Per Piovene “con Parma comincia la vera Emilia sensuale, pittoresca, estremista; ma Parma ha caratteri diversi dalle altre città emiliane. È la più “francese”, la più consapevole del suo gioco. La sensualità, meno grave, vi è più intrisa di avventura e di scherzo; diviene edonismo, assapora sé stessa, si compiace nella cultura. La violenza degli emiliani si mescola con la mollezza ed una certa naturale indolenza. Gli impulsi sono quelli, ma a Parma piace viverli come tradotti in musica. Piace sentire sé stessa, con qualche artificio e un po’ di commedia, come il centro di un piccolo regno, la sede di una corte, in modo senza paragone maggiore di tutte le altre città di provincia italiane che furono capitali. Perciò si entra a Parma in un piccolo mondo unico, sanguigno e ironico nel medesimo tempo.” In queste parole eccelle la capacità pittorica dello scrittore nel tratteggiare le impressioni suscitate dall’arrivo a Parma. Seguono i dettagli sugli elementi storici, economici, sociali e culturali della città: Verdi e il melodramma, la tradizione gastronomica, in particolare la produzione del formaggio parmigiano, l’arte e gli affreschi del Correggio, Maria Luigia e il suo granducato.
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