Il documentario radiofonico “ Suoni della mia città” (Sounds of my city), Premio Italia 1956 (traduzione di Clara Falcone), è la storia sonora di New York, raccontata attraverso le registrazioni di suoni, parole e musica dal documentarista americano Tony Schwartz negli anni cinquanta, come lui stesso sottolinea all’inizio del racconto: ” Mi chiamo Tony Schwartz, New York è la mia casa è qui che vivo, è qui che lavoro. Me ne vado sempre dovunque in giro con un registratore portatile e così registro ogni voce, ogni rumore, le voci e i rumori della mia città, la musica e il ritmo della più grande città del mondo”. Schwartz ama la sua città e la descrive come una grande metropoli di voci e rumori. Il paesaggio urbano è presentato con un linguaggio sonoro semplice e vivo, a volte poetico, che rimanda fedelmente all’ascoltatore la vita e l’anima newyorchesi del tempo. Le voci sulle strade di New York sono molteplici: la voce del traffico, del costruire quando riparano le strade, i passi frenetici della gente che cammina, le ferrovie sotterranee della metropolitana che corre sui binari e puntualmente si ferma a ogni stazione. Nella città più indaffarata del mondo risuona il ritmo in ogni luogo: la sirena di un allarme, le fanfare nelle parate nei giorni festivi, le melodie di sassofoni, chitarre e il suono delle campane di una chiesa. New York è anche una città portuale, vi sono altri suoni e altre voci che la caratterizzano: il motore del vaporetto che attracca sul fiume Hudson, il canto degli uccelli, la voci del tuono e della pioggia, o la musica di un uomo solitario che suona il sax al calare del sole. L’autore registra suoni e parole del mondo che lo circonda raccontando la storia della sua gente: la gente di New York. Una moltitudine di persone venute da ogni parte del mondo che si è stabilita qui e ha portato con se le proprie tradizioni culturali, la fede religiosa e la propria musica. Tra le tante canzoni intonate a ogni angolo di strada quella di una donna francese che vive nella nona avenue e canta una ” ninna nanna” per il suo bambino, battendo il ritmo con il tacco del sandalo di cuoio sul marciapiede. Da un’altra parte della città un gruppo di studenti nigeriani esegue una canzone per il “Thanks giving Day “(Il Giorno del ringraziamento), mentre un coro di ebrei polacchi canta a un concerto della “Town Hall”. Nel panorama sonoro Newyorchese c’è anche la voce della gente comune che narra le vicende della città, chiede di essere ascoltata e racconta storie di se. Gli studenti dei quartieri popolari dopo la scuola giocano a football per le strade. Un gruppo di ragazzini improvvisa un concerto sulle scale di un edificio battendo a ritmo su scatole, panche, su un piccolo tamburo e una bottiglia di Pepsi Cola. Poi ci sono i veri newyorchesi: i bambini, che fanno la musica del popolo di una città nei parchi e nei cortili, giocano o cantano filastrocche. La città di New York è fatta da milioni di persone e da infinite voci che si fondono insieme e diventano un ritmo e una voce sola: la voce di una città, la storia di New York.
Anthony Schwartz ( New York 19 agosto 1923 – 15 Giugno, 2008) è stato un archivista del suono, documentarista, pioniere e teorico dei media e della pubblicità. Considerato un maestro dei media elettronici. Conosciuto come il “mago del suono”, noto per il suo ruolo nella creazione del controverso spot televisivo della margherita del 1964 per la campagna politica americana di Lyndon Johnson. Schwartz ha realizzato registrazioni di suoni ambientali, parola e musica popolare, pubblicando molti album su Folkways Records e la Columbia Records. Uno dei suoi album, New York Taxi Driver, è stato tra le prime cento registrazioni introdotte nel Registro di sistema di registrazione nazionale.
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