Pëtr Il’ič Čajkovskij, nato il 7 maggio 1840 a Kamsko Votkinsk, è sicuramente il musicista russo più conosciuto ed eseguito in tutto il mondo. La sua indole inquieta e tormentata, nella quale slanci vigorosi e passionali si alternano a cupi e dolorosi abbattimenti, si manifesta in un linguaggio assolutamente personale, capace di combinare le suggestioni della tradizione melodica russa con un gusto formale che risente degli influssi occidentali.
Nella registrazione del 22/01/1960 possiamo ascoltare un estratto della Sinfonia n. 6 in si minore op. 74, l’ultima delle sue sinfonie che, per l’atmosfera tragica che la pervade, viene considerata il suo testamento spirituale. Essa rappresentò il coronamento di un progetto di sinfonia ispirata a un programma interiore, segreto, che desse forma sonora ai suoi reconditi turbamenti spirituali.
Il titolo “Patetica” fu suggerito dal fratello del compositore Modest e il lavoro venne eseguito il 28 ottobre 1893 senza particolare successo. Nove giorni dopo Čajkovskij morì, all’età di 53 anni, quasi sicuramente suicidandosi.
Nell’ultimo movimento della”Patetica”, un “Adagio lamentoso”, in luogo del canonico tempo vivace che la tradizione vuole a conclusione della forma della sinfonia, appare il Requiem posto a suggello della sua sofferta esistenza. Le sonorità descrivono così un ultimo tentativo di rinvenire il vigore perduto, poi il lento abbandono fino alla discesa verso l’annientamento e il silenzio.
Nella presente registrazione del 22/01/1960, la complessa e articolata partitura viene affidata a un direttore d’eccezione, Sergiu Celibidache. a capo dell’Orchestra Sinfonica di Milano della RAI, che raggiunge qui uno dei vertici della sua arte interpretativa.