“L’archeologia fa parte della vita napoletana: v’è una maniera di parlare dei ruderi che si trova soltanto qui. Grandi rovine esistono in altre parti d’Italia e del mondo, ma l’andare per rovine a Napoli è qualcosa di unico, che non trova riscontro né a Roma, né in Provenza: lo si fa senza uscire dal mondo d’oggi, talvolta con lo stesso spirito con cui di entra nei negozi a fare la spesa”. La visita di Piovene alla zona archeologica del Napoletano attraversa Ercolano, Pompei, con una sosta nella casa del poeta Menandro, le Terme di Baia e Cuma, “uno dei luoghi più alti del mondo . . .luogo sacro, devoto al culto della Sibilla Cumana, ispirata da Apollo, che profetava dentro l’antro”.
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