Beniamino Gigli, con l’Orchestra Sinfonica di Milano della RAI diretta da Nino Sanzogno, interpreta “Un dì all’azzurro spazio” dall’opera “Andrea Chénier” di Umbero Giordano. Prima della comparsa del fenomeno Callas, che segnò uno spartiacque nella storia del teatro lirico e determinò l’avvio di un’epoca improntata al primato delle voci femminili, il ruolo vocale che catalizzava gli interessi, i gusti e le emozioni del pubblico dell’opera era senz’altro quello del tenore. Il tenore, che dal melodramma romantico in poi impersonava puntualmente la figura del giovane innamorato e infelice, ribelle all’ordine sociale e pronto a obbedire solo agli slanci e ai moti del cuore, aveva sempre più conquistato un aspetto prevalente nello spettacolo operistico. In questo contesto, la figura e l’arte di Beniamino Gigli ha assunto una dimensione leggendaria fra gli interpreti che hanno affrontato il repertorio lirico. Dotato di una voce di rara luminosità, nella quale la potenza si univa a una grande duttilità e morbidezza, Gigli fu per quasi mezzo secolo il tenore più celebre, ereditando lo scettro che era stato di Caruso e entusiasmando le platee di tutto il mondo dal 1914, anno del debutto, fino alla prima metà degli anni Cinquanta del Novecento. In questo documento del 1953, il grande artista riesce a dare, pur essendo nell’ultima fase della carriera, una splendida veste interpretativa al celebre “improvviso” dall’“Andrea Chénier”, dimostrando di possedere ancora tutto lo smalto del suo prodigioso strumento vocale.
