Il 27 gennaio 1993, a Praga, Václav Havel viene eletto primo capo di Stato della neonata Repubblica Ceca. Sostenitore appassionato della non-violenza, è stato uno dei leader della cosiddetta Rivoluzione di Velluto del 1989, durante la quale fu arrestato per poi essere eletto, nel 1989, come presidente dall’Assemblea Federale. Dopo le libere elezioni del 1990 mantenne la presidenza. Nonostante le crescenti tensioni interne, Havel si batté con vigore per evitare la suddivisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia, e per non firmare gli atti di divisione della stessa rassegnò le dimissioni. Dopo la creazione della Repubblica Ceca, Havel si candidò alla presidenza nelle elezioni del 26 gennaio 1993, risultando eletto. La sua presidenza fu caratterizzata da un orientamento politico anti-comunista di destra moderata e liberale. Filo-americano, Havel fu il principale sostenitore dell’entrata della Repubblica Ceca nella NATO, avvenuta il 12 marzo del 1999, nonché dell’intervento dell’Alleanza nella guerra del Kosovo del 1999. Nel contributo pubblicato da Rai Teche, in onda nel 1990, Demetrio Volcic intervista il capo dello Stato sui rapporti con la Chiesa e sul significato dell’allora recente viaggio di Papa Giovanni Paolo II in Cecosclovacchia
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