Sessanta anni fa, alle 9.45 del 1 luglio del 1963, l’Air Force One atterra a Fiumicino con a bordo John Fitzgerald Kennedy. Ad accogliere Presidente degli Stati Uniti e il suo seguito ci sono il presidente della Repubblica Antonio Segni e il presidente del Consiglio Giovanni Leone.
La RAI trasmette in Eurovisione: alza bandiera, inni nazionali, strette di mano con le autorità civili e militari presenti. Le riprese TV seguono poi Kennedy e Segni che lasciano l’aeroporto e percorrono su un’auto scoperta via dei Fori Imperiali. Il Presidente depone una corona d’alloro all’Altare della Patria e partecipa a una cena con ricevimento al Quirinale.
Il giorno seguente John Fitzgerald Kennedy incontrerà in Vaticano Papa Paolo VI. Poi visiterà Napoli, acclamato da una festosissima folla. La visita in Italia di Kennedy porta con sé degli scopi diplomatici: far sentire all’opinione pubblica la potenza e l’amicizia del paese alleato, oltre quello di vedere se sia possibile riprendere il disegno della forza multilaterale atomica. La tappa italiana si inserisce nel tour europeo di dieci giorni nel quale, tra l’altro, il 26 giugno precedente John Ftizgerald Kennedy aveva pronunciato a Berlino la storica frase: “Ich bin ein Berliner”.
Kennedy era stato eletto Presidente nel 1960 battendo l’avversario Richard Nixon. I loro dibattiti sono stati i primi trasmessi in televisione.
Il viaggio in Italia si conclude con il discorso di saluto alla partenza dall’aeroporto di Capodichino in cui il presidente dirà: “Lascio questo Paese con rammarico e l’unica scusa per la brevità del mio soggiorno è la certezza del mio ritorno, la prossima volta con mia moglie”. Ma non avverrà: quattro mesi dopo JFK sarà assassinato a Dallas, in Texas.