L’acustica è una disciplina scientifica che studia i meccanismi di produzione, propagazione e ricezione del suono. Il documentario “Una Lezione d’Acustica “ realizzato nel 1953 da Ghigo De Chiara e Gian Domenico Giagni ne prende in esame alcuni aspetti che confermano l’influenza del suono sulla vita degli esseri umani. Gli autori costruiscono un racconto radiofonico con interviste a docenti universitari, ingegneri ed esperti della materia che spiegano la correlazione tra suono e ambiente circostante. Vengono approfonditi temi legati all’acustica ambientale, architettonica e dell’edilizia con riferimento all’isolamento acustico degli ambienti dai rumori disturbanti, aumentati notevolmente nella società moderna. Il professor Gino Parolini dell’Università di Roma, studioso dei problemi dell’isolamento acustico, al microfono della radio risponde sul tema dell’attenuazione dei rumori negli edifici abitativi, provenienti sia da sorgenti sonore esterne che quelli prodotti all’interno degli stessi edifici. Illustra il funzionamento di nuove tecniche per diminuire il rumore: pavimenti galleggianti, controsoffitti sospesi elasticamente e pareti laterali doppie con intercapedine riempita di materiale poroso. L’inchiesta prosegue con il tema della correzione acustica nei teatri e nelle sale da concerto. Nel corso dei secoli è avvenuta una trasformazione nella progettazione architettonica delle sale, tesa a valorizzare sempre più acusticamente gli ambienti, tenendo conto della qualità dei materiali con alto potere assorbente per diminuire l’effetto delle riflessioni sonore sulle pareti, dannosi ai fini della chiarezza dell’ascolto. Tra i numerosi studiosi che hanno proposto vari metodi per migliorare l’acustica, l’americano Wallace Clement Sabine, precursore degli studi sull’acustica architettonica all’inizio del novecento individuò come parametro fondamentale il “tempo di riverberazione”. La teoria di Sabine, valida ancora oggi per stabilire i livelli di qualità acustica di una stanza, si basa sulla relazione matematica fra il tempo di riverberazione e i parametri acustici e architettonici di un ambiente. Il fisico Gino Sacerdote, docente presso l’Università di Torino, nell’intervista spiega le principali caratteristiche che deve avere una sala dal punto di vista acustico: la forma geometrica e il tipo di rivestimento delle pareti. In particolare si sofferma sull’importanza del rivestimento che ha lo scopo di assorbire una certa percentuale di suono incidente e di limitare l’entità del suono riflesso e riverberato per un ottenere un ascolto bene equilibrato. Un tipo di struttura assorbente alle basse frequenze prevede l’allestimento di pareti opportunamente ondulate e rigide, che modulano l’effetto di diffrazione e di diffusione conseguendo un assorbimento sufficiente alla necessità di un determinato ambiente. Anche la qualità e la quantità delle stoffe indossate incidono sensibilmente sulla deformazione del suono, in qualunque ambiente, come accade per le pareti, i tendaggi, i mobili, i cuscini. La seconda parte del documentario è dedicata a un esperimento con alcuni attori in una stanza “ Riverberante” a Cinecittà, completamente isolata dai rumori esterni con le pareti e il soffitto rivestiti di materiale con elevata capacità di assorbimento. Quattro prove consecutive con la voce dello stesso attore hanno dimostrato risultati differenti che non dipendono da variazioni apportate alle pareti o dal timbro della voce, ma dall’abbigliamento. Indossando costumi di diverse epoche, da quella romana fino a quella moderna, è emerso complessivamente che l’assorbimento dei vestiti ottocenteschi è doppio rispetto a quello del rinascimento e triplo di quello greco romano che ha dei costumi con tessuto scarso e biancheria quasi inesistente. L’ultima parte del documentario è dedicata al problema della rumorosità nell’industria, l’incidenza negativa sull’organismo umano e i danni per la salute. Gli individui che lavorano permanentemente nei reparti molto rumorosi, perdono buona parte dell’acuità uditiva. Il fisico Dalberto Faggiani docente dell’università di Genova, ha proposto possibili soluzioni per diminuire la rumorosità nell’industria: riduzione della rumorosità nei locali sedi delle sorgenti di rumore e riduzione della trasmissione del suono nei locali adiacenti ad esempio uffici tecnici. La correzione acustica degli ambienti attraverso l’applicazione di strati assorbenti alle pareti e la correzione meccanica, basata su un’accurata rettificazione dei macchinari riducendo così il livello sonoro alle origini. L’applicazione di questi criteri ha alzato il livello di sicurezza con risultati soddisfacenti: riduzione dell’irritabilità degli addetti ai reparti rumorosi, diminuzione dei reclami e delle assenze irregolari, con un effettivo miglioramento della comprensibilità delle comunicazioni e del benessere dei lavoratori.
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