenute simboliche della lotta antimafia o quella in cui Sergio Mattarella, futuro Presidente della Repubblica, sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinato. Ma Letizia Battaglia non è stata soltanto la fotografa della mafia e delle stragi che insanguinarono Palermo, è stata la fotografa di Palermo e della Sicilia in tutti i suoi risvolti, nelle usanze e tradizioni, nella bellezza e nella miseria, sempre con una grande attenzione al mondo femminile. Ha raccontato il lato oscuro della sua terra ma anche la grande voglia di cambiamento.
Crea negli anni ottanti il laboratorio d’If, scuola formativa per fotografi e fotoreporter palermitani, inaugura e dirige a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia, un po’ museo, galleria e scuola di fotografia. Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione Giuseppe Impastato.
Avremmo dovuta intervistarla tra qualche giorno per la nostra striscia Teche su RaiPlay.
Vi riproponiamo qui la puntata de il Grillo del 20 marzo 2001 dal titolo “Letizia Battaglia: la fotografa tra arte e testimonianza”.
adoro essere una fotografa, adoro i fotografi, adoro la fotografia! La parte più affascinante e che io riesco a prendermi il mondo ovunque io sia, me lo porto lì in quel pezzettino di frammento di pellicola e me lo porto con me e non muore mai. Questo fatto, questa storia, questa persona, questo avvenimento.. cioè io faccio continuare la vita, continua anche se era dieci anni fa un fatto, era un giorno fa, io ho questo documento in mano: una cosa che mi rende ricca, che mi rende meno fragile in rapporto al mio essere donna, al mio essere persona.
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