Il programma “Le Voci della radio”, ripercorre la drammatica vicenda di Tortora e le dichiarazioni che rilascia ai microfoni del giornale radio il 17/06/1983, mentre esce dalla caserma dei carabinieri di Roma per essere tradotto al Carcere Regina Coeli di Roma con imputazioni gravissime: associazione camorristica e traffico di droga. Il noto conduttore televisivo esprime sbigottimento per l’avvenimento che lo coinvolge definendolo “il più colossale errore” della storia giudiziaria italiana.
Enzo Claudio Marcello Tortora (Genova, 30 novembre 1928 – Milano, 18 maggio 1988) è stato un conduttore radiotelevisivo, giornalista e politico italiano. Il suo nome è ricordato anche per un caso di malagiustizia di cui fu vittima e che venne poi denominato Caso Tortora. Enzo Tortora fu infatti accusato di gravi reati, ai quali tuttavia era totalmente estraneo, sulla base di asserzioni provenienti da vari condannati per reati di mafia e di uso di testimoni non attendibili; è stato per questo arrestato e imputato di associazione camorristica e traffico di droga. ] Dopo 7 mesi di carcere e arresti domiciliari ingiustamente scontati, la sua innocenza è stata dimostrata e riconosciuta dalla stessa magistratura che lo aveva coinvolto, e che lo ha definitivamente assolto. Durante questo periodo, Tortora è stato eurodeputato del Partito Radicale, del quale è stato eletto anche Presidente. Enzo Tortora è deceduto poco dopo la sentenza che metteva fine al suo calvario . Questa triste vicenda ha portato a un referendum popolare (detto “referendum Tortora” ) volto a introdurre la responsabilità civile dei magistrati: il risultato referendario del 1987 ha dato esito positivo con larghissima maggioranza, ma la sua attuazione, contenuta nella legge varata dal Guardasigilli e ex-magistrato Giuliano Vassalli, a giudizio di molti ha snaturato il risultato del referendum, introducendo una versione estremamente debole di responsabilità, che di fatto veniva limitata al solo dolo specifico (cioè alla malafede del magistrato), difficilissimo da dimostrare. Solo nel 2015, dopo 28 anni, è stata approvata dal Parlamento una legge simile a quella richiesta dalla consultazione referendaria.
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