Dopo aver rivolto uno sguardo pittorico rivolto alla costa toscana e, in particolare, all’Argentario e alle isole dell’arcipelago toscano con le sue sette isole, il viaggiatore Piovene giunge a Livorno : “Livorno ha un aspetto straordinario: nel senso che è fuori della regola estetica delle nostre vecchie città, senza rientrare nelle regole di una città moderna. È assolutamente diversa; bisogna guardarvi non tanto gli edifici in sé stessi, ma il groviglio di vita da cui sorgono senz’altra regola che l’impulso vitale”. Come di consueto, il quadro della città si anima di notazioni pregnanti sulla situazione economica e sociale, sul lavoro e sul carattere dei livornesi, nonché do una testimonianza del poeta popolare e politico chiamato “il Pappa” con la sua poesia in vernacolo “Primo maggio 1953”. Il passaggio a Pisa, dopo una sosta a Pontedera, sede dello stabilimento della Piaggio, richiama ancora una volta la bellezza della regione: “la bellezza in Toscana è dura, con un velo di grazia; quella di Pisa fa eccezione, è di qualità riposante e favorisce l’abbandono. . . Pisa è tutta orizzontale, spaziosa; le sue strade sono ampie e perciò scarse d’ombra; è una città chiara, felice, in cui entrano col vento il sapore del mare, il verde e le frescure delle pinete”.
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