Il documentario radiofonico “Risorsero dalle ceneri” del 1955 è il primo di una serie realizzata dalla BBC (British Broadcasting Corporation) in collaborazione con le organizzazioni radiofoniche di: Italia, Francia, Belgio, Austria, Germania Occidentale, Danimarca, Finlandia, Olanda , Norvegia, Svezia, Yugoslavia, Grecia e Turchia per celebrare il decimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Cinque documentari affidati a esperti radiocronisti delle emittenti europee coinvolte e trasmessi nella lingua del proprio Paese. Un racconto radiofonico di grande valore storico “Che accomuna in una sola voce, le mille voci di un’Europa risorta e libera”. “Risorsero dalle ceneri” si articola attraverso le testimonianze della gente comune intervistata nei luoghi devastati dal conflitto, persone che raccontano la loro esperienza rievocando lo scenario drammatico di quegli anni: crateri nelle strade, case rase al suolo, ponti polverizzati e campagne distrutte. L’inchiesta fa il punto sulla ricostruzione e sullo stato delle infrastrutture da nord a sud del vecchio continente; pone l’accento sulla capacità con cui i popoli dell’Europa occidentale sono riusciti in un decennio a cancellare in parte le ferite inflitte dalla guerra e far rinascere la speranza di un futuro migliore. Il documentario presenta alcune città europee che hanno saputo riemergere nel corso degli ultimi anni: Cassino, Rotterdam, Colonia, Amburgo, Berlino, Parigi, Volos, Kristiansund e Coventry. Fra le interviste raccolte spiccano quelle ad architetti, ingegneri, urbanisti esperti che hanno dato il loro contributo professionale per il riordino dei centri urbani. Cassino nel Lazio e Coventry in Inghilterra, due piccole città cancellate dai bombardamenti aerei e divenute per il mondo intero simbolo di distruzione, sono state ricostruite e rappresentano un modello di rinascita. Cassino è una cittadina risorta meravigliosamente insieme al monastero Benedettino di Montecassino distrutto nel 1944; oggi il suono a distesa delle sue campane diffonde un messaggio di fede in tutta la valle. Anche Coventry, la città della Gran Bretagna che nel 1940 venne rasa quasi completamente al suolo dalle incursioni aeree naziste, adesso vive una nuova vita più splendente di prima. Un architetto municipale al microfono della radio spiega i criteri scelti per la ricostruzione:” Nell’edificare il futuro abbiamo tenuto conto del passato di pietra e mattoni che le bombe ha lasciato in piedi: ogni edificio d’importanza storica è stato incorporato nel volto nuovo della città”. A Rotterdam, la città olandese distrutta anch’essa dall’aviazione tedesca, il radiocronista ha intervistato uno dei responsabili della ricostruzione post bellica che sottolinea:” Durante la guerra avevamo preparato i piani per la ricostruzione del porto e mentre ancora si combatteva, i nostri partigiani avevano mandato in Inghilterra richieste di materiali che così ci giunsero molto presto. Dopo la ricostruzione del porto ci siamo rivolti con tutte le nostre energie alla ricostruzione del centro della città che è risorta”. La Francia è tra le nazioni più duramente provate dai bombardamenti, quasi tutti i ponti distrutti e le linee ferroviarie cancellate in tutto il territorio. Finita la guerra il compito più urgente fu proprio quello di ripristinare i mezzi di comunicazione come spiega un dirigente della Gare de Lyon ( una della più importanti stazioni di Parigi), che illustra la nuova rete ferroviaria di linee elettrificate. La stessa Germania nella profondità del baratro della guerra subì immani devastazioni: Berlino, Colonia, Amburgo e molte altre città alla fine del conflitto apparivano quasi completamente demolite. In questi dieci anni sono state ricostruite strade, ponti, edifici pubblici, ma anche teatri e cinematografi, con criteri architettonici più moderni e funzionali . Amburgo la grande città portuale flagellata dai bombardamenti a tappeto dell’aviazione alleata, oggi si presenta con un’immagine rinnovata. Il porto ha cambiato faccia:“ E’ vivo e pieno di attività”, sottolinea un uomo nato e cresciuto da queste parti. Nella brutalità della guerra non soffrirono soltanto i grandi centri ma anche piccole cittadine come Kristiansund. Un porticciolo della Norvegia bombardato dai tedeschi il 28 aprile 1940 nel quale almeno ottocentotrenta case vennero distrutte e diecimila abitanti rimasero senza tetto. Il signor Urwic sopravvissuto alle vicissitudini della guerra al microfono della radio descrive così la nuova Kristiansund ” La città è costruita ad anfiteatro sull’arco del porto nel centro: botteghe, scuole, il municipio , fabbriche e intorno linde casette di legno a due piani. Ogni casetta ha un colore diverso: rosso, giallo, violetto o bianco, con il mare vicino e le grigie montagne alle spalle , la città nella festa dei suoi colori sembra guardare fiduciosamente al futuro”.
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