La seconda parte dell’inchiesta “Da Caprera a Serbariu”, realizzata da Nanni Saba e Nando Martellini e trasmessa il 1º marzo del 1951, è dedicata all’esplorazione della zona mineraria della Sardegna. Le attività economiche dell’isola sono prevalentemente agricole e la poca industria che vi si esercita è connessa al patrimonio del suo sottosuolo. Le miniere sarde sono molto antiche. Conosciute già dai Fenici e dai Romani, alimentano la produzione di carbone, di piombo, zinco, cadmio e argento. Da Carbonia, “con la serie infinita delle sue casette uguali, disposte in schemi rigidamente geometrici” si giunge al pozzo di Serbariu, dove i minatori della Società Carbonifera Sarda difendono la qualità del carbone estratto. Qui il percorso termina al suono della medesima canzone popolare, così rappresentativa dell’animo malinconico della Sardegna, che ne aveva accompagnato l’inizio.
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