Nell’introduzione a questo breve documentario, andato in onda sul Secondo Programma radiofonico, la voce narrante premette: “Ai bordi della strada ufficiale l’asfalto si assottiglia e poi finisce. Lì comincia la terra, quella vera, l’erba, e uguali monotoni, uno dopo l’altro, i paracarri. Forse non ci avete mai pensato, ma quella, proprio quella, è un’altra strada, con un’altra vita, un altro codice, un altro orario. Una strada senza chilometri che ha una sua ora, vuota o piena, la strada riservata all’aristocrazia dei vagabondi”. Aldo Salvo incontra, anzi, come egli stesso dice “trova alloggio, assistenza e comprensione presso una tribù di zingari vicino a Verona sullo stradone che va verso Modena”. Vengono descritti il modo di vivere, le usanze, la lingua, le passioni di questa comunità, la venerazione per una zingara portoghese così bella che tutti chiamano “la regina degli zingari”, l’impossibilità di stabilirsi e radicarsi in un luogo.
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