Il 9 maggio del 1978, a soli trent’anni, il giornalista e attivista politico siciliano Peppino Impastato fu assassinato a Cinisi dalla mafia. La sua morte fece poco scalpore perché l’Italia, proprio in quei giorni, era alle prese con il caso Moro. La raccolta “Peppino Impastato” su RaiPlay attraverso materiali dell’archivio Rai ricostruisce la vicenda politica, umana e giudiziaria del giornalista, una delle figure più importanti e coraggiose dell’antimafia in Sicilia.
Peppino Impastato, nato nel 1948 a Cinisi in una famiglia con legami con la mafia, ruppe presto con il padre e intraprese un’attività politica e culturale di sinistra e antimafia. Fondò il giornalino L’idea socialista, il gruppo Musica e cultura e la radio libera Radio Aut, da cui denunciava le attività mafiose, soprattutto quelle di Gaetano Badalamenti. Nel 1978 si candidò con Democrazia Proletaria, ma fu assassinato il 9 maggio, durante la campagna elettorale. La mafia cercò di far passare il delitto come un attentato fallito o suicidio. Nonostante la sua morte, fu simbolicamente eletto e oggi è ricordato come simbolo della lotta alla mafia.