Il documentario “Un giorno col personaggio: Federico Fellini” fa parte di una serie dedicata a personaggi famosi che Sergio Zavoli ha realizzato per la radio nel 1960 . Il giornalista presenta il ritratto autentico del protagonista lontano dalla retorica e dalla superficialità attraverso le testimonianze inedite di amici e familiari. Nel percorso narrativo dedicato alla figura di Federico Fellini, Zavoli parte dalla città natale del regista: Rimini, sviluppando un racconto a ritroso nel tempo prima del suo trasferimento a Roma avvenuto nel 1938. Secondo Zavoli è proprio la vena dei ricordi che svela il profilo inedito del regista e la condizione storica della sua umanità. Dalle testimonianze raccolte dal giornalista tra le persone vicine a Fellini nei luoghi più significativi della sua vita, emerge la figura di un ragazzo schivo e ingenuo che aveva con la sua città un legame enigmatico che nel tempo è divenuto una sorta di nostalgia rarefatta , un sentore di solitudine e precarietà, che bene si percepisce nei suoi film. L’itinerario radiofonico inizia con l’intervista a Don Giovanni Borghesi sacerdote della parrocchia frequentata dalla famiglia Fellini, che ricorda con affetto il piccolo Federico descrivendolo come un bambino soave e generoso che cercava nella sua compagnia pace e tranquillità. Segue la testimonianza di Luigi Benzi avvocato di successo, amico intimo di Fellini, che parla con stima dell’amico d’infanzia dando risalto alle loro affinità. Ricorda episodi divertenti vissuti insieme da ragazzi, spiega l’attaccamento del regista alle sue radici, sottolineando il senso di umanità per la sua gente e in particolare per i poveri. Il viaggio di Zavoli attraverso la memoria dei compagni di gioventù di Federico Fellini prosegue con le interviste a due amici e al preside della scuola frequentata dal regista. Glauco Cosmi ricorrendo alla memoria di semplici fatti vissuti in quegli anni, fa emergere un ritratto non convenzionale dell’amico. Racconta l’ostilità di Fellini per i commercianti e gli scherzi ricorrenti ai quali li sottoponeva, il suo accanimento era indirizzato verso un venditore di scarpe che puntualmente scherniva. Cosmi spiega divertito, che nonostante gli scherzi fossero abbastanza crudeli, non erano mai fini a se stessi, esprimevano genialità e una sorta di gustosa polemica. Il pittore Demos Bonini più grande di Fellini di qualche anno, racconta che da ragazzo lo spronava a uscire dall’ambiente provinciale di Rimini, perché aveva intravisto in lui delle capacità artistiche che non potevano realizzarsi in un ambiente troppo ristretto. Ricorda quando insieme crearono un sodalizio artistico con l’attività pubblicitaria per un cinema di Rimini, sfruttando le capacità artistiche di entrambi, “ Federico abile caricaturista” dice ” disegnava i cartelloni pubblicitari e io li dipingevo”. I ricordi del professor Arduino Olivieri preside del liceo classico “Giulio Cesare” frequentato da Fellini, si soffermano sull’alunno di un tempo, descrivendolo come un ragazzo vivace ma propositivo e intelligente, incline nello studio delle materie letterarie. La testimonianza della madre di Federico Fellini chiude questo viaggio esplorativo tra i ricordi più intimi di coloro che l’hanno conosciuto nell’infanzia e nella prima giovinezza, restituendo ai radioascoltatori un’immagine più originale del celebre regista.
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