A 80 anni dalla nascita e a 25 dalla morte di Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998), Rai Teche ricorda il cantautore pubblicando su RaiPlay la trasmissione del 1971 “Tutti insieme”, che lo vedeva protagonista di un evento televisivo unico nel suo genere. Come si vede nel video, tratto dall’inizio della trasmissione: Battisti e gli ospiti cantano insieme e dal vivo “Let the sunshine in”.
Si trattava, infatti, di uno spettacolo musicale modernissimo per l’epoca, concepito dall’estro del grande Mogol come una sorta di happening che chiamava a raccolta alcuni dei migliori artisti e band dell’allora nascente pop-rock italiano. In quell’inizio degli anni ’70 proprio il mondo che gravitava intorno a Lucio Battisti, a Mogol e all’etichetta discografica da loro fondata nel 1969, la Numero Uno, esprimeva quanto di più originale e innovativo si potesse trovare nel panorama della musica leggera italiana.
Di questo mondo, e della sua stagione più febbrilmente creativa, “Tutti insieme” voleva essere la festa e il ritrovo collettivo, proponendosi come uno show di pura energia sonora, senza presentatori né testi (anche per questo in anticipo sui tempi): un’ora di canzoni che si susseguono quasi senza soluzione di continuità, in una sola grande jam session in cui complessi e solisti si passano il testimone sullo sfondo di una scenografia essenziale, nella quale non c’è nemmeno più bisogno dell’ausilio della tradizionale orchestra dei varietà Rai.
L’arte di Lucio Battisti e Mogol è ovviamente al centro di tutto, non soltanto con i brani eseguiti dallo stesso Lucio (un’intensa “E penso a te”, la meravigliosa “Pensieri e parole”), ma anche con le composizioni affidate ad altri, da “Vendo casa” dei Dik Dik a “Un papavero” dei Flora Fauna Cemento di Mario Lavezzi, da “Amore caro, amore bello” di Bruno Lauzi alla straordinaria hit dei Formula 3 “Eppur mi son scordato di te”. Le partecipazioni eccezionali al programma sono però ben più numerose, e comprendono sia il progressive della Premiata Forneria Marconi (“La carrozza di Hans”) che una giovanissima Mia Martini (“Padre davvero”), per non parlare degli ospiti stranieri John Kongos (“He’s gonna step on you again”) e Lally Scott (“Jakaranda”).
Nella seconda parte c’è spazio anche per la poderosa performance di Adriano Pappalardo, altro talento scoperto dalla ditta Battisti/Mogol, e per la fugacissima apparizione di un Edoardo Bennato non ancora famoso. Quest’ultimo in particolare fa capolino con chitarra e armonica nella cover “Proud Mary”, un classico dei Creedence Clearwater Revival in cui Battisti trascina tutti gli amici presenti per il gran finale.
La chiave del resto rimane dall’inizio alla fine quella del coinvolgimento “corale”, come dimostrano almeno altri due momenti altamente suggestivi: l’apertura con “Let the sunshine in”, tratta dal musical “Hair”, e l’incredibile improvvisazione per cinque batterie, con Lucio che impugna le bacchette insieme a Franz Di Cioccio, Sergio Poggi, Tony Cicco e Sergio Panno.
“Tutti insieme”, registrato il 31 luglio 1971 con la regia di Francesco Dama e trasmesso il 23 settembre di quello stesso anno sul secondo canale, resta ancora oggi un’invenzione televisiva sorprendente e ben poco classificabile: un altro frutto del genio “di coppia” di Battisti e Mogol, da riscoprire accanto allo sterminato tesoro delle loro canzoni.