La sosta a Firenze del viaggio di Piovene prosegue con una ritratto a tutto tondo del critico d’arte statunitense Bernard Berenson, “il più illustre superstite tra i viaggiatori stranieri, che definirono sé stessi piuttosto pellegrini che viaggiatori, devoti alla civiltà e alla bellezza, e che scesi a Firenze si fermarono poi per tutta la vita”. Vengono infine prese in esame le attività produttive e industriali della città e dei suoi dintorni: le Officine Galileo, per strumenti di precisione, l’industria tessile di Prato, e la produzione vinicola del Chianti, riguardo alla quale viene in tre vistato l’esponente di una delle più pregiate etichette, il barone Ricasoli.
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