Si è spento oggi a Milano Germano Celant (Genova, 1940), storico dell’arte e curatore italiano, protagonista dell’arte e della cultura del mondo, costante ispiratore di Triennale e autore di mostre indimenticabili.
Nel 1967 aveva coniato la definizione di «Arte Povera» per designare un gruppo di artisti italiani la cui opera era caratterizzata dall’uso di materiale di recupero. Erano Alighieri Boetti, Luciano Fabio, Janis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, esposti nella prima mostra alla Galleria La Bertesca di Genova e destinati a riscuotere un grande successo internazionale.
Grazie alle ampie conoscenze del mondo dei musei e dei galleristi americani, Celant incominciò a far conoscere in Italia il mondo della conceptual art americana e a esportare negli Stati Uniti l’Arte Povera. Divenne senior curator al Guggenheim dove, nel 1994 realizzò la celebre mostra Italian Metamorphosis 1943-1968, nel tentativo di avvicinare l’arte italiana alla cultura americana. Negli anni Novanta divenne tra i più noti curatori del mondo e venne nominato direttore della 47 Biennale di Venezia. Altre importanti rassegne furono da lui realizzate al Centre Pompidou, a Londra e a Palazzo Grassi. Collaboratore per alcuni anni dell’«Espresso», divenne poi il curatore della Fondazione Prada a Milano.
Rivediamolo in un estratto del programma “Magazzini Einstein”, dove spiega il tema della morte nell’arte contemporanea