Tenzin Gyatso, il quattordicesimo Dalai Lama, è la guida spirituale e politica del popolo tibetano, ed è riconosciuto, a livello internazionale, come un’autorità morale tra le più importanti del nostro secolo. Nel 1989 fu insignito del Premio Nobel per la Pace, per la sua incrollabile fedeltà ai principi della non-violenza nel rivendicare il rispetto dei diritti umani in Tibet.
Intervista per Tv7 e Rainews24, in coincidenza con la prima uscita pubblica del Dalai Lama, il rappresentante spirituale del buddhismo tibetano, dopo l’11 settembre 2001.
In questi quattro giorni presso Cecina, a pochi chilometri da Pomaia in provincia di Livorno dove vi è un centro di studi buddhisti, indaga il rapporto tra il fondamentalismo religioso e la violenza.
La scienza è eccellente, ma allo stesso tempo lo è anche la spiritualità… in altre parole, credo che la scienza, fino ad ora, si è occupata della materia e la spiritualità si è incaricata di ciò che riguarda la mente, le emozioni. Quindi, è essenziale che alla fine le due cose siano unite, ci vogliono entrambe, perché così è l’umanità: l’essere umano ha un corpo e ha delle emozioni, e occuparsi solo del corpo non basta. Bisogna anche trovare un’altra soluzione: tener conto delle nostre emozioni
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