Rievocazione di Guglielmo Marconi dell’esperimento del primo collegamento radiotelegrafico trans-oceanico da Poldhu, nell’isola di Cornovaglia (Inghilterra) a St. Jhon’s, nell’isola canadese di Terranova. La costruzione delle due stazioni radio-telegrafiche, ultimate nell’estate del 1901 con un notevole e rischioso stanziamento, andarono parzialmente distrutte, poco dopo, per avverse condizioni meteo e subito ripristinate.
Il genio e l’intuito dello scienziato lo portarono a continuare lo sviluppo delle sue ricerche in questo campo, migliorando la qualità e la potenza degli apparati.
Marconi, già all’età di vent’anni, comincia i primi esperimenti lavorando come autodidatta, aiutato dal suo maggiordomo Mignani.
Nell’estate del 1894 costruisce un segnalatore di temporali costituito da una pila, un coesore (detto anche coherer, un tubetto con limatura di nickel e argento posta fra due tappi d’argento, dispositivo inventato dal fermano Temistocle Calzecchi Onesti) e un campanello elettrico, che emette uno squillo in caso di fulmine.
In seguito riesce, premendo un tasto telegrafico posto su un bancone, a fare squillare un campanello posto dall’altro lato della stanza.[4] Una notte di dicembre, Marconi sveglia la madre, la invita nel suo rifugio segreto e le mostra l’esperimento che aveva realizzato. Il giorno dopo anche il padre assiste all’esperimento. Quando si convince che il campanello suona senza collegamento con fili, regala al figlio i soldi necessari per l’acquisto di nuovi materiali.[senza fonte] Il giovane Marconi prosegue nei suoi esperimenti anche all’aperto. In campagna aumenta la potenza delle emissioni e la distanza che separa il trasmettitore dal ricevitore, capace di ricevere i segnali dell’alfabeto Morse.