Il documentario radiofonico realizzato da Ferruccio Troiani nel 1954 è la narrazione di un viaggio lungo le sponde del Tevere, il fiume che attraversa Roma. Il giornalista ha raccolto le testimonianze dei “fiumaroli” e di altri personaggi che vivono il Tevere, ci lavorano, ne amano la storia e le tradizioni e, al microfono della radio, raccontano le esperienze vissute in prima persona. Giuseppe Pasquetti, detto “Strappacore”, è stato uno degli ultimi grandi pescatori, come raccontano i suoi compagni: “Conosceva i segreti e le storie più antiche…. Morto lui il Tevere non sarà più lo stesso”. L’itinerario inizia a Nord di Roma nella zona di Grottarossa (Saxa Rubra per gli antichi romani), dove Costantino vinse la battaglia contro Massenzio. In questo luogo ricco di storia sorge una diga costruita nel 1951 insieme alla centrale idroelettrica che sfrutta la corrente del fiume. Antonio Di Russo, capo servizio della centrale, si sofferma sull’importanza dell’impianto e ricorda come, durante i lavori di costruzione dal letto del Tevere vennero fuori armi e pezzi di marmo antichi. Il percorso prosegue a Ponte Milvio, l’unico ponte abitato, a cui come dicono le guide “Misero mano Pio VII, Nicolò V e Valadier”. Giuseppe Ginnetti, impiegato comunale che da tre generazioni abita nella vecchia torre, nell’intervista racconta come la sua famiglia nel corso del tempo sia stata testimone di avvenimenti storici importanti. In questo tratto del fiume la corrente è molto forte, la navigazione è pericolosa, come sottolineano alcuni canottieri di una vecchia società sportiva intervistati dal giornalista. Nel dopoguerra il Tevere era diventato la risorsa balneare della città, frequentato di giorno e di notte, dalla gente che “A Tevere si divertiva “. Attilio Battistini, giornalista dell’Espresso racconta un aneddoto singolare avvenuto nel 1946 in un locale da ballo nei pressi di ponte Matteotti. Durante lo spettacolo pirotecnico da un bengala esploso apparve la scritta “Viva il Duce”. Tra lo stupore generale degli invitati la festa fu interrotta della celere che invase il locale. Una delle figure importanti collegata alla vitalità del Tevere è quella del fiumarolo con la barca di servizio sotto ogni ponte. Molti nomi famosi si sono succeduti nel corso dei decenni e hanno contribuito alla popolarità del fiume.
Enrico Durantini è uno di questi e con il giornalista ricorda i bei tempi andati! In particolare si sofferma sull’episodio di un famoso pranzo in acqua. Una gara completamente vestiti comprese le scarpe: “Tali gare importavano forza di gambe, per la cosiddetta nuotata dritta eravamo ben allenati sotto la guida di Cesare Gismani che a fiume era conosciuto come Er Dio dell’onda, perché nuotatore eccezionale”. Un altro mito dell’epoca, attivo sotto Castel Sant’Angelo era conosciuto con l’appellativo di “Er Ciriola”, nuotatore solitario e salvatore di vite umane. Nel corso della sua attività, ha ricevuto numerose medaglie per gli interventi di soccorso compiuti, come spiega lui stesso nell’intervista. Nella seconda parte del documentario viene approfondita la questione delle cose che il Tevere possiede e quelle che gli mancano rispetto agli altri fiumi delle grandi capitali europee. Lo scrittore Aroldo Goggiatti, esperto della storia di Roma si sofferma a parlare della florida attività della pesca dello Storione nei secoli passati. Il pittore Toti Scialoja spiega la morfologia del fiume in relazione ai pittori che lo hanno evocato e interpretato artisticamente come: Tamburi, Scipione e Mafai, mettendo in risalto la differenza tra bellezza pittoresca e pittorica. Scialoja critica gli errori urbanistici come la costruzione dei muraglioni che hanno rovinato il panorama per cui i pittori quando vogliono dipingere il Tevere, dipingono i ponti. Un vecchio facchino del porto di Ripa al microfono della radio ricorda come in passato il Tevere abbia conosciuto un momento di grande attività commerciale nel quale le navi arrivavano colme di materiali e derrate per Roma. Attualmente il fiume presenta una situazione di criticità e problemi legati alla mancata manutenzione. Necessita di lavori di costruzione di chiuse in grado di favorire la navigazione, soprattutto d’estate quando emergono ruderi antichi, muri, strade romane che possono fare incagliare le navi come ben spiegano Guglielmo Vallati, console di una compagnia di navigazione e il pilota di una imbarcazione Carlo Cicinelli, intervistati dal giornalista nell’ultima stazione del viaggio al Porto Fluviale. L’inchiesta ha seguito il corso del fiume dentro la città con voci, umori, colori e storie; mettendone in luce la vita pulsante, evidenziandone problematiche ancora irrisolte ma anche risorse e potenzialità.
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