Sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro il 4 agosto 1996 un tubo bomba nascosto in un ombrellone esplode ferendo gravemente un bagnante: è l’ennesimo e purtroppo non ultimo attentato dinamitardo del criminale battezzato dalla cronaca “Unabomber”, in analogia con lo statunitense Theodore Kaczynski. Per i successivi dieci anni bambini e adulti saranno feriti dai suoi ordigni esplosivi nascosti negli oggetti più disparati, da pennarelli a contenitori di generi alimentari, da confezioni di bolle di sapone a ceri votivi. A differenza del suo alias americano, però, l’Unabomber che ha agito in Italia non è stato ad oggi identificato dagli inquirenti.
Rai Teche ripropone il servizio di notiziario del giorno del drammatico evento di Lignano, in cui si rivive il panico causato dall’accaduto anche attraverso la testimonianza di chi ha assistito all’attentato.
Di seguito un approfondimento di Alessandra Di Tommaso in onda nel Tv7 del 18 marzo 2005: cinque giorni dopo l’attentato di Motta di Livenza, nel quale la piccola Greta, di 6 anni, resta gravemente ferita dall’esplosione di una candela votiva nella chiesa di San Nicola Vescovo. Nel servizio viene ricostruito un identikit del dinamitardo attraverso la consulenza dello psichiatra criminologo Vincenzo Mastronardi e il racconto di testimoni oculari che dichiarano di aver visto un individuo sospetto sul luogo dell’esplosione.