Il 30 gennaio del 1972 c’è stato uno degli eventi più drammatici della storia del conflitto nordirlandese, passato alla storia come il Bloody Sunday: i soldati dell’esercito britannico spararono contro la folla di manifestanti a Derry causando la morte di 14 persone e il ferimento di decine di uomini e donne. A cinquant’anni da quel tragico giorno, Rai Teche propone uno straordinario documento custodito nei propri archivi intitolato Le donne dell’IRA. Andato in onda il 7 gennaio del 1972, il documentario fotografa la terribile situazione in cui versava l’Irlanda del Nord in quel periodo, lacerata dalla lotta armata che vedeva contrapposti il fronte dell’IRA (l’esercito di volontari nazionalisti cattolici) e quello dei lealisti protestanti supportati dall’esercito britannico. Questi avvenimenti, durati decenni, sono noti come “The Troubles”. Città come Belfast, Londonderry, Newry, sono stato teatro di sanguinosi scontri, attacchi terroristici, violenze di ogni genere. Il documentario, girato pochi mesi prima del famigerato Bloody Sunday, pone l’accento sul ruolo delle donne nella lotta armata dei cattolici repubblicani che aspiravano ad un’Irlanda indipendente e unita e che consideravano il regno di Sua Maestà niente più che un oppressore che andava cacciato con ogni mezzo possibile. Uno statuto speciale all’epoca prevedeva l’internamento dei terroristi, o presunti tali, senza prove o processo nel durissimo carcere di Long Kesh. Molte donne restavano sole con i figli, mentre i mariti si davano alla macchia o venivano imprigionati, da qui la spinta ad arruolarsi nelle fila dell’IRA per prendere parte attiva al conflitto e supportare la causa. Come si evince dalle testimonianze raccolte in questo prezioso filmato, il 90% delle donne cattoliche sono al fianco dei combattenti: trasportano materiale bellico, danno asilo agli uomini in fuga, si battono per la libertà senza alcuna distinzione di classe o età, alcune partecipano anche attivamente alla lotta armata. Una giovane moglie e mamma racconta perché ha deciso di arruolarsi nell’IRA, parlando dell’oppressione degli inglesi che la sua famiglia subisce da generazioni: il marito è a Long Kesh, lei viene continuamente controllata e minacciata, tra quelle mura vige la paura e il sospetto, e solo l’appartenenza al gruppo le permette di aiutare ed essere aiutata, restando a disposizione come le altre donne 24 ore su 24 per la causa. Una pagina buia e dolorosa che prende vita tra queste immagini in bianco e nero che mostrano un paese ferito, scosso, squarciato, incapace di trovare un punto d’incontro per restituire a quella terra martoriata un po’ di pace.
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