Un’intervista del 2003 a Perugia in cui Tzvetan Todorov (Sofia, 1 marzo 1939 – Parigi, 7 febbraio 2017) parla dell’errore dell’attacco all’Iraq e della neolingua della “guerra umanitaria”. E poi dei regimi totalitari, i rapporti con le istituzioni e la popolazione, la dissoluzione degli Stati comunisti e la presa del potere da parte delle mafie.
Tzvetan Todorov, dopo aver lasciato la Bulgaria comunista nel 1963, si stabilì a Parigi, dove studiò con Roland Barthes e divenne una figura di rilievo nella filosofia del linguaggio e nella semiotica. Insegnò anche alla Yale University e fu ricercatore al CNRS, dirigendo dal 1983 al 1987 il Centro di Ricerca sulle Arti e il Linguaggio. Dopo i suoi esordi nella critica letteraria, si dedicò a studi filosofico-antropologici su temi come la conquista dell’America e i totalitarismi, con opere come “La conquista dell’America” e “Di fronte all’estremo”. Esplorò il ruolo del singolo nella storia, la memoria collettiva e la socialità umana, pubblicando numerosi saggi di rilievo. Fu visiting professor in importanti università statunitensi e ricevette vari riconoscimenti internazionali. Morì nel 2017 per atrofia multi-sistemica.