Il 13 agosto 1941 nasce l’esploratore e scrittore Ambrogio Fogar (scomparso il 24 agosto 2005), una vita intessuta di passione per l’avventura e per i viaggi. Ha solo 18 anni quando attraversa due volte le Alpi con gli sci, poi si dedica al paracadutismo e durante un lancio resta vittima di un grave incidente.
Negli anni successivi inizia a coltivare l’amore per il mare, nel 1972 attraversa l’Atlantico in solitaria, l’anno dopo partecipa alla regata Città del Capo-Rio de Janeiro. Dal primo novembre del 1973 al 7 dicembre del 1974 compie il giro del mondo in barca a vela, in solitaria, da Est verso Ovest, contro le correnti e il senso dei venti. Nel 1978 la drammatica avventura della “Surprise”, la sua barca, affondata da un’orca al largo delle Falkland mentre l’esploratore sta tentando la circumnavigazione dell’Antartide: Fogar va alla deriva su una zattera per 74 giorni insieme al giornalista Mauro Mancini. Quest’ultimo perde la vita, lui viene tratto in salvo per pura coincidenza.
Poi, ci sono i due mesi intensi e impegnativi in Alaska per imparare a guidare i cani da slitta, il trasferimento nella zona dell’Himalaya e in seguito in Groenlandia: il suo obiettivo è quello di preparare un viaggio in solitaria, a piedi, al Polo Nord. Unica compagnia, il suo fedele cane Armaduk.
Agli anni successivi Fogar gira il mondo con la sua troupe, realizzando immagini di rara bellezza e spesso in condizioni di estremo pericolo.
E’ l’attrazione per il deserto a essergli fatale. Tra le sue avventure, tre edizioni della Parigi-Dakar e tre Rally dei Faraoni. Ma il 12 settembre 1992, durante il raid Parigi-Mosca-Pechino, la macchina su cui viaggia si capovolge, e Fogar si ritrova con la seconda vertebra cervicale spezzata e il midollo spinale tranciato.
La malattia, però, non lo ferma. Nell’estate del 1997 compie un giro d’Italia in barca a vela su una sedia a rotelle basculante. Battezzato “Operazione Speranza”, il giro promuove, nei porti in cui fa tappa, una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle persone disabili, destinate a vivere su una carrozzella.
Guarda un’intervista del 1975 all’esploratore e scrittore per la trasmissione “Ore venti”