Il 22 gennaio 1891 nasceva ad Ales Antonio Gramsci, politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, divenendone esponente di primo piano e segretario dal 1924 al 1927, ma nel 1926 venne ristretto dal regime fascista nel carcere di Turi. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove trascorse gli ultimi anni di vita.
Considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo, nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l’obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.
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La fondazione de “L’Ordine nuovo”, la nascita del Partito comunista d’Italia, i viaggi a Mosca, la famiglia, l’elezione in Parlamento, l’antifascismo, l’esilio, il processo, la condanna, la tragica morte: nel 1981 andò in onda in 4 puntate lo sceneggiato “Vita di Antonio Gramsci”, regia di Raffaele Maiello e sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Silvia D’Amico Bendico e Giuseppe Fiori, importante scrittore e giornalista e autore, nel 1966, di una fondamentale “Vita di Antonio Gramsci”, alla quale lo sceneggiato di Maiello fa riferimento. Tra gli interpreti dello sceneggiato, Mattia Sbragia, Lina Sastri, Milena Vukotic e Alessandro Haber.