Il 4 marzo 2005 Nicola Calipari, funzionario del Sismi, viene ucciso dal “fuoco amico” mentre riporta a casa Giuliana Sgrena, giornalista e scrittrice italiana, rapita il 4 febbraio 2005 dall’Organizzazione del Jihād islamico, mentre si trovava a Baghdad, in Iraq, per realizzare una serie di reportage per il quotidiano “Il manifesto”.
Il 4 marzo Giuliana Sgrena era stata liberata grazie alla mediazione dei servizi segreti militari italiani ma durante il trasferimento all’aeroporto di Baghdad, mentre sulla capitale irachena imperversa un violento temporale e dopo aver attraversato parecchi check-point, l’auto sulla quale viaggia la giornalista viene illuminata da un potente faro ed immediatamente investita da una pioggia di colpi sparati da parte dei soldati statunitensi.
Nicola Calipari, a bordo dell’auto, rimane ucciso sul colpo, raggiunto da un proiettile alla testa nel tentativo di proteggere la giornalista.
L’auto stava transitando sulla Route Irish in direzione di un posto di blocco statunitense. La giornalista era stata appena rilasciata dai rapitori, a conclusione di una lunga trattativa condotta da Calipari, che aveva comunicato telefonicamente agli uffici del governo di Roma il felice esito dell’operazione, informando anche l’ambasciata.
A sparare è Mario Lozano (New York, Bronx, 1969), addetto alla mitragliatrice al posto di blocco, appartenente alla 42ª divisione della New York Army National Guard. Altri soldati sono stati sospettati di aver partecipato alla sparatoria.
Guarda la ricostruzione del programma “Un giorno nella storia”