Vogliamo ricordare i 103 anni dalla nascita di Renato Rascel (Torino, 27 aprile 1912 – Roma, 2 gennaio 1991) con un estratto del programma “Rascel la nuit”, in onda il sabato sera dal 13 ottobre 1956. Nel format Renato Rascel porta sul piccolo schermo la rivista tradizionale, cantando le sue canzoni in un immaginario locale notturno. In questo brano, del 17/11/1956, Rascel si rivolge ai bambini dedicando loro la “Ninna nanna del cavallino” tratta dalla commedia musicale “Attanasio cavallo vanesio”, la prima delle “favole musicali” scritte appositamente per lui da Garinei e Giovannini, a cui faranno seguito nel 1953 “Alvaro piuttosto corsaro” e nel 1954 “Tobia, candida spia”.
Renato Rascel, nome d’arte di Renato Ranucci, è stato un attore, comico, cantautore e ballerino italiano. Il personaggio di Renato Rascel, oltre al successo nel teatro di rivista, aveva attirato l’attenzione di scrittori del calibro di Cesare Zavattini e Vittorio Metz, che scrive per lui il soggetto e la sceneggiatura del suo primo film. Nel 1942 hanno quindi inizio le riprese del film che doveva intitolarsi “Un manoscritto in bottiglia”, ma durante la lavorazione Rascel conosce l’attrice Tina De Mola, della quale si innamora e scrive per lei la canzone “Pazzo d’Amore”, che diventerà la colonna sonora ed il titolo del film, diretto da Giacomo Gentilomo. Il 19 luglio del 1943 Rascel e Tina De Mola si sposano, ma pochi mesi dopo in seguito alla caduta del fascismo ed all’occupazione di Roma da parte dei nazisti Rascel e la moglie, invisi alle autorità occupanti, furono costretti a nascondersi trovando rifugio in Vaticano. Dopo la fine della guerra, Rascel torna al teatro di rivista con la nuova macchietta del “Piccolo Corazziere”, altro personaggio incentrato sul contrasto tra la sua bassa statura e l’elmo e lo sciabolone d’ordinanza. Il 1952 è per lui l’anno della svolta, poiché interpreta per la regia di Alberto Lattuada il film “Il cappotto”, tratto dal racconto di Nikolai Gogol. La sua interpretazione gli frutterà l’ambito riconoscimento del “Nastro d’Argento”.
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